Il 9 marzo del 1959 veniva lanciata quella che sarebbe diventata la bambola più venduta al mondo: Barbie. Ripescando tra i ricordi dei giochi di bambina, molte di noi avranno immediatamente davanti agli occhi l’immagine di una biondina magra, con i capelli lunghi e gli occhi azzurri. Pelle impeccabile, naso perfetto. Gambe lunghissime e snelle. Pancia piatta. Inventando qualche percentuale, il 90% sorriderà ricordando i lontani pomeriggi passati a vestirle e svestirle, pettinarle i capelli e farle girare tutto il salotto di casa alla guida di una decappottabile rosa.

Quante bambine in una Barbie

Barbie stem © radiosubasio

Negli ultimi anni Mattel, azienda produttrice di Barbie, ha deciso di restituire alla bambola i molti volti e corpi proiettati su di lei dalle bambine che ci giocano dal 1959. Se nel 1980 era stato raggiunto in importante traguardo, includendo per la prima volta la Barbie afroamericana, a partire dagli anni 2000 Barbie ha cercato di assumere su di sè tutte le donne possibili a partire proprio dalla fisicità. Linee più morbide, curvy, tutti i colori della pelle e i lineamenti etnici presenti al mondo; ha mostrato le smagliature, la pancetta o il viso segnato dall’acne. Inoltre, in occasione della Giornata Internazionale della donna 2018 Mattel ha deciso di cominciare a proporre modelli di donne di ieri e di oggi: le Inspiring Women.

L’azienda madre, dopo aver indagato e appreso che le mamme di oggi sono preoccupate per i modelli di donne che vengono proposti alle loro figlie, ha deciso di far sì che le bambine potessero giocare con delle bambole che incarnassero valori positivi, modelli da cui trarre ispirazione.
Ogni bambina ha il diritto di diventare una vincente e quello di poterlo immaginare. Insomma, di inventarsi un futuro. Da allora, ogni anno Barbie assume i panni di donne che sono d’ispirazione per le giovanissime che le tengono strette nelle loro mani.

Dopotutto, è a lei che le bimbe fanno vestire abiti che sono troppo piccole per indossare, lei che esplora il mondo degli adulti per loro e incarnava la voglia di sentirsi grandi. Abbiamo tutte sognato di essere tante donne, da bambine, e la Barbie è sempre stata l’unica a consertici di diventarlo.
Nel tema di italiano scrivevamo che saremmo diventare dottoresse? Alla nostra Barbie avremmo certamente fatto indossare un camice bianco. Ballerine? Il tutù rosa addosso alla nostra bambola avrebbe aiutato a rendere tutto più reale.

Role Models: 7 leader delle discipline STEM diventano Barbie

In un tempo in cui gli ideali da consegnare a piccole donne e piccoli uomini sembrano mancare; in cui i modelli autentici a cui potrebbero ispirarsi arrancano in mezzo a chi promuove apparenze e vita facile, Barbie quest’anno ha deciso di assumere le sembianze di 7 leader delle discipline STEM. Donne che, a prescindere dalla loro estrazione, professione e nazionalità, hanno raggiunto il successo e ruoli di prestigio nelle discipline scientifiche, ancora sottorappresentate. Le scienze, la matematica, la tecnologia e l’ingegneria sono infatti ambiti ancora poco frequentanti dalle donne. Proprio per questo Mattel ha voluto celebrarle, per incoraggiare le bambine, anche attraverso il gioco, a seguire la loro passione.

Il gruppo comprende donne pioniere STEM provenienti da tutto il mondo: Maggie Aderin-Pocock, scienziata spaziale ed educatrice del Regno Unito; Antje Boetius, ricercatrice marina e microbiologa tedesca; Li Yinuo, co-fondatore di ETU Education, una startup scolastica in Cina che offre un’istruzione più personalizzata; e Katya Echazarreta, un ingegnere elettrico che ha lavorato a cinque missioni della NASA e la prima donna nata in Messico a viaggiare nello spazio.

Le sorelle Wojcicki diventano delle bambole

«Sembra surreale che le storie della mia famiglia possano interessare e avere un impatto sulla vita delle bambine e delle ragazze di tutto il mondo -ha dichiarato Anne Wojcicki, CEO di 23andME – Spero che condividere le nostre storie incoraggi le bambine e le ragazze a provare qualcosa di nuovo, ad affrontare qualcosa che potrebbe spaventarle e a considerare le sfide come opportunità entusiasmanti».

«Capisco in prima persona che i modelli di ruolo sono essenziali per le ragazze per vedere cosa è possibile. All’inizio della carriera ho faticato a trovare storie di ispirazione di altre donne che eccellevano nelle materie STEM, specialmente nell’epidemiologia – ha commentato Janet Wojcicki, professore di Pediatria ed Epidemiologia, UCSF – Sono rimasta colpita dalla crescente rilevanza globale di Barbie per le bambine di tutte le comunità e ho visto in prima persona, attraverso il mio lavoro, l’importanza di Barbie per le bambine dell’Africa sub-sahariana e latine».

Anche la terza sorella, Susan Wojcicki – CEO di YouTube – è orgogliosa di essere diventata una bambola. «Crescendo, non immaginavo che avrei avuto una carriera nella tecnologia. Io e le mie sorelle abbiamo trovato lavori che amiamo e abbiamo scoperto quanto possano essere creative e appaganti le carriere nelle materie STEM».

Inspiring Women: modelli da seguire

Nel 2018, la bambola di Frida Kahlo, pittrice messicana della prima metà del Novecento, era al fianco di Patty Jenkins, regista americana di Wonder Woman e Monster, e di Chloe Kim, campionessa americana di snowboard. Con loro, nella collezione Inspiring Women lanciata da Mattel per quell’8 marzo, c’erano Hui Ruoqi, capitano della squadra cinese di pallavolo femminile, medaglia d’oro ai giochi estivi del 2016; Martyna Wojciechowska, giornalista polacca e seconda donna nella sua nazione ad aver conquistato le cosiddette Sette Vette, dal Monte Bianco all’Everest.

E poi Katherine Johnson, pioniera afroamericana della matematica che negli anni 50 del secolo scorso superò le barriere della razza e del genere e si unì a un gruppo di donne assunte dalla NASA per calcolare la traiettoria del primo volo con equipaggio americano nello spazio. Inoltre, Hélène Darroze, cuoca francese con due stelle Michelin e tre ristoranti; Sara Gama, italiana classe 1989, capitana della nuova squadra femminile della Juventus dal 2017; Bindi Irwin, naturalista e ambientalista australiana; Nicola Adams Obe, campionessa di boxe inglese; Xiaotong Guan, attrice cinese e Yuan Yuan Tan, anche lei cinese, Prima Ballerina del Balletto di San Francisco. Infine, Leyla Piedayesh, iraniana fondatrice del marchio di moda Iala Berlin, e Amelia Earhart, la prima aviatrice a volare attraverso l’Oceano Atlantico, sfidando le convenzioni del tempo e fissando nuovi record.

Barbie the Icon nei musei

Qualche anno fa alla Barbie è stata dedicata una mostra, Barbie The Icon. Portata nel tempio della cultura, il museo, le è stato finalmente riconosciuto il suo peso in quanto vero e proprio simbolo culturale. Oggi un hotel al centro di La Paz, in Bolivia, ospita una mostra con circa 3000 pezzi. Tra queste bambole ci sono anche Barbie con addosso abiti tradizionali indigeni, quelli del folklore boliviano, ma anche le cholitas luchadoras che rendono omaggio alle donne ayamara dedite al wrestling.

Barbie, dal momento in cui ha fatto il suo ingresso nel mercato e nelle vite delle bambine, è stata al passo con i tempi facendosi veicolo di messaggi di inclusione, uguaglianza, parità di genere e libertà. Anche giocando con lei le bambine formano la consapevolezza di sè e costruiscono la propria autostima. Tenendola tra le proprie mani la riconoscono come una proiezione di sè, si riconoscono loro stesse e le consegnano un sogno.

Margot Robbie diventa Barbie al cinema

Chi crede che Barbie sia solo una bambola si sbaglia, per nessuna bambina è mai stata soltanto una bambola. E se è arrivata nei musei, non poteva mancare al cinema. Il 23 luglio, infatti, uscirà il primo film non di animazione con Barbie protagonista. La pellicola, diretta da Greta Gerwin che ha scritto la sceneggiatura insieme al marito, il regista Noah Baumbach, promette di essere sorprendente, di eludere tutte le aspettative che si hanno sulla sua storia.

Nel primo trailer del film, uscito lo scorso dicembre, Margot Robbie veste i panni della primissima Barbie uscita esattamente 64 anni fa, oggi. L’omaggio è, oltre che a lei, a Stanley Kubrick e al suo 2001: Odissea nello Spazio. Ma qui non ci sono primati, ma bambine; bambole al posto delle ossa e invece del monolite una gigantesca Barbie. Un intro che richiama un intro e in sottofondo Così parlò Zarathustra di Richard Strauss. C’è già tutta l’eleganza, la grinta e il fascino che solo Barbie sa emanare.

“La filosofia che ruota intorno a Barbie, icona del mondo contemporaneo, ha fatto si che le bambine potessero immaginare di fare ciò che desideravano. Con Barbie ogni donna ha sempre saputo di avere infinite possibilità”.

Giorgia Lanciotti

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