Un violento terremoto ha colpito il Messico sud-occidentale. Al momento il bilancio è di 36 morti e 120 feriti circa.

Questa notte alle 23:49 (le 6:49 ora italiana) un violento terremoto di magnitudo 8.2 ha colpito l’area sud-occidentale del Messico, più precisamente gli stati di Oaxaca, Chiapas e Tabasco. Oaxaca è lo stato più colpito, con 26 vittime finora accertate; nel Chiapas finora si contano 7 morti e 120 feriti, mentre a Tabasco sono stati registrati 3 morti.

Il presidente Peña Nieto ha dichiarato che il terremoto di stanotte è stato il più forte e di maggiore magnitudo negli ultimi 30 anni, dopo il devastante sisma che distrusse Città del Messico nel 1985, causando migliaia di vittime. La scossa di stanotte è stata avvertita da oltre 50 milioni di persone.

I palazzi hanno tremato anche a Città del Messico, oltre 1.000 km a nord dell’epicentro, spingendo la popolazione a scendere in strada in preda al panico. In diversi quartieri è saltata l’energia elettrica, mentre oggi le scuole sono rimaste chiuse per poter effettuare una verifica delle loro condizioni strutturali.

E’ rientrato in giornata, invece, l’allarme tsunami precedentemente diramato dalle autorità locali. Ciò nonostante, il governatore dello stato del Chiapas ha invitato la popolazione delle aree costiere a evacuare le proprie abitazioni, a causa di onde molto alte osservate nell’Oceano Pacifico. Stesso ordine è stato dato agli abitanti dei villaggi e delle città costiere degli stati di Oaxaca e di Tabasco.

L’epicentro del terremoto è stato registrato nei pressi della località di Pijijiapan, nello stato del Chiapas. Il sisma è avvenuto ad una profondità di circa 58 km, secondo le stime degli esperti. Esperti che, tuttavia, non concordano sull’effettiva magnitudo del terremoto: il Centro di allerta tsunami per il Pacifico parla di 8.2 gradi, il Servizio geologico degli Stati Uniti di 8.1, mentre il Servizio sismologico nazionale del Messico di 8.4 gradi.

Alla scossa principale ne sono seguite altre 65 circa, di magnitudo compresa tra i 4.4 e i 5.7 gradi. Tuttavia, la localizzazione dell’epicentro in un’area a bassissima densità di popolazione e ad una grande profondità (oltre che molto distante dalla capitale) ha fatto si che non si ripetesse un disastro come nel 1985, dove alla fine si contarono oltre 15.000 morti.

Lorenzo Spizzirri