L’accordo tra Repubblicani e Democratici al Senato per un nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia c’è ed è stato annunciato nella tarda serata di ieri. Non ci sono ancora i particolari, ma il piano prevede di rafforzare le sanzioni attuali e aggiungerne di nuove. Obiettivo: mirare ai soggetti coinvolti nei crimini contro i diritti umani e in quelli informatici come il Russiagate, oltre e a chi sta fornendo armi alla Siria di Bashar al-Assad.

Il Senato Usa. Fonte: web.

In arrivo un nuovo pacchetto di sanzioni targate Usa per la Russia. E per il Russiagate.

L’accordo per le nuove sanzioni

È stato trovato ieri l’accordo in Senato tra i due più grandi partiti politici statunitensi sulla presentazione in aula di un provvedimento che vara nuove sanzioni contro la Russia. E, sebbene non se ne conoscano i dettagli, è chiaro come la direzione non sia quella di migliorare i rapporti con la nazione di Putin. E nemmeno di allentare la tensione con l’Iran.

Annunciato nella tarda serata di ieri dal Washington Post, l’accordo tra Repubblicani e Democratici prevede di inasprire le sanzioni attuali e di imporne di nuove sui soggetti coinvolti in abusi nel campo dei diritti umani e su quelli che stanno fornendo armi al governo del presidente siriano Bashar al-Assad.

Nuove sanzioni vengono poi previste per i responsabili dei “cybercrime” ovvero per i crimini informatici perpetrati per conto del governo di Mosca, come il Russiagate, lo scandalo che ipotizza una serie di attacchi informatici russi ai danni del partito Usa dei Democratici per favorire l’elezione presidenziale di Trump.

Le indagini sono in corso, in attesa che venga sentita la testimonianza del genero, nonché consilgiere alla Casa Bianca, del presidente americano Jared Kushner.

Il testo e l’Iran

Il testo del provvedimento è stato presentato da Mitch McConnell, il leader della maggioranza repubblicana al Senato, e dovrebbe essere votato in settimana. L’idea è quella di inserirlo in un disegno di legge attualmente al vaglio, che prevede il rafforzamento delle sanzioni all’Iran, altro paese i cui rapporti con gli Usa sono più che tesi.

Di pochi giorni fa, il 7 giugno, la notizia dell‘ultimo attacco da parte dei terroristi in Iran, che ha causato 12 morti e ha avuto luogo in Parlamento.

Considerato uno stato canaglia a partire dagli attacchi dell’11 settembre, l’Iran finisce ai margini del mondo con la presidenza dell’ultraconservatore Ahmadinejad e subisce un embargo totale dalla comunità internazionale nel 2006.

Sotto tiro il programma nucleare iraniano finalizzato alla costruzione della bomba atomica. E appare chiaro che i rapporti con gli Usa anche nell’era Trump sono destinati a non essere dei migliori.

Federica Macchia