In concorso alla 70° mostra internazionale del cinema di Venezia, “Philomena” ha sciolto i cuori di critici e spettatori. Il regista Stephen Frears è un autore inglese, celebre per i suoi raffinati ritratti storici femminili (“The Queen”, “Florence”, “Victoria e Abdul”) e per la sua capacità di conciliare dramma e humor. Il suo ultimo film “The lost king” con Sally Hawkins è stato presentato alla Festa del cinema di Roma nel 2022.

Il dramma attinge dalla storia vera da cui il film è tratto, raccontata nel libro “The Last Child of Philomena” del giornalista Martin Sixsmith. Philomena Lee è una giovane ragazza madre, che nell’Irlanda patriarcale e conservatrice degli anni ’50, fu costretta a subire la separazione da suo figlio di tre anni dato in adozione a una famiglia americana. Nonostante l’atroce violenza perpetrata dalla comunità di suore in cui era stata spedita, Philomena intraprenderà la ricerca del figlio perduto per tutta la vita, arrivando in età avanzata ad essere affiancata dal giornalista Sixsmith. Tra i due nascerà un’amicizia disinteressata.

Philomena: il duetto vincente tra Judy Dench e Steve Cogan

Judy Dench e Steve Cogan in una scena del film "Philomena" (2013)
Judy Dench (Philomena Lee) e Steve Cogan (Martin Sixsmith) in una scena del film

Il film si concentra sull’ultimo tentativo di Philomena di avere notizie di suo figlio. Judy Dench è Philomena Lee, in uno dei ruoli più commoventi della sua carriera, mentre Steve Cogan è Martin Sixsmith, giornalista ambizioso dal sorriso conciliante.

Una coppia inedita di grandi attori inglesi che funziona nel contrasto, in quei momenti più distesi del film in cui l’esuberanza di Philomena travolge il distacco professionale del giornalista, in cui la schiettezza della donna dalla fede indistruttibile si riversa sulla razionalità cinica dell’intellettuale.  

La sceneggiatura, premiata a Venezia e ai British Academy Film Award, si muove con agilità su diverse epoche e continenti grazie al sostegno di un montaggio che integra con armonia i diversi flashback al tessuto narrativo contemporaneo. Si passa dagli anni ’50 in Irlanda ai primi anni del XXI° secolo in Inghilterra e per finire si arriva in America, la tappa della verità. In ogni scenario la messa in scena è minuziosa.

La regia dalle inquadrature pulite, mette in risalto gli attori e anche la fotografia si mette al servizio degli interpreti, nel privilegiare tinte tenui che esaltano lo sguardo ceruleo di Judy Dench, in grado di racchiudere tutta la malinconia e la tenacia di Philomena.

Eleonora Ceccarelli

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