Arriva la prima sentenza scaturita dall’inchiesta sulla gestione dell’eredità di Lady Gucci, ossia Patrizia Reggiani, vedova dell’imprenditore della moda Maurizio Gucci, condannata a 26 anni, di cui 17 trascorsi a San Vittore, per l’omicidio del marito nel ’95. Oggi il gip di Milano Guido Salvini ha ratificato i patteggiamenti a 2 anni, pena sospesa, per Daniele Pizzi, ex amministratore di sostegno di Reggiani e difeso dall’avvocato Giovanni Briola, per le accuse di peculato, circonvenzione di incapace e corruzione, e a 10 mesi e 20 giorni, pena sospesa, per Maria Angela Stimoli, presunta “prestanome” e assistita dall’avvocato Maria Francesca Fontanella, per il reato di circonvenzione di incapace.

A entrambi sono state concesse attenuanti per il comportamento processuale e, in particolare, si sottolinea come Pizzi abbia anche risarcito il danno. Secondo le indagini della Guardia di finanza di Milano gli otto indagati della vicenda (i due patteggiamenti sono il primo verdetto di questa storia), a vario titolo e con diversi ruoli, avrebbero sfruttato la condizione di salute di Silvana Barbieri (mamma della Reggiani, morta nel 2019) e delle difficoltà psicologiche della figlia Patrizia Reggiani, per distrarre a loro favore l’ingente patrimonio derivante dall’eredità della Barbieri, poi finito alla Reggiani.

Per gli altri cinque imputati, tra cui Maurizio Giani avvocato ed esecutore testamentario, i pm hanno chiesto il processo. L’udienza preliminare sarà celebrata davanti al gup Anna Magelli.