Secondo un’indagine di Amnesty International “la Russia usa bombe a grappolo proibite a Kharkiv”. Washington, sulla base di fonti dell’Amministrazione Biden, avverte che “Mosca controllerà il Lugansk entro poche settimane”.
Intanto a Severodonetsk i civili sono in fuga dalla fabbrica di Azot dopo un incendio. Kiev prevede una massiccio attacco russo “per prendere la città” nelle prossime 48 ore.
L’uso di armi proibite dai trattati internazionali
L’uso indiscriminato da parte della Russia di armi proibite come le bombe a grappolo ha ucciso centinaia di civili nella città ucraina di Kharkiv. Secondo gli investigatori di Amnesty International ci sono prove riguardo l’uso ripetuto non solo di bombe proibite, ma anche di altre munizioni a grappolo 9N210 e 9N235, tutte vietate dai trattati internazionali. L’organizzazione, dalla cui indagine è scaturita una denuncia, accusa dunque le truppe russe di bombardare indiscriminatamente i quartieri residenziali di Kharkiv con razzi che per loro natura hanno poca precisione nel raggiungere determinati obiettivi.
“La popolazione di Kharkiv ha dovuto affrontare incessanti bombardamenti indiscriminati negli ultimi mesi, uccidendo e ferendo centinaia di civili” come ha dichiarato in una nota Donatella Rovera, consulente per Amnesty International. Secondo i dati riportati dal capo del dipartimento medico dell’amministrazione militare regionale di Kharkov, dall’inizio del conflitto nella regione di Kharkiv, sono 606 i civili uccisi e altri 1.248 sono invece rimasti feriti. Rovera considera l’uso di armi di questo genere “scandaloso” e nient’altro che la dimostrazione “dell’assoluto disprezzo” della Russia per la vita dei civili.
Gli ultimi aggiornamenti di guerra
Lo Stato maggiore ucraino ha fatto sapere nel suo ultimo aggiornamento che le truppe di Kiev si sono ritirate dal centro di Severodonetsk, la città strategica la cui conquista darebbe ai russi il controllo dell’intero Lugansk. Lo Stato ucraino ha comunque assicurato che “la battaglia continua”.
Intanto Mosca sembra accogliere con favore gli sforzi di mediazione del Vaticano nella guerra in Ucraina e mantiene con la Santa Sede un dialogo “aperto, riservato” e fiducioso su una serie di argomenti. Queste le notizie diffuse da Alexei Paramonov, direttore del Primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. “La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la propria disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica. Manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina”, ha riferito il diplomatico. Ricordando poi quanto la Santa Sede goda di grande autorità in tutto il mondo, il diplomatico russo ha sottolineato che “tutte le iniziative della Santa Sede e di Papa Francesco che possono portare alla pace in Europa sono percepite con grande rispetto e, naturalmente, possono essere accolte se si presentano i relativi prerequisiti”.
Ginevra Mattei
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