Era il 1990 e in campo c’era un certo Diego Armando Maradona. Gli azzurri erano guidata in panchina da Alberto Bigon che riuscì a condurre i suoi ragazzi alla conquista del secondo scudetto della storia dei partenopei, giunto dopo il vessillo ghermito qualche anno prima (1987) dalla compagine azzurra allenata da Ottavio Bianchi e condotta in campo dalla stella del Pibe de Oro. Trentatré anni di attesa. Un lasso di tempo enorme condito da successi, rinascite sportive, risalite, coppe vinte e calciatori straordinari. Da trascorsi dolorosi e gioiosi che oggi si sono sintetizzati nella festa che tutta la città attendava, ormai, da un mesetto abbondante: il Napoli di Luciano Spalletti è campione d’Italia 2022/23 al termine di una cavalcata incredibile che si è concretizzata in questa giornata di Serie A. Titolo quasi mai in discussione, con i partenopei che hanno ingranato una marcia impossibile da eguagliare per le rivali che progressivamente hanno dovuto alzare bandiera bianca dinnanzi all’incedere dei campani. È un trionfo meritatissimo che ha completamente soverchiato i pronostici di inizio stagione. Adesso può cominciare, davvero, la celebrazione del titolo tanto sognata.
Napoli campione d’Italia: il terzo scudetto nasce da un presagio nefasto spazzato via dal campo
Estate, caldo e contestazione ruggente. All’ombra del Vesuvio nessuno era contento al termine dello scorso calciomercato: la squadra di Luciano Spalletti sembrava indebolita dopo le cessioni di Kalidou Koulibaly, Fabian Ruiz, Lorenzo Insegne, David Ospina e quella iniziale (gennaio 2021) di Arek Milik. L’ossatura della formazione spazzata via dalle scelte di Cristiano Giuntoli, fortemente criticate. In città serpeggiava il malumore, mentre gli addetti ai lavori parlavano di un Napoli che difficilmente sarebbe riuscito a qualificarsi per la prossima Champions League. Mai pronostico si è rivelato più azzardato.
Dalla coltre oscura del pessimismo sono emersi proprio i nuovi acquisti che hanno riscritto la storia di questo club, legandosi alle importanti conferme della scorsa stagione. Min-jae Kim e Khvicha Kvaratskhelia, su tutti, si sono presi sulle spalle i malumori di una piazza intera lavando via il pregiudizio iniziale giornata dopo giornata a suon di prestazioni stratosferiche. Accanto ai nuovi acquisti (bene anche Giovanni Simeone, bomber di scorta, e Giacomo Raspadori) si è registrato il riscontro positivo di campioni come Victor Osimhen, Franck Anguissa, Giovanni Di Lorenzo, Stanislav Lobotka (trasformato dalla cura Spalletti) e Amir Rrahmani. Difesa retta magistralmente da Alex Meret, dodicesimo dello scorso anno che più volte è stato vicino alla cessione nel calciomercato estivo.
Un mattoncino alla volta, giocando un calcio a tratti straordinario, gli azzurri hanno eretto un muro di vittorie impossibile da valicare. Una linea Maginot insuperabile, questa volta per davvero. Almeno in Serie A. Ventisei vittorie, tre pareggi e tre sconfitte, miglior attacco e miglior difesa del massimo campionato italiano di calcio. Questi i numeri incredibili al momento dell’aritmetica del terzo titolo. Una vittoria su tutti i fronti nata da un presagio nefasto di “disimpegno societario” e “rifondazione”. Un successo incredibile anche per il presidente Aurelio De Laurentiis, secondo numero uno della storia partenopea a vincere uno scudetto dopo Corrado Ferlaino.
La partita dello scudetto a Udine
L’aritmetica è finalmente arrivata per i nuovi campioni d’Italia del calcio nostrano. Alla formazione di Luciano Spalletti bastava un punticino per salire, definitivamente, sul trono italiano del calcio e nella trasferta friulana della Dacia Arena è finalmente arrivato l’ultimo passettino determinante: il Napoli è ufficialmente il campione di questa Serie A. Dopo essere andati sotto contro l’Udinese, la rete di Victor Osimhen ha suggellato un trionfo atteso da ben trentatré anni. Una chiusura del cerchio anche per il tecnico di Certaldo che si era imposto in bianconero centrando un’incredibile Champions League. L’esplosione di gioia può finalmente cominciare.
ANDREA MARI
(Photo credits: SSC Napoli)
Seguici su Google News