Doomscrolling e doomsurfing sono due termini inglesi coniati di recente. Indicano una sorta di patologia, ovvero la dipendenza dalle cattive notizie che porta alla loro assidua ricerca. Le cause principali sono pandemia e guerra alle quali si sommano quelle che completano il quadro sociopolitico internazionale da esse derivate. Un fenomeno in aumento che potrebbe avere pesanti conseguenze sulla società.

Come agisce la dipendenza dalle cattive notizie sul cervello

Le neuroscienze sono un ramo della biologia e comprendono l’insieme degli studi condotti sul sistema nervoso al fine di analizzare e comprenderne gli aspetti morfofunzionali. Il cervello è il computer del nostro corpo e purtroppo, da una cattiva gestione, potrebbero scaturire conseguenze a lungo termine. Nel caso del doomscrolling e del doomsurfing, ad essere attivata maggiormente è la circonvoluzione frontale inferiore connessa alla corteccia prefrontale.

Questa zona del cervello è deputata alla regolazione dell’emotività, alla produzione dei pensieri e del controllo degli impulsi. La dipendenza dalle cattive notizie è un’azione inconsapevole. Viene svolta dal cervello che attiva maggiormente l’area frontale cercando di mantenere una sorta di controllo. Questo effetto porta un individuo a effettuare una ricerca ossessiva di cattive notizie sospinto dal proprio cervello che tenta di controllare una situazione incontrollabile.

Gli effetti negativi si fanno sentire nella psicologia dell’individuo. Chi è naturalmente predisposto a soffrire d’ansia aggrava la propria situazione e chi non è naturalmente predisposto crea una realtà corrotta arrecando danni a sé stesso. Il tutto si ripercuote sulla quotidianità e sui rapporti con gli altri.

A risentirne è la socialità. Compromessa dall’illusione inconsapevole di avere una forma di controllo, si va alla ricerca compulsiva di cattive notizie così che ci si senta prontamente e anticipatamente informati. Purtroppo, si tratta comunque di illusione e la ricerca assidua di cattive notizie crea una dipendenza da esse, trascinando un individuo in una spirale dalla quale risulta sempre più difficile uscirne.

Dipendenza dalle cattive notizie: il ruolo della paura

L’informazione globale secondo gli esperti è stata la causa scatenante. In un periodo difficile, l’essere continuamente sottoposti alla somministrazione di notizie su incidenza pandemica, crisi economica e diplomatica, guerra e crisi energetica, ha amplificato il fenomeno. Il cervello di un essere umano è quotidianamente bombardato da stimoli. Lo stimolo ricevuto dalle cattive notizie ha preparato il terreno per questa “patologia”.

La pandemia è stata solo l’inizio. Seguita poi dalla guerra in Ucraina e dal vento di crisi che quotidianamente soffia attraverso i maggiori canali di informazione, il sentimento della paura si è fatto sempre più strada, divenendo contagioso e cronico. La pandemia ha creato la paura del contagio, della violazione del coprifuoco, di subire sanzioni se le norme non venivano rispettate. Oggi quella paura ancora non è svanita del tutto e si è aggiunta quella di un possibile conflitto mondiale nucleare, di rimanere al freddo e al buio nel periodo invernale, di non avere cibo in tavola a causa delle tensioni tra le maggiori potenze mondiali.

La paura, in una situazione caotica e incontrollabile, porta inevitabilmente a un senso di impotenza. Si sviluppa uno stato d’angoscia costante, derivato dalla paura di non poter in ogni caso fare niente per sé stessi e per i propri cari, cedendo così a stati depressivi anche prolungati.

Doomscrolling e doomsurfing: rieducarsi per combatterli

Il termine doomscrolling deriva dall’inglese “doom” (destino) e da “scroll” (scorrere). Doomsurfing, anche se ha un significato leggermente diverso, è utilizzato come sinonimo. I termini si riferiscono all’atto dello “scorrere”. In particolare, su dispositivi portatili, mentre si voltano le pagine alla ricerca di cattive notizie in modo compulsivo e ossessivo. Ma non è irreversibile se ci si accorge per tempo.

Alcuni accorgimenti utili per combatterlo, secondo gli esperti sono questi: autolimitarsi nell’accesso ai canali di informazione, trascorrere più tempo dedicandosi a un hobby e lasciando spenta la tv, evitare discussioni con gli altri che richiamino alle cattive notizie apprese. Inoltre, è importante evitare di andare a dormire dopo aver letto una cattiva notizia. Il subconscio la elabora durante il sonno e la trasforma, modificando e adattando il pensiero durante l’attività conscia.

L’arma migliore quando ci si accorge di essere “affetti” da doomscrolling, è avere la capacità di razionalizzare cosa sta accadendo così da poter adottare le misure necessarie per porre fine alla dipendenza dalle cattive notizie.