Di relitti marini, si sa, è pieno il mondo (o il mare) e il loro fascino attira appassionati di immersioni, studiosi e “uomini d’affari” in cerca di qualche tesoro: i reperti del Titanic, gli strumenti di Vasco da Gama, monete d’oro e d’argento dei galeoni ai tempi dei conquistatori, fino alle macchine ancora nella stiva del “Rigoletto” affondato in Sicilia nel 1980.
Di seguito però abbiamo voluto elencare i 5 più scenografici:
Lo Sweepstakes fu un veliero canadese che, a causa di ingenti danni, fu abbandonato nel 1885 al largo di Cove Island, nel lago Huron, nella regione dei grandi laghi tra Usa e Canada (che sono grandi come veri e propri mari!), da lì fu poi trainato in una baia poco distante dove è possibile ammirarlo grazie alla perfetta limpidezza delle acque che lo sommergono appena.
Nella baia di Homebush sul fiume Parramatta, dove è stato costruito il villaggio olimpico di Sidney, ci sono diversi relitti di vecchie imbarcazioni e la loro particolarità è quella di essere diventate delle “foreste galleggianti”: in questo caso la vegetazione ha completamente ricoperto gli scafi, creando delle vere e proprie attrazioni turistiche naturali, come quella della SS Ayrfield vecchia nave a vapore del 1911.
Navi nel deserto?! Altro luogo pieno di relitti è la Skeleton Coast in Namibia, chiamata così proprio per la quantità di navi arenate ormai ridotte a scheletri. Il posto è un vero inferno per la navigazione per colpa delle forti correnti dell’Oceano, dei venti bollenti che arrivano dal deserto del Namib e delle pericolose nebbie che si creano all’improvviso. A farne le spese anche la Eduardo Bohlen, il cargo naufragò nel 1909 e a causa del continuo spostamento delle dune del deserto giace addirittura nella sabbia a 400 metri dalla costa!
Ovviamente non poteva mancare il relitto di Zante: la nave Panagiotis (varata nel ’37 in Scozia) fu un’imbarcazione usata dai contrabbandieri per il mercato nero di sigarette e alcol tra la Grecia e la Turchia, nel 1980 durante un inseguimento della guardia costiera greca, tentò di nascondersi in quella che all’epoca era una semplice insenatura restando però incagliata nella secca.
L’equipaggio abbandonò così la nave e il suo prezioso carico fu “depredato” dalla popolazione locale (si dice che per anni sull’isola si fumarono solo sigarette di contrabbando!). Fu proprio il relitto il responsabile della creazione di quella che oggi è una delle spiagge più belle e caratteristiche del mondo: accessibile solo via mare, quella che in passato si chiamava San Giorgio delle Rocce, oggi si chiama Spiaggia del Navagio e cioè del naufragio, appunto.
Anche l’Italia, ovviamente, ha i suoi numerosi relitti sparsi per il mare e tra questi il più famoso (oltre al sopracitato Rigoletto che affondò, con ancora all’interno il suo prezioso carico di auto nuovissime, al largo di Messina) è quello della Eden V, petroliera di origine giapponese incagliata e abbandonata sulla spiaggia di Lesina, in pieno parco naturale del Gargano; una storia tipicamente italiana fatta di indagini, tentativo di rimozione lasciato a metà e misteri sul carico (Legname? Materiali radioattivi? Armi di contrabbando?)
Di seguito le coordinate Google Maps per vedere “dal vivo” i relitti:
Sweepstakes tra USA e Canada
SS Ayrfield a Sidney
Eduard Bohlen nel deserto del Namib
Panagiotis a Zante
Eden V nel Gargano
MIRO PATERNO’