In Spagna si sono tenute le elezioni. Quasi al termine della lettura delle schede il Partito popolare è scattato in avanti aggiudicandosi il 33% dei voti. Psoe però non ha ceduto e, a dispetto dei sondaggi, ha raggiungo quasi il 32% guadagnando 122 seggi. Per ottenere la maggioranza assoluta bisogna avere 176 seggi ma né la coalizione di destra né quella di sinistra riescono a raggiungerli.

Spagna, popolari primi

Il Partito popolare ha vinto le elezioni in Spagna ma, paradossalmente, potrebbe non riuscire a governare perché ha ottenuto meno consensi di quelli previsti. I popolari speravano di bissare il largo successo alle elezioni comunali e regionali. Invece, nonostante il leader di destra Alberto Núñez Feijóo abbia sbaragliato i socialisti, l’esponente di punta di questi ultimi, Pedro Sànchez, potrebbe diventare nuovamente presidente. L’ipotesi potrebbe essere una nuova alleanza contando sull’astensione di Junts, la coalizione di Carles Puigdemont.

I popolari in Spagna primi- Photo Credits La Repubblica
I popolari in Spagna primi- Photo Credits La Repubblica

L’incertezza dei partiti

Il crollo del partito sovranista, il grande osservato di tutta la stampa internazionale, è il dato più rilevante di questa tornata elettorale, soprattutto in ottica europea. Passare in cinque anni da 51 a 33 seggi malgrado l’appoggio di tanti premier europei, non solo Giorgia Meloni ma anche quello polacco e l’ungherese Viktor Orban, indica una grave battuta d’arresto per una forza che puntava a ripetere anche a Madrid i successi raggiunti dai partiti fratelli a Roma, in Finlandia, in Svezia, in Polonia e nella Repubblica Ceca. La speranza del popolare Feijóo è che i socialisti si astengano per consentire il suo insediamento.

I possibili scenari

I sondaggi avevano previsto un trionfo delle destre in Spagna, destinato a mutare gli equilibri politici anche in Europa. Alle elezioni politiche spagnole, il Partito popolare di Alberto Nunez Feijóo, che ha comunque rivendicato il diritto di formare un esecutivo, è quello che ha ricevuto più consensi, ma non abbastanza per governare. Né in autonomia, né insieme a Vox, la formazione nazionalista di Santiago Abascal, fortemente ridimensionata. La quarta economia dell’Eurozona esce dalle urne senza una maggioranza chiara, lasciando ai piccoli partiti indipendentisti il potere di decidere i giochi e rendendo improbabile un nuovo voto.

Giulia Simonetti

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