A Milano entrerà in vigore il registro alias per l’utilizzo del nome di elezione al posto di quello anagrafico. La mozione era stata presentata circa un anno fa dalla consigliera del PD Monica Romano, non a caso prima consigliera trans del Comune di Milano.

Grazie al suo impegno, non senza polemiche, l’aula di Palazzo Marino ha approvato l’introduzione del registro alias. Mancano pochi aggiustamenti, gli ultimi cavilli sulla privacy, prima di poter introdurre il registro. Secondo le promotrici, Romano e la consigliera delegata alle Pari opportunità Elena Lattuada, in primavera dovrebbe vedersi realizzato.

Ne usufruiranno tutte le persone trans che vivono quotidianamente l’incongruenza tra il nome sulla carta d’identità e quello di elezione. Sarà un importante passo avanti non solo per la vita quotidiana, l’abbonamento dei mezzi di trasporto o per i badge lavorativi, ma permetterà anche di recarsi ai seggi elettorali con il proprio nome di elezione.

Ecco che cosa cambierà con l’introduzione del registro alias a Milano e chi ne beneficerà.

Che cos’è il registro alias?

Un piccolo passo avanti per il Comune di Milano, un grande riconoscimento per le persone trans. La vita quotidiana può essere molto complessa per chi non vede riconosciuto il valore della propria identità, neanche dai documenti che ha nel portafoglio. Per questo il registro alias, come la carriera alias all’interno di scuole e università, semplificherà la vita di molte persone.

La consigliera comunale Monica Romano, promotrice della mozione per il registro alias, definendo le tempistiche dell’introduzione del registro ha commentato che “non si può più aspettare“. Dopo mesi di studio è tempo di sciogliere gli ultimi cavilli e permettere alle persone trans di uscire fuori dal limbo giuridico della rettifica anagrafica.

A cosa serve?

Il registro alias avrà lo scopo di semplificare delle pratiche che per altri sono del tutto normali. Per esempio grazie al registro alias, e quindi l’applicazione dell’identità alias, sarà possibile a livello comunale emettere tessere, abbonamenti e altri documenti comunali con il nome di elezione.

Rientrano in questi per esempio le tessere delle biblioteche, gli abbonamenti per i trasporti locali, i documenti aziendali dei dipendenti e delle aziende partecipate al Comune. Soprattutto sarà esercitare il diritto di voto ai seggi elettorali con il proprio nome di elezione.

Quando sarà attivato il registro alias e per chi?

A un anno dalla mozione, i tempi di attesa sono ormai brevi. Secondo le promotrici della mozione entro la primavera dovrebbe essere attivato il registro alias. A usufruirne saranno soprattutto le persone più giovani, quelle che secondo le reti e gli sportelli trans dichiarano di soffrire di più le criticità della discrepanza tra il nome anagrafico e quello di elezione.

Le cifre di chi potrebbe richiedere l’iscrizione al registro sono al ribasso. Al momento si pensa saranno circa 150-200, ma solo perché questo è il numero delle persone stimato dai centri per la disforia di genere come quello dell’Ospedale Niguarda o dagli sportelli di consulenza del capoluogo.

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Articolo di Giorgia Bonamoneta