Si è spento Arnaldo Forlani, uno degli esponenti maggiori della Democrazia Cristiana partito di maggioranza in Italia per quarant’anni. Il leader della Dc è morto a Roma, all’età di 97 anni.
Arnaldo Forlani, addio allo storico leader della Democrazia Cristiana
Morto Arnaldo Forlani, lo storico segretario della Democrazia Cristiana e uno degli ultimi politici della Prima Repubblica. Forlani aveva 97 anni: nato a Pesaro, l‘8 dicembre 1925, è stato uno dei politici di punta della Dc. La notizia è stata data dal figlio Alessandro che, tuttavia, non ha esplicitato le cause del decesso dello storico leader. Due mandati da segretario politico, più volte Ministro e Presidente del Consiglio per un breve tratto di tempo fra il 1980 e il 1981, Arnaldo Forlani è l’emblema della Prima Repubblica prima di esser travolto dallo scandalo di Mani Pulite.
Deputato dal 1958 al 1994, diversi sono gli appellativi che nel corso del tempo gli sono stati apposti; il più noto “coniglio mannaro” epiteto comparso sul Giornale di Indro Montanelli a nome del giornalista Gianfranco Piazzesi. E, ancora, “la tigre che dorme” (Congresso Dc 1989) mentre The Economist lo appellava come “manager tranquillo” e Financial Times come ”supremamente adattabile”.
Gli epiteti attribuiti a Forlani evidenziavano il suo atteggiamento dimesso, la sua capacità di celare un’ambizione politica che pur aveva; e la fermezza di ricoprire ruoli di potere e prestigio avendo sempre un modo di fare ossequente e remissivo. Un atteggiamento divenuto un vero e proprio modello peculiare della sua figura che agiva, attraverso un lungo e forbito eloquio, senza attaccare frontalmente l’avversario. Pier Ferdinando Casini, fra gli eredi più importanti della Dc, accostava spesso questa espressione alla sua figura:
“Poteva parlare ore senza dire niente”.
1992, l’anno della caduta
L’ultima parentesi politica risale al 1989 e coincide con la fine della Prima Repubblica. Nel triennio svolge il ruolo di segretario della Democrazia Cristiana ( precedentemente dal 1969-1973). Dal 1989 – sostituendo Ciriaco De Mita – al 1992, l’anno della sua caduta sia come segretario di partito, sia in quanto sconfitto nel voto parlamentare per la presidenza della Repubblica.
Lo scandalo Mani Pulite travolgerà Forlani condannato a due anni e quattro mesi di reclusione per finanziamento illecito nel processo Enimon; episodio che segna la sua definitiva uscita di scena. L’interrogatorio del pm Antonio Di Pietro diventa, nel tempo, uno degli episodi più noti di Mani Pulite.
Pier Ferdinando Casini, fra i suoi allievi maggiori insieme a Marco Follini, dichiara commosso circa la dipartita di Forlani:
”Sono profondamente commosso per la scomparsa di Arnaldo Forlani, il segretario della Dc di cui mi onoro di essere stato collaboratore. Ha servito la politica e non se ne è mai servito. Ha avuto grandi soddisfazioni nella sua vita pubblica e altrettante amarezze. Ha affrontato il tutto con una profonda fede cristiana e con una grande umanità. Nei prossimi giorni ci sarà tempo per riflettere sul suo lavoro politico: europeista, atlantista ha sempre difeso con forza la collaborazione tra DC e socialisti. È forse l’ultimo dei grandi protagonisti della Democrazia Cristiana della Prima Repubblica, a cui dobbiamo dire grazie e addio”.
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Ph: quinewsvaldelsa.it
Foto in copertina: it.italy24.press