Ennesima violenza sessuale a scapito di una ragazza minorenne. Succede a Napoli, precisamente a Marechiaro, nel noto quartiere Posillipo.
L’episodio risale al 28 di maggio ma la ragazza ha avuto il coraggio di denunciare i fatti solo negli ultimi giorni.
Ma cosa era successo?
La ragazza si trovava in compagnia di un amico, di cui si fidava, insieme ad altri conoscenti, anche loro minorenni, quando ad un certo punto i ragazzini la hanno accerchiata e il fidato amico, dopo averla condotta in un luogo isolato con la scusa di prendersi una bibita, si è defilato lasciandola nelle grinfie dei conoscenti. Una vera e propria trappola nella quale la minore è stata portata dal suo amico che non ha nemmeno provato a impedire il fatto.
Impotente, la ragazza è stata prima palpeggiata e successivamente abusata da uno dei violentatori, precisamente un diciassettenne. Al fatto avrebbero assisitito anche altri ragazzi presenti che però non avrebbero partecipato alla violenza della ragazza, tuttavia non avrebbero fatto nulla per fermare i loro coetanei e proteggere la minore.
La ragazza, riportando diversi segni tipici di una violenza sessuale, si era recata in ospedale e aveva avuto il coraggio di confessara i fatti solo ad un’amica, ai genitori aveva invece detto che si era trattato di un rapporto consensuale.
“Io mi sono fidata, sembravano dei bravi ragazzi […] e poi, cosa mi poteva accadere a Marechiaro? – ha raccontato la ragazza all’amica – In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata“.
Solo più tardi, qualche giorno fà, la minore è riuscita a confessare il tutto, spronata dall’amica, sporgendo denuncia alle autorità.
Per questo è stato aperto un fascicolo a carico dei minori coinvolti e la procura sta portando avanti le indagini. Intanto, sono già stati individuati dalla stassa sedicenne i suoi violentatori, grazie ad un’accurata ricerca su Facebook, consentendo alle autorità di circoscrivere il gruppo.
I tre ragazzi sono ora difesi dal penalista Matteo De Luca dello studio Krogh, il quale sostiene ci siano incongruenze nei racconti della sedicenne, in grado di modificare la posizione dei suoi assistiti.
“La versione offerta dalla ragazza presenta lacune e aspetti contraddittori. Uno dei tre miei assistiti si è sottoposto all’esame del Dna. Le indagini sono ancora in fase preliminare, non c’è stato ancora l’incidente probatorio della ragazza – afferma il penalista, che continua dicendo – Si tratta di famiglie semplici, ma gente semplice, che lavora. I tre ragazzi e la studentessa si conoscevano di vista, frequentavano lo stesso bagno“.
Dopo che i fatti hanno sconvolto tutta la comunità di Napoli, ingenerando dibattiti su dibattiti, la diatriba ha infuocato anche i social, dove i difensori della ragazza si sono scontrati con gli amici degli indagati, dando luogo a minacce e offese pesanti. Forse ancora di più della violenza fisica.
“Facciamo in modo di non ripetere con la ragazza che ha denunciato di essere stata violentata sugli scogli di Marechiaro gli stessi errori commessi con la ragazza violentata a Pimonte che è stata costretta a scappare in Germania con la sua famiglia perché non resisteva più ai commenti e alle voci messe in giro contro di lei dai suoi concittadini” – afferma il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.
Interviene a spada tratta il presidente della Prima Municipalità di Napoli (Chiaia, Posillipo, San Ferdinando), Francesco de Giovanni: “Quanto accaduto a Marechiaro è di una gravità inaudita. Sui reati commessi da minori occorre abbassare l’età imputabile, perché l’aumento di reati commessi da minorenni affonda le radici proprio nella consapevolezza dell’impunità“.
Ora per i ragazzi, tutti minorenni, si apre la possibilità di essere sottoposti al processo minorile e anche di essere destinatari di misure cautelari di un certo peso e non trascurabili, in grado di segnarli per il futuro.
Lorenzo Maria Lucarelli