Walt Disney. Bastano due parole, legate insieme da metri di pellicola, per evocare dei ricordi indelebili intrisi di emozioni, sogni fanciulleschi e speranze per il futuro.Non importa cosa recita la carta d’identità: chi ha avuto la fortuna di crescere fra una trama, una battuta oppure un trauma disneyano, non riuscirà più a fare a meno dei lungometraggi della casa cinematografica fondata a Burbank, California. Inizio anni ’90, la Walt Disney Pictures non sbaglia un colpo: dopo aver consegnato alla storia film eccezionali come ‘La Sirenetta‘ (1989), ‘La Bella e la Bestia‘ (1991) ed ‘Aladdin’ (1992), gli studios d’animazione decidono di esagerare! Esagerare? E in che modo? Nel 1994 gli eredi del vecchio Walt, riescono nell’ardua impresa di migliorarsi ulteriormente creando IL capolavoro per eccellenza: ‘Il Re Leone‘.
La trama del film è famosissima: Simba, piccolo erede al trono, fugge dalla savana dopo la morte del padre, il re delle terre del branco. Suo zio Scar, assassino del regale fratello, incolpa il leoncino della prematura dipartita del padre invitandolo a scappare; Simba, visibilmente scosso, fugge inseguito dalla iene, servitrici di Scar. Anni dopo il leone ormai adulto, dovrà rivendicare il suo regno, ormai in rovina per la politica tirannica del nuovo re, affrontando lo zio usurpatore.
Prima pellicola Disney con la totale assenza dell’uomo, diventa fin da subito un successo mondiale senza precedenti incassando 951 milioni di dollari; il film viene catapultato da pubblico e critica nella storia dei lungometraggi d’animazione, solo il cielo poteva contenere adeguatamente la popolarità ed il successo di Simba e compagni! I giusti riconoscimenti non tardano ad arrivare: nonostante l’Oscar al miglior film d’animazione sia stato introdotto soltanto (e colpevolmente) nel 2002, la pellicola vince il Golden Globe come miglior film commedia o musicale, oltre al trionfo della statuetta più agognata del cinema e di un altro Golden Globe per la miglior colonna sonora (opera del grande Hans Zimmer), per la miglior canzone (‘Can you feel the love tonight‘ firmata da Elton Jonh) e riceve due nomination per le canzoni ‘Circle of Life‘ e l’irriverente ‘Hakuna Matata‘.
Sapete che nel lungometraggio c’è lo zampino della DreamWorks? Ma come è possibile? Come possono due case d’animazione rivali, firmare una tregua e permettere all’altra di sfoderare un capolavoro storico? Al progetto ‘Re Leone’ ha lavorato un certo Katzenberg (fondatore insieme a Spielberg e Geffen della DreamWorks) e Sanders, sue le scenografie meravigliose del film. Chi è Sanders? Avete presente ‘How to Train your Dragon‘ ed ‘I Croods‘? Lavori strepitosi sfornati dagli studios di Glendale grazie alla sua direzione!
Perché questo film è così apprezzato? Cosa ha creato la netta divisione fra il 32° Classico e gli altri? Scopriamolo insieme!
“Essere re vuol dire molto di più che fare tutto quello che vuoi.Tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio e come re, devi capire questo equilibrio e rispettare tutte le creature: dalla piccola formica alla saltellante antilope. Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba, e le antilopi mangiano l’erba, così siamo tutti collegati nel grande Cerchio della Vita!”
Vi domando: quanti di voi da bambini, sono riusciti a capire la profondità assoluta di queste parole? In quanti, invece, hanno riscoperto la pellicola da adulti? Per tutti è così: il ‘Re Leone’ è un film amato dai bambini per i personaggi, per i colori, per le scene d’azione e dagli adulti per la vasta gamma delle tematiche trattate. Emozionante, divertente, epico nella sua semplice narrazione: i personaggi, curati nei minimi dettagli ed approfonditi magistralmente, scorrono in sceneggiature variopinte, diverse ed accattivanti: il cimitero degli elefanti tetro e dimenticato, la lucente e solenne ‘Rupe dei Re‘, la Versailles della corte di Mufasa e Simba, i coloratissimi prati, il deserto sterile ed infine il mondo di Pumbaa e Timon. L’Africa e la sua conturbante atmosfera a portata di televisore. Vogliamo parlare della canzone ‘Be Preparated‘ cantata da Scar? Gli autori del film spiattellano davanti agli occhi dello spettatore un tragico riassunto degli anni ’30, l’era del Totalitarismo: Scar assume le fattezze di Mussolini (Fascismo) perché rovescia la Monarchia, diventa Hitler (Nazismo) quando prende il potere con la forza ed osserva dal suo pulpito la marcia nazista delle iene ed utilizza le parole di Stalin (Stalinismo) “seguitemi e non soffrirete più la fame” promettendo terre e cibo ai suoi seguaci. Il monito è forte e chiaro: cari spettatori, i dittattori, o chi limita la libertà altrui, sono una piaga ed il popolo prima o poi (le iene) si ribella deponendo il despota di turno!
Scar, infatti, viene ucciso e mangiato alla fine del film proprio dal suo esercito! Più chiaro di così, si muore! In Tutto questo ben di Dio, Simba (che in shwahili, lingua dell’Africa Orientale, significa leone) è nettamente il protagonista del film: il personaggio centrale, infatti, ha la pretesa di crescere insieme allo spettatore piccolo e ricordare giovinezza e responsabilità all’adulto. Perché? Simba, crescendo, passa dalla sfrontatezza e spensieratezza adolescenziale “correre in libertà, fare ciò che mi va” e “io sarò un grande re, nemici attenti a voi”, alle riflessioni adulte sulla riconquista del trono, sul senso della vita e, non ultimo, sull’accettazione delle proprie responsabilità.
Fra la gioventù da leoncino e le pretese di potere c’è un abisso di film inesplorato: la fuga dopo la morte del padre, porta Simba a conoscere Pumbaa e Timon. Di fatto, la prima crescita del protagonista. Le paure, la debolezza ed i rimorsi vengono spazzati via dalla canzone ‘Hakuna Matata‘ (che significa davvero senza pensieri in shwahili); dopo un avvenimento brutto c’è sempre, dietro l’angolo, una ripartenza. Inusuale magari, ma pur sempre un nuovo inizio: Simba si lascia alle spalle il passato, il suo regno ed inizia la nuova vita con i suoi nuovi compagni d’avventura (elogio all’amicizia ed alla diversità fra razze) fra divertimenti vari, le regole sono bandite!
Chi riporta il giovane leone sulla strada corretta? Il duo Nala-Rafiki. Nala (dono in shwahili) è la vecchia compagna di giochi di Simba, sua promessa sposa. La leonessa può essere annoverata fra le principesse Disney: fiera e forte, non accetta che il suo destino sia deciso dal tiranno Scar così fugge in cerca di salvezza, di una nuova esperienza trovando, i casi della vita, proprio Simba ormai creduto morto. Alzi la mano chi non si è emozionato con ‘Can you feel the love tonight‘, ovvero la colonna sonora dell’amore che, improvvisamente, sboccia fra Nala e Simba. L’amore dipana parte della nebbia che per anni ha offuscato il giudizio dell’erede al trono, il sentimento più forte del mondo utilizzato come grimaldello per azzerare paure ed incomprensioni; l’amore vince sempre ed è il motore per gli avvenimenti più belli ed importanti nella vita di un essere vivente.
L’altro banco di nebbia, viene diradato dalla scimmia, consigliere di Mufasa ed amico della corona, Rafiki (amico in shwahili) che conduce il protagonista in un toccante viaggio interiore carico di significati: il babbuino ricorda a Simba che il padre non è morto ma vive in lui attraverso i ricordi e le sue azioni.
“Simba, mi hai dimenticato?”
“No, come avrei potuto?”
“Hai dimenticato chi sei, e così hai dimenticato anche me! Guarda dentro te stesso, tu sei molto di più di ciò che sei diventato. E devi prendere il tuo posto nel Cerchio della Vita”
“Come posso tornare? Non sono più quello che ero!”
“Ricordati chi sei, tu sei mio figlio e l’unico vero re! Ricordati chi sei…”
Le azioni “scellerate” di Simba infangano la memoria del padre: Mufasa non ha insegnato al figlio a fuggire dai problemi, ad abbandonare chi ha bisogno di lui. I grandi re del passato, attraverso le stelle, vegliano sull’erede al trono. Per il regno, Simba deve tornare a reclamare ciò che è suo di diritto!
“Ahia! Ma che male, perchè mi hai colpito?”
“Non ha importanza, ormai è passato!”
“Si ma continua a far male!”
“Oh si, il passato può fare male ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare oppure imparare qualcosa!”
La prima bastonata è andata a segno, la seconda no: il passato, per quanto doloroso, è alle spalle di Simba. Davanti, invece, c’è la possibilità di un futuro radioso da conquistare con tenacia ed impegno, i fantasmi antichi non devono interferire con gli obiettivi presenti e futuri! Ci rendiamo minimamente conto del meraviglioso messaggio che il lungometraggio ci manda? Un inno alla gioia, alla possibilità di un futuro migliore per tutti. Nessuno deve essere influenzato da fallimenti passati o da ricordi dolorosi: il futuro è una pagina ancora da scrivere con determinazione ed ottimismo!
Simba torna a casa ma è tutto cambiato: le lussureggianti vallate, l’acqua e gli animali hanno lasciato spazio all’arido deserto ed ammassi di scheletri. Il suo regno sta progressivamente morendo per mano dello zio Scar, sfruttatore di risorse (ecco qui la denuncia ambientale) e tiranno incompetente. Il bene ed i valori sani abbattono sempre il male e Scar esce mestamente di scena in favore del nipote, nuovo e legittimo re della rupe! Simba, sotto la pioggia battente di un nuovo regno, sale regalmente la sommità della ‘Rupe dei Re’ cadenzando lentamente, come se accettasse il peso delle sue nuove responsabilità, i suoi passi. In cima, un ruggito liberatorio fa tremare di gioia tutta la savana: il re è tornato, viva il re!
‘Il Re Leone‘ non è soltanto un film: è l’estremo capolavoro della Disney, un coacervo d’insegnamenti e parabole positive. Il film che grandi e piccini, magari insieme sul divano, devono assolutamente vedere e rivedere negli anni, crescendo assieme a Simba. Siamo tutti un po’ Simba, siamo tutti un po’ re. I sovrani della nostra vita, delle nostre azioni. Nessuno ci toglierà la libertà di sbagliare, di amare e di sognare: la vita è un bene talmente prezioso che non può essere offuscata da rimorsi e paure di un passato che, nonostante i suoi maledetti echi, non deve mai far paura. Viva ‘Il Re Leone’, viva la Walt Disney!
ANDREA MARI
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