Lunedì 19 giugno, nella capitale europea per eccellenza, diplomatici da tutto il continente danno il via alle danze per trovare una soluzione al problema Brexit.

La maratona di negoziazioni sulla Brexit comincia con due primi protagonisti: il francese Michel Barnier, per gli europei, e David Davis, a rappresentare i britannici. Dopo 12 mesi dal fatidico referendum, com’é cambiata la relazione tra Londra e Bruxelles? Chi detiene oggi le redini di questo storico divorzio?

Per gli inglesi il momento non è sicuramente propizio. A indebolire il governo innazitutto la recente perdita (8 giugno) della maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni. Senza parlare degli innumerevoli attacchi terroristici subiti dalla capitale. Bruxelles propone un calendario di lavoro (una settimana al mese), in cui si distinguono tre diverse commissioni. Al primo posto tra le urgenze i diritti umani e gli impegni finanziari, insieme alla questione irlandese. Il piano è stato facilmente accettato da Londra. Sarà l’UE inoltre a decidere quando procedere, se riterrà sufficiente il lavoro svolto in questi tre grandi ambiti prioritari. Deriso quindi Davis dall’opposizione democratica: troppe concessioni in un solo giorno.

Brian Groom, Twitter

Emerge poi una preoccupante divisione all’interno dello schieramento britannico, Theresa May non vuole infatti rivenire sulle sue dichiarazioni, favorevoli a una “hard Brexit”. Tale posizione viene sostenuta da Davis, euroscettico di lunga data. Tuttavia Londra si impegna a far uscire presto un’offerta tutelante i diritti dei 4 milioni di europei attualmente in Inghilterra.

Anche l’Europa d’altronde presenta le sue divisioni interne, che alla lunga potrebbero indebolirla. Se infatti alcuni sperano ancora nella cancellazione dell’articolo 50, vedi Alexander Stubb, altri – tra cui Merkel e Macron – non faranno passi indietro, impauriti dall’effetto domino nel resto dell’Europa.

Tuttavia, a un anno dal referendum brittanico, quando l’Unione Europea sembrava sull’orlo del baratro, Bruxelles ritrova la fiducia necessaria per condurre i giochi, grazie soprattutto alle recenti vittorie  di Emmanuel Macron e del suo En Marche! alle legislative francesi.