Alcuni senatori di Forza Italia, Lega e Gal si sono opposti al disegno si legge sulla tutela degli orfani da femminicidio, ritirando l’appoggio che i colleghi deputati avevano invece dato all’unanimità. Errori tecnici ma anche criticità dovute alla menzione dei figli di unioni civili, questo sarebbe il motivo del passo indietro

Il testo di legge che prevede misure urgenti a tutela degli orfani a causa dell’uccisione della propria madre, il c.d. “ddl femminicidio”, non sarà approvato in tempi brevi. I senatori dei Forza Italia, Gal e Lega hanno votato contro il disegno di legge approvato all’unanimità dalla Camera dei Deputati e al vaglio del Senato  direttamente in Commissione deliberante, quindi un iter legislativo accellerato, generalmente accordato per questioni urgenti, che prevede che il testo sia approvato direttamente e solo dalla commissione competente, alla quale spetta così non solo la fase istruttoria ma anche quella deliberativa. In questo modo il testo, invece, oltre che al vaglio della Commissione dovrà essere discusso e approvato anche in Aula, con un inevitabile allungamento del procedimento che si riflette sull’entrata in vigore della legge.

Motivo del passo indietro dei senatori di FI, Lega e Gal al Senato rispetto alla Camera dei Deputati è la previsione nel testo della legge anche dei figli delle unioni civili quali “orfani di crimini domestici”, tentando “di far entrare dalla finestra” un tema ancora caldo e soprattutto “già affrontato in altra sede“, come hanno affermato i parlamentari che hanno votato contro. I parlamentari in questione fanno riferimento alla “filiazione” dei due coniugi uniti civilmente rispetto ad un figlio adottato o generato ricorrendo alla fecondazione eterologa, cosa che ancora non è consentita nel nostro ordinamento ma che la legge in questione anticiperebbe e darebbe come per scontato.

Stupore e dispiacere per la scelta del gruppo di Forza Italia al Senato di stoppare la legge in favore degli orfani vittime di crimini domestici approvata all’unanimità alla Camera dei deputati, Forza Italia, negando l’assenso alla sede deliberante per la legge, allunga i tempi per approvarla e mette a rischio il risultato finale” – così ha commentato Maria Elena Boschi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, accusando i colleghi dei partiti che invece alla Camera avevano dato pieno appoggio all’approvazione del disegno di legge.

Vogliamo rassicurare il sottosegretario Boschi: abbiamo fatto e stiamo facendo quanto serve per arrivare ad una rapida approvazione della legge sugli orfani di femminicidio. Il nostro lavoro però è lontano dalle photo opportunity, dalle strumentalizzazioni e dalla ricerca di visibilità, lo svolgiamo sotto traccia ed è interamente dedicato alla salvaguardia dei diritti di donne e bambini” – controbatte immediatamente l’On. Mara Carfagna, esponente di Forza Italia.

Il motivo per cui il disegno di legge sarebbe stato bloccato al Senato non riguarderebbe principalmente le unioni civili ma risiederebbe in alcuni errori e aspetti tecnici che i senatori hanno ritenuto siano da correggere.  “Il provvedimento sugli orfani dei crimini domestici è a mio avviso pieno di errori tecnici i quali necessitano di un confronto ampio. Noi vogliamo rapidamente licenziare la legge a tutela degli orfani dei crimini domestici ma vogliamo licenziare una legge tecnicamente corretta e che non sia lo strumento per ufficializzare normativamente, vedi i figli delle unioni civili, ciò che già è stato bocciato nell’Aula del Senato” – commenta il senatore di Forza Italia Francesco Nitto Palma.

A fronte di un’urgente necessità di emanazione di una legge che tuteli gli orfani di femminicidio, che altrimenti rischiano di veder violato per sempre oltre che l’infanzia anche l’età adulta, il ddl in questione prevede:

  • Gratuito patrocinio e assistenza legale a carico dello Stato a beneficio dell’orfano per il processo penale e civile che ha ad oggetto il femminicidio, qualsiasi sia il suo reddito;
  • Diritto alla pensione di reversibilità per figli delle vittime con esclusione dell’obbligo di restituzioni di quanto ricevuto: beneficiario non sarà quindi il coniuge che ha commesso femminicidio ma i suoi figli;
  • Colui che ha posto in essere un reato di femminicidio non potrà godere dell’eredità del coniuge ucciso che sarà invece devoluta direttamente ai figli superstiti;
  • Sequestro conservativo del patrimonio di colui che ha commesso femminicidio per assicurare ai figli il risarcimento del danno;
  • Obbligo del giudice penale, già in primo grado, di riconoscere agli orfani un risarcimento pari ad almeno il 50% del quantum che si presume verrà deciso dalla sentenza definitiva;
  • Gli stessi diritti riconosciuti agli orfani minorenni vengono estesi ai maggiorenni che non siano autosufficienti economicamente;
  • I medesimi diritti sono riconosciuti anche in campo ai figli di coniugi separati o divorziati, uniti in matrimonio o unione civile o anche di persone che sono state unite da un rapporto stabile, proprio perchè l’obiettivo della legge è la tutela dei figli, in qualunque contesto:
  • Aumento della pena per femminicidio per il quale sarà previsto l’ergastolo o la reclusione da 24 a 30 anni nel caso in cui i coniugi fossero già divorziati o l’unione civile fosse già cessata;
  • Viene istituito un fondo di solidarietà che andrà a finanziare borse di studio, percorsi di reinserimento lavorativo e assistenza medico-psicologica per gli orfani da femminicidio;
  • I figli della vittima potranno richiedere di cambiare cognome eliminando quello dell’omicida e sostituendolo con quello del coniuge ucciso.

Perché – chiede Maria Elena Boschirimandare una legge che si può approvare subito? Gli orfani delle vittime hanno bisogno di riposte e di averle il prima possibile”.
Ritenuta la presenza di errori e criticità da parte dei senatori che si sono opposti all’approvazione in Commissione del ddl femminicidio così strutturato, si spera che venga corretto al più presto per renderlo migliore, e che sia approvato in tempi celeri dal Parlamento perchè bambini orfani di madre, che hanno già dovuto sopportare la perdita in condizioni drammatiche della mamma, non siano costretti a  sopportare per sempre un dolore ancora maggiore, aggravato anche da difficoltà economiche.

Lorenzo Maria Lucarelli