Nel futuro di Pier Luigi Boschi, coinvolto in un filone dell’indagine su Banca Etruria, ci sarebbe la richiesta di archiviazione. Questo quanto trapela da fonti vicine alla procura. Il padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena Boschi, è coinvolto nel filone che riguarda la liquidazione concessa a Luca Bronchi, che di Banca Etruria era il direttore generale.
Pier Luigi Boschi credits: italia.coPapà Boschi: richiesta di archiviazione per Banca Etruria
Procede l’inchiesta caso Banca Etruria. Arriva ora la notizia che per Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, c’è aria di richiesta di archiviazione. La fonte va ricercata in persone vicine alla Procura di Arezzo. Non se ne sa ancora molto di più, ma è il caso per fare il punto sui vari filoni dell’inchiesta.
Intanto quello in cui è coinvolto Boschi senior: si tratta del filone relativo alla liquidazione concessa a Luca Bronchi, ex direttore generale dell’istituto bancario aretino. Una liquidazione sostanziosa: circa 700 mila euro, approvata dall’ultimo cda guidato da Lorenzo Rosi. E di quel cda Pier Luigi Boschi faceva parte in quanto consigliere. In un provvedimento di sequestro, però, il gup di Arezzo individuò come possibili responsabilità solo il presidente Rosi e il direttore generale Luca Bronchi.
Per sapere se arriverà o meno la richiesta di archiviazione bisognerà aspettare. Anche qui, però, sembra davvero difficile si arrivi a una condanna. Ricordiamo che lo stesso ex dg Luca Bronchi è stato assolto, nel novembre scorso, dall’accusa di ostacolo all’autorità di vigilanza insieme all’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari e a David Canestri. Contro quell’assoluzione, ora, il procuratore Roberto Rossi ha presentato ricorso davanti al gup.
Banca Etruria: gli altri filoni
Dunque Pier Luigi Boschi, ex vicepresidente e consigliere ddell’istituto di credito aretino, probabilmente uscirà dall’inchiesta. Su di lui peserebbe, a quel punto, la sola multa Consob, che ammonta ad almeno a 90 mila euro. Ma i filoni dell’inchiesta Banca Etruria sono molti.
Ad ottobre inizierà il processo per bancarotta a venti componenti dei cda guidati da Elio Faralli e Giuseppe Fornasari, in carica dal 2008 al 2011. Processo che si preannuncia complesso e certo non breve: circa duemila le richieste di costituzione di parte civile. All’apertura del procedimento, verrà anche esaminata la possibilità di riunificare l’altro filone, il cosiddetto “bancarotta bis”, che vede altri 26 imputati tra ex dirigenti e sindaci revisori, accusati di finanziamenti ‘facili’ concessi ad alcune società.
C’è poi un ulteriore filone, che vede una trentina di ex direttori di filiale e cinque dirigenti alle prese con il processo a citazione diretta davanti al giudice monocratico. Per truffa.
Federica Macchia