Claire Elise Boucher è nata 29 anni fa a Vancouver, in Canada, un paese che negli ultimi anni si sta dando un bel da fare musicalmente parlando: la scena del synthpop da quelle parti è piuttosto viva ma Claire è la vera punta di diamante.
A prima vista potrebbe sembrare una sfigata da college, senza stile, magari trasandata con le maglie troppo larghe, capelli una volta spettinati una volta acconciati come capita e uno sguardo da nerd innamorata; niente di più sbagliato, stiamo parlando di una testa piena d’arte e di idee, troppe per dedicarsi ad un solo argomento, così i suoi album non solo semplici dischi, ma veri campionari di un mondo in cui si fondono musica, stile e sperimentazione a 360°.
Il nome d’arte è Grimes e il primo album, Geidi Primes, è dedicato alla serie fantasy/spaziale “Dune” (avevo già detto una cosa da nerd, no?) uscito nel 2010 fa coppia col secondo album uscito nello stesso anno Halfaxa (avevo già detto qualcosa riguardo all’essere un vulcano di idee?)
I due album di debutto, se così vogliamo dire, suonano come un esperimento continuo, immaginate questa giovanissima ragazza chiusa in camera a giocare con tastiere, livelli, pc e campionamenti; ok, il risultato è piuttosto acerbo ma c’è già tutto lo stile Grimes: cioè un synthpop da atmosfere a volte cupe, a volte mistiche che aleggiano su beat crudi. Sembra di stare sotto acido, sperduti in chissà quale deserto o cripta gotica.
Finito il tempo degli esperimenti è il momento di fare le cose sul serio e nel 2012 esce Visions, album che la porterà al successo, in cui le tecniche studiate in precedenza si affinano e trovano intesa con uno stile vocale sussurrato, quasi ipnotico, diviso in decine di livelli sovrapposti che circondano l’ascoltatore: occhio che il diavolo a volte si nasconde dietro un aspetto innocente e una voce suadente!
Oblivion e Genesis sono due tracce che da sole valgono l’album intero, musicalità perfetta ai limiti della dance, accompagnati da video in cui Grimes fa anche da regista confermando il suo essere artista poliedrica. Anche qui è impossibile confinare il tutto ad un unico concetto: c’è la ragazzina innocente, c’è la donna fatale, la guerriera medievale, lo street video, la fashion blogger stile tumblr, la classic Lolita giapponese..
Test superato a pieni voti è il momento del grande salto nel successo, Art Angels esce nel 2015 ed è a tutti gli effetti un disco da classifica, lo stile è sempre Grimes ma meno Grimes inteso come sporco per dirla all’inglese, un sound ripulito adatto alle radio dance tant’è che nella traccia Venus Fly (una vera bomba dai bassi senza fine) viene a farle compagnia Janelle Monàe altra grande voce femminile, artista americana arrivata al grande pubblico grazie ad un’altra collaborazione, quella con il gruppo dei Fun con i quali cantava We Are Young.
Permettendosi pezzi come California, che sembra più una parodia disimpegnata di una certa musica pop, il disco può vantare, oltre alla già detta Venus Fly, un’altra traccia rappresentativa, Realiti, che riassume perfettamente lo stile Grimes ormai maturo e adatto ad ogni latitudine.
La produzione è ferma quindi al 2015 e c’è tutta la curiosità di voler ascoltare un nuovo lavoro dato dall’inevitabile mutamento di un’artista che una pensa e cento ne fa, aspettiamo, quindi, e riproponiamo i vecchi lavori che suonano bene come fossero perfettamente attuali.
MIRO PATERNO’