Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Faremo un viaggio tra gli anni 70-80 alla scoperte di una scrittrice particolare. Parleremo di realismo magico, di femminismo e postfemminismo. Abbiamo dedicato la puntata di oggi ad Angela Carter e alle sue opere
“Tutti i libri, anche i libri di cucina e i manuali di manutenzione dell’automobile, sono una narrazione. La narrazione è scritta con un linguaggio, ma si forma, se seguite il mio ragionamento, nel tempo. Tutti gli scrittori inventano una sorta di riproduzione del tempo quando inventano un tempo in cui la storia si svela, e mettono in atto un complicato gioco con il nostro tempo, il tempo del lettore, il tempo necessario a leggere quella storia. Un bravo scrittore può arrivare a farvi credere che il tempo si fermi”.
Sono parole di Angela Carter che ci svelano la portata sperimentale di questa autrice che ha saputo giocare con diversi generi letterari e rimescolarli tra loro. La sua opera infatti si può definire come un palinsesto multiplo dove la categoria singola di genere viene considerata una reliquia del passato e come tale superato. Lo stesso avviene per la concezione lineare del tempo. Il risultato è l’eterno viaggio del lettore tra ordine e caos e soprattutto tra realtà e apparenza. Confini labili in cui spesso nascono paradossi che nascondono messaggi politici e sociali di forte matrice femminista. Basti pensare che la Carter si muove pienamente nel solco delle teorie degli anni 70′ dove la dominante voce narrativa maschile viena sostuita da una più forte voce critica femminile.
Angela Carter, i romanzi tra realismo magico e post femminismo
Se si analizzano le raccolte di racconti e i romanzi più noti di Angela Carter come “The Passion of New Eve”, Nights at the Circus” e “Wise Children”ne emergono due componenti fondamentali. La prima è una scrittura acuta dove il realismo satirico e impianto affabulatorio si fondono insieme. Il tutto in una rappresentazione di un mondo fantastico ed onirico segnano da personaggi dalla corporalità ibrida e sessualmente ambigua nel rispetto del poliformismo del romanzo post modernista. Questo impianto si regge anche grazie al riferimento ai grandi autori del passato come Baudelaire e Shakespeare.
La seconda componente è una concezione della femminilità che tende seguire sia il femminismo che il postfemminismo. Da un lato, basti pensare a “The Passion of New Eve” e “Nights at the Circus”, ritroviamo gli ideali propri dalla corrente “New Woman”. D all’altro dal modo crudo forte in cui la Carter rappresenta l’universo femminile ne emerge una anche una visione postfemminsista che superara i canoni femministi tematici della donna in favore della nuova sessualità della società moderna.
Stefano Delle Cave
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