Quando si deve organizzare un trasporto merci, chi non è del mestiere potrebbe domandarsi a che cosa si riferiscono gli spedizionieri internazionali quando parlando di trasporti intermodali. Quando si prendono accordi per il trasporto di un collo o anche quantitativi maggiori di merci, è molto comune sentir dire “trasporti intermodali” e diventa quasi spontaneo domandarsi quindi che cosa significhi. Per tranquillizzare tutti, è meglio subito dire che è una terminologia tecnica per cui non bisogna fare nulla di particolare per organizzare i colli di merce in partenza per Paesi dell’UE o extra. È semplicemente la dicitura che indica come viene svolto il trasporto della merce e quali sono le sue caratteristiche. Per chi ne vuole sapere di più, questa guida serve per fare il punto e sapere con maggiore precisione di che caso si tratta scendendo nei dettagli del caso.

Che cosa sono i trasporti intermodali

Si parla di trasporto intermodale nel momento in cui si cambia mezzo per effettuare il trasporto della merce in oggetto. In altre parole, per far arrivare la merce a destinazione, si utilizzano mezzi di trasporto diversi tra di loro. Una parte del viaggio può essere fatta su strada, un’altra su rotaia, una parte via mare e così via in base alle necessità, alle tempistiche, al tipo di merce, alla distanza da percorrere e altri fattori simili.

Quando si utilizza un container per i trasporti intermodali

Di solito, il container è quello che viene utilizzato per i trasporti intermodali europei perché è un contenitore standard che si trasferisce facilmente da un mezzo di trasporto all’altro senza perdite di tempo. Il container rende il trasporto molto semplice, economico e flessibile. Infatti, consente di trasferire ogni genere di merce senza limitazioni o esclusioni di alcun tipo.

Le diverse tipologie di trasporti intermodali

Esistono diversi trasporti intermodali poiché questo termine racchiude e raggruppa differenti tipologie. Quello che in genere è anche il più comune è il cosiddetto trasporto combinato. È quello che avviene nel momento in cui si utilizza il classico trasporto su strada per il tragitto iniziale e finale. La parte principale del viaggio viene eseguito su un altro mezzo di trasporto, rotaia o via mare in genere.

In realtà, sarebbe opportuno fare un’ulteriore distinzione. Il trasporto combinato è accompagnato quando si trasborda non solo la merce ma l’intero mezzo che lo porta, cioè il camion con il container. L’autista conduce il mezzo su un altro per la parte del viaggio via mare. Una volta a destinazione, l’autista prosegue il viaggio via strada. Il mezzo stradale viene trasbordato completamente, compreso l’autista quindi.

Si parla invece di trasporto combinato non accompagnato quando si sposta solo il container con la merce senza il mezzo motorizzato. È solo il container a esser spostato. Quando il treno o la nave arriva a fine corsa, il container verrà spostato con i carroponti appositi e rimorchiato da un altro mezzo per essere portato fino alla destinazione finale. Non viene trasbordato il mezzo stradale intero ma solo la parte del container. Gli autisti che eseguono il trasporto sono diversi quindi.

Oltre ai trasporti combinati, che sono appunto i più comuni, ci sono anche altre tipologie da prendere in considerazione. Si tratta del trasporto intermodale nave – nave. Nel caso del transhipment, le merci vengono trasbordate dalle portacontainer oceaniche a navi di dimensioni ridotte. Può altresì succedere che il container venga caricato su chiatte per la navigazione fluviale. In Italia non ci sono fiumi navigabili per le chiatte portacontainer ma in molti Paesi esteri è una modalità che viene sfruttata molto perché pratico, veloce, sicuro e anche ecologico.