Vittoria a Montpellier. Sconfitta in finale a Rotterdam contro Daniil Medvedev. Il 2023 non è iniziato malissimo per il tennista altoatesino Jannik Sinner che era chiamato, come tutto il movimento nostrano della racchetta, a dare nuove risposte dopo il periodo di appannamento condito, anche, da diversi guai fisici. Il ragazzo è davvero pronto per il salto di qualità finale? Ecco i pregi e i difetti del suo gioco emersi da un’analisi molto autorevole.
Le parole di Paolo Bertolucci su Jannik Sinner a La Gazzetta dello Sport
“Ha vinto il più forte e dunque applausi a Medvedev. Era apparso chiaro, durante la settimana, che il russo stesse ritrovando le certezze e le sensazioni di quando guardava tutti dall’alto con il suo numero uno in classifica, ma non mi aspettavo potesse raggiungere il livello mostrato nella Finale di Rotterdam. La sconfitta di Sinner non rappresenta certo un passo indietro, ma anzi la conferma di una maturazione e di una consapevolezza che lo porteranno lontano in questa stagione, sempre che i problemi fisici gli concedano tregua. Per un’ora, Jannik è stato il miglior giocatore in campo contro una versione di Medvedev vicina a quella dei gorni migliori. Dal secondo set in poi, complice anche la maggior aggressività di Medvedev, Sinner ha avuto un rendimento troppo alterno con il servizio e per tenere la velocità di palla di chi aveva di fronte è incorso in troppi gratuiti, in particolare con il dritto. E’ evidente, come testimoniano le cinque sconfitte in altrettanti incontri, che il gioco del russo presenti ancora enigmi insolubili per il nostro giocatore, che forse avrebbe potuto ancor di più provare la via della rete per concedersi opportunità alternative. La partita ha anche detto che al momento Jannik non possiede nel servizio un’arma in grado di garantirgli il cambio di registro quando il canovaccio tattico lo richiede“.
Non solo fattori negativi…
“Non è una bocciatura, il ragazzo, nelle ultime due settimane, ha mostrato progressi in tutti i settori del gioco, rafforzando con una vittoria e un’altra finale la scelta di cambiare allenatore presa giusto un anno fa. Sinner è una spugna, nel senso che è abilissimo ad assorbire ogni direttiva che gli venga fornita dal suo team, e dunque saprà trarre lezioni proficue anche dalla sconfitta di ieri. Semmai il fatto che da molti sia vissuta come una delusione una sconfitta in finale contro un ex numero del mondo, dopo aver vinto un altro torneo una settimana fa, quasi dimenticando che stiamo parlando di un ragazzo di 21 anni, dà l’idea delle aspettative che Sinner si porta sulle spalle. E che continuano ad essere ben riposte. Ora più che mai“.
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