Non riesce per poco un’impresa titanica a Jannik Sinner, che vince i primi due set ma poi subisce la rimonta di un Novak Djokovic rinvigorito. Il serbo adesso aspetta in semifinale (la sua undicesima a Wimbledon) il vincente del match tra Goffin e Norrie.

Sinner spiazza tutti vincendo i primi due set

Nei primissimi game della partita Djokovic è facilmente al comando facendo da metronomo del match, dettando i tempi degli scambi, aprendo bene gli angoli (soprattutto sul dritto dell’avversario) e lasciando poco margine a Sinner, che è costretto a servire la prima palla forte e precisa per raccogliere qualcosa. Il serbo parte con un parziale 12 punti a 3 che sembra far pensare già al secondo set, ma a partire da un’altra palla break salvata dall’azzurro nel sesto game, la piega della partita cambia. Nel settimo gioco due smorzate morte in rete e due doppi falli commessi regalano il contro-break e una bella boccata d’aria a Jannik, che adesso riesce meglio a uscire dalle diagonali e a rispondere alla pressione di Nole con ulteriore pressione.

Nel suo finale il set cambia padrone e con il secondo break piazzato nell’undicesimo gioco Sinner prepara il campo per il 7-5 con cui chiude il parziale. Nel secondo set gli equilibri stabiliti nella seconda parte del primo non cambiano, con Sinner che sembra giocare meglio di Djokovic, ancora sopraffatto dall’energia dell’avversario e meno lucido e preciso rispetto a inizio match. I due break piazzati dal nativo di San Candido nel terzo e nel settimo game tolgono ogni speranza di vittoria del set a Nole, che a Wimbledon non perdeva due set dalla finale giocata contro Federer nel 2019. Con il 6-2 finale Sinner si porta invece a un solo set dalla prima finale Slam della sua carriera.

Jannik ci prova ma Djokovic è mostruoso nella rimonta

Il terzo set è decisamente il migliore e più continuo di Djokovic, che da un lato alza notevolmente le percentuali al servizio (84% di prime servite con una resa dell’88%) e dall’altro abbassa il numero di errori commessi. Dal canto suo Sinner non cala nel rendimento, se non nelle percentuali alla battuta che permettono al serbo di ritrovare incisività in risposta. Nel quarto game il campione in carica ottiene a zero un break che riuscirà ad amministrare fino alla fine del set chiuso sul punteggio di 6-4.

L’ottimo momento di forma di Djokovic ha un seguito nel quarto set, inaugurato dalla leggenda serba con un doppio break pesantissimo per un Sinner che invece adesso affronta il momento più difficile della sua partita. Djokovic ora è più paziente e più capace di gestire gli scambi, soprattutto quelli più lunghi, mentre Jannik è schiacciato dalla crescita esponenziale dell’avversario e perde lucidità e precisione. Gli scivoloni troppo frequenti del Djokovic dei primi due set adesso sono rarissimi e Sinner non riesce in alcun modo a bucare la bolla aurea dell’avversario, che chiude il parziale sul 6-2 e porta il match al quinto.

Qui Djokovic, sicuramente più abituato di Sinner a contesti simili, non arretra di un millimetro e continua a giocare divinamente. Se al servizio è intoccabile (in tutto il set concederà solamente un punto), in risposta è altrettanto devastante. I servizi strappati nel terzo (grazie anche a un nastro molto serbo e poco italiano) e nel settimo game (per qualche errore di troppo di un Sinner ormai stanco) scrivono la parola fine su una partita per cui, in ogni caso, è obbligatorio alzarsi ad applaudire il giovane tennista altoatesino. Jannik avrà sicuramente modo in futuro di raggiungere la sua prima semifinale Slam, mentre Djokovic giocherà la sua numero 43.

ENRICO RUGGERI

Photo Credit: via Twitter, @federtennis

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