La Turchia ha annunciato ufficialmente per il 9 marzo la ripresa dei negoziati con Finlandia e Svezia per l’adesione alla NATO.
La ripresa dei negoziati con Svezia e Finlandia
L’annuncio fatto lascia ben sperare circa un’apertura quanto meno verso la Finlandia, nei confronti della quale Ankara pare esser più propositiva circa l’andamento dei negoziati; proprio per questo la Turchia avrebbe ribadito la possibilità di una divisione delle candidature: non studiare quindi il caso di annessione della penisola scandinava, ma di intendere i due paesi come soggetti di diritto internazionale separati, facendo sì che l’esito dei negoziati dell’uno non vada a inficiare l’esito dell’altro.
L’ANSA riporta le dichiarazioni a tal proposito enunciate dal ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu durante una conferenza stampa trasmessa dalla tv di Stato turca: “Il nostro presidente (Recep Tayyip Erdogan) ha detto chiaramente che possiamo separare il processo di adesione di Svezia e Finlandia, il nostro approccio verso la Finlandia è più positivo”. Tali dichiarazioni sarebbero già state esposte precedentemente da Erdogan al Segretario generale della NATO Stoltenberg e con il presidente USA Biden.
La posizione di Erdogan
La necessità da parte di Finlandia e Svezia di propende a una repentina annessione alla NATO è stata velocizzata esponenzialmente dai rischi sempre più palpabili dovuti al conflitto russo-ucraino in quanto, a più riprese, il Cremlino avrebbe mostrato i denti aguzzi in direzione del confine scandinavo, sempiterno baluardo di neutralità, esponente della storica “finlandizzazione” di epoca sovietica.
Il limite all’ingresso nella North Atlantic Treaty Organization dei paesi scandinavi è stato fortemente voluto dalla Turchia, sia per le questioni concernenti i rifugiati curdi, sia per gesti di estrema protesta politica e culturale come, ad esempio, il recente gesto di Rasmus Paluden, leader di estrema destra, che ha dato alle fiamme una copia del Corano davanti all’ambasciata turca a Stoccolma, nel medesimo giorno in cui nella capitale si è tenuta una manifestazione per i curdi.