Pyongyang minaccia gli Stati Uniti, “ora tocca a Guam”, la base militare americana più grande della zona. “Non è questa la risposta”, ha twittato Donald Trump, lasciando spazio all’opzione militare. Tuttavia l’ex generale James Mattis ha precisato: “Gli Stati Uniti hanno sempre soluzioni diplomatiche”.
La risposta internazionale all’esuberanza Nord Coreana
Di fronte alle ultime vicende del 29 agosto di cui il governo di Pyongyang e’ direttamente responsabile, i leader internazionali prendono posizione. Il G7 condanna “nei termini più forti possibili il nuovo test nucleare condotto dalla Corea del Nord” attraverso la dichiarazione di Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzō Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk.
TV screen on a street broadcasting news of North Korea’s missile launch, in Tokyo, Japan, 29 August 2017. EPA/FRANCK ROBICHON“La Corea del Nord deve immediatamente abbandonare tutti i programmi nucleari e i programmi di missili balistici in una maniera che sia completa, verificabile e irreversibile. […] Siamo pronti a rafforzare ancora le misure che puntano a raggiungere l’obiettivo di fermare i test nucleari della Corea del Nord e richiamiamo con forza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad assumersi le sue responsabilità e lavorare per l’adozione di una nuova ed efficace risoluzione che includa misure più forti”.
Ragion per cui oggi, 04 settembre, e’ stata convocata una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La richiesta e- stata avanzata dall’ambasciatrice americana Nikki Haley, accompagnata dagli ambasciatori giapponese, francese, inglese e sud coreano. Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU, condanna il recente test nucleare sotterraneo di Pyongyang. “Questo atto è un’altra grave violazione degli obblighi internazionali della Corea del Nord e pregiudica gli sforzi internazionali di non proliferazione e disarmo”.
La stabilita’ regionale in pericolo
Oltre alla minaccia contro gli Stati Uniti, la posta in gioco include la stabilita’ di una regione caratterizzata da inimicizie storiche. Mosca e’ la prima a sottolineare tale contesto:
“Per la Russia l’idea che i programmi missilistici-nucleari nordcoreani possano essere bloccati dalla sola pressione su Pyongyang è un errore e non ha futuro. I problemi della regione devono essere affrontati attraverso un dialogo che coinvolga tutte le parti senza precondizioni“.
Così Vladimir Putin insiste sul fatto che la situazione è sull’orlo di “un conflitto di vasta scala“. Lavrov, capo della diplomazia russa, aggiunge “la Russia considera controproducente e pericoloso ogni ulteriore rafforzamento della pressione delle sanzioni sulla Corea del Nord.”
La Cina ha avanzato “una forte protesta formale” secondo il portavoce del ministero degli esteri Geng Shuang.
La Corea del Sud ha ufficializzato l’ipotesi di accettare quattro batterie di sistemi antimissile statunitensi a scopo deterrente. Chiede inoltre maggiori sanzioni e l’isolamento totale nei confronti di Pyongyang. I servizi segreti di Seul avazano l’ipotesi di un nuovo test nucleare.
In Giappone, primo Paese a confermare il test nucleare, il premier Shinzo Abe ha definito la provocazione “assolutamente inaccettabile”. Il ministero della Difesa ha richiesto di aumentare del del 2,5% il proprio bilancio (circa paria a 40,5 miliardi di euro).