Due missili russi sarebbero caduti nel villaggio in Polonia di Przewodow, sul confine con l’Ucraina. I media locali parlano di silos per il grano colpiti e di due persone morte. Il premier polacco Morawiecki avrebbe convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza di Varsavia.
Per ora mancano conferme ufficiali, ma il tam tam su Twitter di varie fonti di informazione filo-ucraine e polacche è già partito. Se il fatto, rilanciato dal tabloid tedesco Bild e dall’agenzia russa Ria Novosti, fosse confermato, rappresenterebbe un precedente pericolosissimo nella guerra d’Ucraina, con un Paese membro della Nato colpito per la prima volta da Mosca sul proprio territorio. A quel punto ogni escalation diplomatico-militare non potrebbe più venire esclusa, nemmeno il ricorso all’Articolo 5, che imporrebbe l’aiuto militare dei paesi membri del Patto atlantico a chi viene attaccato.
“Il presidente del Consiglio polacco Mateusz Morawiecki ha convocato una riunione urgente del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa”. Lo annuncia su Twitter Piotr Müller il portavoce di Morawiecki. Media polacchi e internazionali hanno scritto che missili russi sono caduti in territorio polacco, uccidendo due persone.
“Il criminale regime russo ha lanciato missili che hanno preso di mira non solo i civili ucraini, ma sono anche caduti su territorio Nato in Polonia. La Lettonia sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine”. Lo ha affermato il ministro della Difesa lettone, Artis Pabriks.
“I missili russi che colpiscono il territorio del membro della NATO sono un’escalation molto pericolosa da parte del Cremlino, #Latvia esprime piena solidarietà con il nostro alleato Polonia e sosterrà qualsiasi azione ritenuta appropriata dalla Polonia. La Russia si assumerà la piena responsabilità di tutte le conseguenze”, ha scritto su twitter il ministro degli Esteri lettone.
“Siamo al corrente delle notizie di stampa sulla caduta di missili russi in Polonia. Al momento non abbiamo altre informazioni che possano confermarle.
Stiamo indagando”. Lo ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, in un briefing con la stampa.