Dopo la sua uscita nell’ormai lontano 2015, il GdR strategico prodotto da Daedalic ritorna in un porting che ancora non convince fino in fondo. In questa recensione di Blackguards 2 vi parlerò di come trasporre un gioco uscito anni fa non sempre può portare alla risoluzione di problemi tecnici ancora evidenti, ma nonostante tutto può dare le giuste emozioni.
Blackguards 2, recensione: il cupo strategico firmato Daedalic
Lo studio tedesco, specializzato in avventure grafiche, si è presentato per la prima volta nel gennaio 2014 con l’ottimo Blackguards, un progetto ambizioso e ricco di sorprese. Il titolo mescolava perfettamente l’essenza del gioco di ruolo strategico turn-based con ottimi contenuti narrativi e, nonostante alcune spigolosità, riuscì ad ottenere un buon successo. Dopo soltanto un anno Daedalic si presenta con il secondo capitolo, rivedendo alcune pecche lasciate nel titolo precedente come l’aggiunta della dimensione gestionale del mondo di gioco e novità che vedremo insieme in questa recensione.
Blackguards 2, recensione: una storia corrotta e malefica
All’inizio ci troviamo ancora una volta nei labirinti sotto l’arena dove è stata inspiegabilmente rinchiusa Cassia, la protagonista di Blackguards 2. La principessa decaduta affronterà i corapia, una sorta di ragni il cui veleno la corroderà privandola della ragione. Lei progetterà il piano che la vedrà dominare sulla regione di Mengbilla e troveremo volti già noti nella serie: il nano Naurim, il gladiatore Takate e molti altri. La storia, che condivide con quella del primo episodio alcuni dettagli, sembra avere le carte in regola per catturare l’attenzione del pubblico. Cassia è un’anti-eroina guidata dalla sete di vendetta: nel prosieguo della trama potrà prendere decisioni impopolari, come saccheggiare una città o impiccare un prigioniero dopo averlo interrogato. A seconda dell’allineamento si potranno attivare missioni secondarie o influenzare lo sviluppo del party in maniera permanente.
Blackguards 2, recensione: le scacchiere tridimensionali
L’intera struttura del gameplay si suddivide in tre momenti ben diversificati, e la componente RPG è forse la meno ampia. La mappa del mondo è costellata da varie location: ogni città o dungeon può ospitare battaglie, ma non sarà presente una componente esplorabile. Nello specifico le città sono rappresentate come dei “quadri interattivi”, una specie di scenario 3D che ricorda molto quello delle avventure grafiche. All’interno dei villaggi potremo interagire con gli NPC, commerciare con i venditori o semplicemente parlare agli abitanti (scoprendo magari qualche quest segreta). L’aggiunta di un accampamento è una novità importante una location persistente e accessibile in ogni momento dalla mappa di gioco dove potremmo comprare armi. Nonostante le dimensioni un po’ ridotte, la componente prettamente “roleplay” riesce a difendersi, fungendo da cornice alle battaglie.
L’atmosfera cupa e tetra di Aventuria
L’ultima, nonché la più importante, novità di Blackguards 2 risiede nell’inserimento della componente gestionale. La nostra Cassia potrà contare su un esercito di mercenari che andranno ad affiancare i nostri quattro eroi. Grazie a questa modifica avremo diverse tipologie di combattimento: dalle battaglie campali, caratterizzate da un largo uso di unità, alle missioni di sabotaggio che prevedono solo il party base. I mercenari in questione possono essere addestrati nel nostro accampamento, e nuove unità si uniranno a noi nell’arco della nostra avventura.
Il nostro esercito partirà dal confine estremo della mappa e dovremo farci strada nel regno, conquistando man mano una serie di città e punti di interesse, scegliendo liberamente fra varie opzioni. Potremo anche pianificare le nostre mosse in base alle informazioni ottenute mediante quest secondarie oppure ricorrendo all’interrogatorio dei prigionieri. Dopo averli interrogati, potremmo decidere cosa farne di loro. La strada per la città di Mengbilla sarà ostacolata dall’esercito avversario che puntualmente cercherà di riprendersi i territori da noi ottenuti. Infatti ogni tre villaggi espugnati verremo riattaccati e per la prima volta in Blackguards 2 gestiremo una linea difensiva, piazzando trappole e creando barricate.
Scheda del personaggio e talenti
Tra gli aspetti maggiormente rivisitati c’è l’albero di sviluppo del personaggio: sono state eliminate diverse voci per rendere più intellegibile il sistema di progressione, anche se le cinque schermate abilità continuano ad apparire un po’ troppo dispersive. Potremmo migliorare le statistiche base del nostro personaggio dal menu scheda personaggi, ampliando le nostre abilità con le varie tipologie di armi, migliorare i talenti e imparare nuovi incantesimi sia d’attacco che di difesa.
Migliora il tuo equipaggiamento con i vari dungeon che dropperanno armi ed equipaggiamenti utili alla crescita del nostro personaggio.
Apprendere sarà complicato per alcuni
Daedalic mantiene anche qui la sua promessa, proponendo un titolo più dinamico e rifinito ma ancora afflitto da quelle imperfezioni che caratterizzavano il titolo precedente: i menu semplificati ci permetteranno di sviluppare più consciamente i nostri personaggi, ma resta ancora il problema della difficoltà e di una curva di apprendimento non sempre bilanciata.
Dal punto di vista della durata invece, non possiamo certo lamentarci. Blackguards 2 guadagna terreno in termini di rigiocabilità e supera il suo predecessore garantendovi almeno 25-30 ore di gioco, che aumentano significativamente se optiamo per una difficoltà elevata o una run scrupolosa.
Visivamente non migliorato il titolo
Blackguards 2 visivamente parlando è rimasto fermo al 2015; l’ambiente grafico è affidato prevalentemente al solito Unity, ormai comune fra le produzioni indie.
Tralasciando alcuni isolati ma fastidiosi bug, ci imbattiamo sin da subito in molte texture slavate e in set di animazioni troppo poveri. I modelli dei personaggi e i particellari rientrano nella media, ma anche qui era lecito aspettarsi qualcosa di più che un semplice “CTRL+C/CTRL+V”. La direzione artistica riveste un ruolo importante, ed è qui che Blackguards 2 riesce a rialzare la testa.
Gli artwork, il mondo di gioco e la realizzazione generale degli scenari sono decisamente buoni e riescono a trasmetterci la grande atmosfera dipinta dall’universo di The Dark Eye. Il sud di Aventuria è una terra particolare, caratterizzata da un ambiente esotico e arabeggiante che si lascia piacevolmente ammirare: dagli sperduti villaggi coperti di sabbia fino alle cupole dorate delle grandi città, passando per le lussureggianti foreste dell’entroterra. E infine c’è il comparto audio, su cui spicca un doppiaggio di prima scelta, accompagnato da campionature e soundtrack di buon livello, anche se spesso mutuate dal primo capitolo. Il versante tecnico resta il più debole della produzione, ma era anche prevedibile visto il team ristretto e i tempi di realizzazione da record.
In conclusione: Il porting su switch
Blackguards 2 è il degno successore del primo capitolo. Le novità inserite in questo seguito sono tangibili sin dal primo scontro e la dimensione gestionale unita alla modalità difensiva attribuiscono un valore aggiunto davvero notevole. C’è ancora qualche vecchia falla, come la lentezza degli scontri e una grafica non proprio al top, ma oggettivamente resta positivo come bilancio.
Se siete degli abili strateghi o se semplicemente cercate una storia ricolma di personaggi carismatici, questo è il gioco che fa per voi. Se invece siete nuovi al settore degli SRPG, tenete presente che Blackguards non è una passeggiata. Persino per me è stato complicato imparare le varie tecniche e abilità. Oltre alla difficoltà elevata, il gioco prevede molti rifermenti alla storia del primo capitolo, rischiando così di minare la vostra esperienza. Un’avventura solida e appagante che si guadagna così un posto in prima fila nella tanto acclamata Rinascita degli RPG.
BLACKGUARDS 2| TESTATO SU NINTENDO SWITCH
- Diverse novità rispetto al predecessore
- Gameplay ricco di sfaccettature dinamiche
- Personaggi e ambientazioni fantasy degni dello stile
- Combattimenti spesso troppo lunghi
- Curva d’apprendimento ancora difficile
- Qualche bug tecnico su Switch