Just Stop Oil, Extinction Rebellione il gruppo italiano Ultima generazione attaccano le opere d’arte, conservate in musei o esposte in mostre temporanee.
Si tratta di un movimento costituito da sostenitori a favore dell’ambientalismo e l’ecologia.

Un ambientalista lancia una torta contro il vetro della Gioconda

Ambientalisti contro le opere d’arte: ecco com’è cominciato

Come riporta ‘’RaiNews’’ tutto è cominciato il 29 maggio 2022 presso il Louvre di Parigi, dove alcuni attivisti, urlando “Salviamo il Pianeta”, hanno scagliato una torta contro la celebre Gioconda di Da Vinci.  L’accaduto non ha prodotto alcun danno permanente – ma non sempre è così-.

Lo scorso luglio, Just Stop Oil, un gruppo ambientalista che si batte contro l’impiego di carburanti fossili, ha protestato in alcuni musei britannici. L’evento più grave è accaduto alla National Gallery di Londra, dove alcuni giovani attivisti si sono incollati alla celebre opera di John Constable, “The Hay Wain”, causandone lievi danni.

Nello stesso mese la protesta giunge in Italia, il Paese con più patrimonio artistico e storico – culturale.
Gli attivisti espongono uno striscione con la scritta “Ultima Generazione, No Gas No Carbone” nella sala Botticelli degli Uffizi di Firenze. Successivamente, si incollano al vetro che protegge La Primavera, ma fortunatamente il noto dipinto non ha subito alcun danno.

Dopo una lunga serie di eventi di protesta, a marzo 2023, la facciata di Palazzo Vecchio -sede del municipio di Firenze in piazza della Signoria – viene imbrattata con vernice lavabile arancione. In pieno giorno e sotto gli occhi dei numerosi turisti che affollano la città, e in concomitanza di un sopralluogo del sindaco Dario Nardella insieme a una squadra di restauratori per intervenire sulle statue del municipio.

Le operazioni di pulizia sono iniziate immediatamente e per ripulire il danno sono stati utilizzati 5mila litri d’acqua, un controsenso dato che le proteste sensibilizzano anche sullo spreco di risorse essenziali.

La risposta del governo agli ambientalisti contro l’arte

La facciata del Palazzo Vecchio di Firenze imbrattata dagli ambientalisti di ”Ultima Generazione”

Come riporta “LifeGate” è stato approvato un disegno di legge dal Consiglio dei ministri che prevede che protestare contro l’inazione climatica mediante la deturpazione di monumenti, potrebbe costare da 10.000 fino a 60.000 euro di sanzione – in base alla gravità del danno -.

 Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha voluto questa misura, spiegando che gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici, perpetrati in segno di protesta contro l’inazione del governo in tema di clima, producono danni economici significativi alla comunità. Per ripulirli, è necessario l’intervento di personale specializzato e l’uso di macchinari molto costosi.

Una battaglia controversa

Gli ambientalisti che si incollano alla Primavera di Botticelli

Dall’insieme degli avvenimenti, non si tratterebbe di azioni che hanno come scopo il danneggiamento delle opere d’arte. Ma se spiacevolmente un pezzo d’arte fosse rovinato in maniera irreparabile?

I protagonisti del movimento utilizzano una forma controversa e inconsueta per sensibilizzare l’opinione pubblica e l’immobilismo della politica sull’emergenza climatica globale, con la quale suscitano critiche e mancanza di solidarietà anche da coloro che condividono la stessa lotta. Sui social si parla di loro come barbari e criminali. Spesso, questa modalità fa allontanare l’opinione pubblica dalla loro battaglia.

In un mondo in cui nulla più ci stupisce, creare un disagio diviene lo strumento. Gli attivisti hanno compreso che l’arte è un punto sensibile su cui puntare per scatenare una reazione. L’arte riflette la nostra dell’umanità e quando è sotto attacco ci sentiamo vulnerabili. Ma il punto degli attivisti ambientalisti è che siamo sotto attacco da una minaccia più grande, quella ambientale, che mette a repentaglio il futuro dell’umanità.

Il nostro governo invece sposta il focus su come fermare questo movimento dilagante e sulla salvaguardia delle opere d’arte, non considerando la loro battaglia e la grave crisi climatica che stiamo affrontando.

Chi imbratta giustamente paga. Ma che succede a chi inquina?

Alessia Carofiglio

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