“Bisogna che tutti facciano la loro parte” sui migranti, questo il monito di Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza europea. I fatti recenti dicono però il contrario
A poche ore dal vertice a tre a cui hanno partecipato il ministro degli Interni italiano, tedesco e francese, le intese sui migranti prospettate a Parigi si sono rivelate poco meno che illusorie. E’ bastato che i tre ministri finissero il loro incontro per far scatenare malcontenti e prese di posizione diametralmente opposte rispetto al progetto di un accordo condiviso sulla gestione migranti in Europa.
“Mi aspetto che molto presto saranno attivati controlli alle frontiere e che sarà richiesto un dispiegamento di militari […] mossa indispensabile se il flusso non diminuirà“, ha fatto sapere Hans Peter Doskozil, Ministro della Difesa austriaco, alludendo al dispiegamento di centinaia di forze armate sulle frontiere austriache per respingere i migranti provenienti dall’Italia che tentano di varcarle.
“Difenderemo il nostro confine del Brennero se sarà necessario“, afferma il Ministro degli Esteri austriaco, rincarando la dose.
Immediatamente l’Italia ha chiesto all’Ue di agire con la procedura di infrazione dato che l’Austria non ha attuato i piani di accoglienza dei migranti imposti dall’Unione Europea ma, anzi, intende rafforzare ancora di più la sua politica ostile all’entrata dei migranti nel paese: la Commissione “si metta immediatamente in moto per avviare sanzioni e procedure di infrazione come avvenuto contro Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca due settimane fa” – ha chiesto Marina Berlinghieri, deputata del Pd.
Intanto, non essendo la prima volta che l’Austria minaccia la chiusura delle frontiere ai migranti, Angelino Alfano, attuale Ministro degli Esteri italiano, ha subito chiamato a colloquio l’ambasciatore austriaco a Roma, René Pollitzer.
A calmare la situazione è il governatore altoatesino che, contestualizzando le affermazioni dei suoi colleghi, ricorda come l’Austria andrà a breve ad elezioni politiche anticipate e quanto detto potrebbe avere esclusivamente fini elettorali, senza alcuna possibile concretezza. “Sostanzialmente non c’è nulla di nuovo. C’è da considerare che Vienna si prepara alle elezioni e le disposizioni sul Brennero vanno lette in parte come un messaggio interno, direi di tipo elettorale. Non vedo al momento alcuna emergenza. Ci sono pochissimi profughi, abbiamo vissuto altri tempi emergenziali, al momento quello che dicono mi sembra esagerato” – afferma Arno Kompatscher.
Intanto anche la Svizzera minaccia un giro di vite sull’entrata dei migranti, attraverso l’invio di contingenti armati ai confini con il Piemonte e la Lombardia che si andranno ad aggiugere a quelli già presenti sul Ticino, Grigioni e Vallese.
Ma quello che fa più riflettere sulla reale volontà di risolvere adeguatamente la questione dei migranti è il passo indietro fatto da paesi ben più rilevanti dell’Austria e della Svizzera, che inizialmente sembravano aver dato il loro appoggio sull’accoglienza e la ripartizione dei migranti.
Francia e Spagna si sono dette immediatamente contrarie all’ipotesi sollevata a Parigi di consentire l’accesso delle navi delle Ong straniere nei loro porti (dato che l’Italia potrebbe non accettarle più).
Così ha avuto inizio la riunione di ieri a Bruxelles in preparazione del vertice del 6 e 7 luglio a Tallinn, in Estonia, con il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker irritato dalla poca partecipazione dei paesi Ue alla seduta plenaria, indice di scarsa volontà nel voler affrontare la questione migranti.
“Dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l’Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d’obbligo” afferma Jean Claude Juncker davanti ai pochi presenti.
La Commissione, dando seguito alle parole, ha subito approvato un piano di azione finalizzato ad aiutare l’Italia nella gestione dei megranti. Questo prevede:
- L’istituzione di un centro di coordinamento della migrazione direttamente in Libia (come chiesto da tempo da Fratelli d’Italia);
- La redazione di un Codice di Condotta delle Ong che, in caso non sia rispettato, non permetterà alle loro navi di attraccare nei porti italiani;
- L’aumento dei rimpatri e l’accellerazione delle relative procedure dall’Italia;
- La sollecitazione a tutti gli Stati membri nel partecipare più cospicuamente al Fondo per l’Africa;
- Lo stanziamente di ulteriori 35 milioni di Euro dalle casse di Bruxelles per sostenere il piano di gestione della migrazione in Italia;
- Lo stanziamento di 46 milioni di Euro per rafforzare le capacità delle autorità libiche nel controllo dell’immigrazione clandestina;
- La redazione di un piano di ridistribuzione dei migranti che arrivano in Italia in un’ottica (difficle) di reale cooperazione di tutti gli stati membri dell’Ue.
Le premesse, come spesso è accaduto, del resto, sembrano buone, bisogna vedere se seguiranno azioni concrete di partecipazione da parte di tutti i paesi perchè solo in questo modo è possibile affrontare un fenomeno che ha una portata e delle conseguenze inimmaginabili ma che allo stesso tempo non possiamo fermare ma solo cercare di governare la meglio.
“Bisogna che tutti facciano la loro parte” ripete senza sosta Dimitris Avramopoulos, attuale Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza nella Commissione Europea.
Lorenzo Maria Lucarelli