Sta prendendo la direzione che le autorità si aspettavano l’indagine che ha coinvolto i due Carabinieri, accusati di aver stuprato due giovani studentesse americane a Firenze, dopo averle conosciute alla discoteca “Flo Firenze”, nel centro della città e averle accompagnate a casa con l’auto di servizio. Il Carabiniere più anziano ha confessato il rapporto sessuale

I due Carabinieri, dei quali non sono ancora state rese note le identità, avrebbero uno una trentina d’anni e l’altro, più anziano, ne avrebbe circa quaranta. Proprio da parte di quest’ultimo, sposato, padre di famiglia e integerrimo militare fino ad ora, sono giunte dichiarazioni fondamentali per trovare riscontri in grado di suffragare la tesi dell’accusa e delle due studentesse (inizialmente in molti le avevano invece additate come bugiarde e ubriache). Egli, riconosciutosi sui media, dopo pochi giorni dai fatti ha contattato l’avvocato Cristina Menichetti, per costituirsi e raccontare la sua verità.

Al legale e durante l’interrogatorio avrebbe riferito le stesse cose, confessando il rapporto sessuale ma non riconoscendone la qualificazione in termini di stupro, in quanto il tutto si sarebbe consumato con il consenso di entrambi: «Da 20 anni sono nell’Arma e aiuto le persone, anche correndo dei rischi […] ««– ha raccontato il Carabiniere.
È vero, ho avuto un rapporto sessuale con una delle due ragazze, ma è stato un rapporto consenziente. È stata lei a dirmi se volevo salire nel suo appartamento, e io ho fatto quello che ho fatto. Non so cosa mi sia successo, ma ormai non si può tornare indietro. Non sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi – inoltre – Aveva un’aria più matura, vicino alla trentina di anni».

L’entrata del “Flo Firenze”, la discoteca davanti alla quale i due Carabinieri avrebbero offerto il passaggio in macchina alle due americane, portandole poi a casa ( Photo Credits: “Il Sole 24Ore”)

Quanto affermato dal Carabiniere ha ricevuto anche riscontri da parte delle indagini svolte fino ad ora. Infatti le telecamere presenti nella città hanno registrato il percorso svolto dall’auto con a bordo i due militari e le due ragazze, iniziato fuori dalla discoteca (dove i due avrebbero offerto un passaggio in attesa del taxi che tardava ad arrivare a tarda notte), sino al portone della casa dove le ragazze alloggiano in affitto. 
Inoltre, sono state trovate tracce biologiche dentro l’androne e nell’ascensore che potrebbero essere compatibili con le secrezioni di un rapporto sessuale (sarà solo l’imminente esame del DNA a poterlo confermare). Allo stesso modo l’esame medico svolto che confermerebbe i recenti rapporti sessuali delle due ragazze.
Anche un video che la ragazza stuprata dal Carabiniere più anziano è riuscita a salvare testimonia l’avvenuto rapporto sessuale: la ragazza sarebbe riuscita a fare un video dal quale si vede il busto dell’uomo e la pistola e la si sente urlare.

La confessione incastrerebbe così anche il secondo Carabiniere, quello più giovane, che fino ad ora non si è presentato alle autorità e ha preferito non parlare, non chiarendo così la sua posizione.

Le giustificazioni del Carabiniere più anziano con contribuirebbero però a scagionarlo, afferma il legale delle due ragazze americane, Gabriele Zanobini, che sottolinea che la violenza sessuale «non si consuma solo con la violenza fisica, ma anche abusando delle condizioni di inferiorità psichica o fisica al momento del fatto. Le due ragazze erano in una situazione alterata, anche a causa dell’alcol. In questa fattispecie il non consenso è implicito».
L’ubriachezza, inoltre, è stata confermata da esami clinici che hanno rilevato come una delle due avesse anche fumato hashish tanto da non riuscire nemmeno a stare in piedi e ricordare i fatti. L’altra, invece, era più presente a sè stessa ed è riuscita a ricostruire l’accaduto, raccontandone i particolari, anche scattando la foto tanto incriminata.

I fatti saranno oggetto di ulteriori indagini che potrebbero portare, in caso di incriminazione, a condannare i due Carabinieri per la violenza sessuale con l’aggravante prevista dall’art.61 del Codice Penale che prevede una maggiorazione della pena nel caso in cui “il fatto è commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione“.
Gli inquirenti, sulla scia della confessione (appurata in buona parte quindi la veridicità dei fatti) potrebbero allargare il quadro della indagini, in quanto si pensa che i due Carabinieri fossero soliti incontrare ragazze durante il servizio, in quanto potrebbe risultare strano che fossero riusciti tranquillamente a lasciare la macchina di servizio vuota e incustodita per circa 20 minuti. Potrebbero aver avuto già altre esperienze in passato (non per forza stupri) tali da renderli tranquilli.

Le indagini sono tuttavia ancora aperte e la Procura non ha ancora mandato alcuna informazione di garanzia nei confronti dei due (probabilmente per non aver avuto ancora la necessità di compiere atti garantiti), pur avendo comunque aperto un fascicolo e scritto i nomi dei due Carabinieri nel Registro delle notizie di reato.

Lorenzo Maria Lucarelli