La Camera dei Deputati ha approvato ieri, martedì 12 settembre, il disegno di legge che introdurrebbe nel nostro ordinamento penale nuove fattispecie di reato volte all’antifascismo
La proposta di legge, avanzata dal deputato piddino Emanuele Fiano ha passato positivamente il voto della Camera dei Deputati, ottenendo 261 approvazioni, 122 voti contrari e 15 astenuti.
Ora il ddl passa al Senato che sarà chiamato ad approvarlo nello stesso testo e senza alcun emendamento se si vuole raggiungere un iter veloce, altrimenti il testo tornerà nuovamente sui banchi dei deputati.
La legge «è necessaria. Per l’oggi, non per fare processi o rivisitare il passato. Io rivendico la necessità di introdurre questo reato che è diverso da quello già previsto dalle leggi Scelba e Mancino – ha sottolineato soddisfatto il relatore Walter Verini – In questi mesi vediamo crescere condotte e fatti direttamente riconducibili all’istigazione al razzismo, alla violenza, all’odio contro il diverso. Non è folklore: ci sono le ronde contro i rom, i raid punitivi contro i migranti, le scritte inneggianti ai campi di sterminio, le irruzioni neofasciste dentro istituzioni democratiche. La legge non colpisce le opinioni o la ricerca storica ma i comportamenti di ispirazione fascista».
Emanuele Fiano, deputato Pd padre del disegno di legge sull’antifascismoCosa prevede il ddl Fiano?
Il disegno di legge introduce nel nostro codice penale l’articolo 293bis rubricato “propaganda del regime fascista e nazifascista” che punisce con la reclusione «chiunque propagandi immagini o contenuti propri del partito fascista o nazionalsocialista e delle relative ideologie».
Si tratta, come è facile capire da una veloce lettura della disposizione in questione, di una previsione molto generica che, pertanto, è in grado di abbracciare (e punire) una quantità molto varia di comportamenti che prima, molto spesso, non si riusciva a sanzionare, non rientrando nelle fattispecie di reato già introdotte in passato dalla “Legge Scelba” e “Legge Mancini”.
Sì perchè l’ideologia fascista e nazifascista è già oggetto di altre due leggi, che prevedono però fattispecie a volte sovrapposte, altre volte differenti. Il ddl Fiano andrebbe a prevederne di nuove altrimenti impunite anche “a causa” dell’interpretazione, alcune volte estensiva altre restrittiva, adottata dalla giurisprudenza.
La Legge Scelba
Questa legge è stata emanata nell’ormai lontano 1952 per dare una risposta dura all’ideologia fascista e nazifascista che poco tempo prima aveva portato alla Seconda Guerra Mondiale. La Legge Scelba ha introdotto una fattispecie specifica di reato, “l’apologia del fascismo”, sanzionando chiunque “promuova od organizzi sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche“.
Trattasi di comportamenti volti alla riorganizzazione del movimento fascista o nazifascista, pertanto già in parte strutturati e pericolosi.
La Legge Mancino
In parte diversa è la Legge Mancino, emanata nel 1993 a ratifica della “Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale” del 1966 e che punisce “chi, in qualsiasi modo, diffonde idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, o incita a commettere o commette atti di discriminazione e violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi“.
Si tratta, pertanto, di una previsione di legge che non riguarda solo le idee fasciste o nazifasciste ma che sanziona qualsiasi comportamento dettato da ideali di odio, discriminazione di razza, di etnia, di nazione o religione, all’interno dei quali rientrano anche i comportamenti discriminatori tipici dei più degenerati ideali fascisti e nazifascisti.
Il ddl Fiano andrebbe a rendere fattispecie di reato quelle azioni che fino ad ora i giudici erano restii a considerare tali con il mero ausilio della Legge Scelba e della Legge Mancini.
Già c’è chi afferma, però, che non era necessario impiegare tempo, forze e risorse nell’emanazione di un’altra legge, considerata pertanto inutile, perchè gli strumenti per condannare determinati comportamenti già c’erano, spettava solamente alla giurisprudenza fare un passo avanti nella propria evoluzione, inglobando le fattispecie ora previste dal ddl Fiano alle volte nella Legge Scelba, altre nella Legge Mancini, a seconda del caso concreto.
«Questo testo, già criticato per l’indeterminatezza dal punto di vista costituzionale e per il mancato coordinamento con le leggi Scelba e Mancino, rischia di diventare una ‘polpetta avvelenata’ sia per i cittadini sia per i giudici – ha affermato in Aula il deputato e capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali Francesco Paolo Sisto – I primi, infatti, dovranno riuscire a capire nella fumosità della norma cosa sia lecito e cosa no, mentre i secondi si troveranno costretti a risolvere problemi che dovrebbe essere il legislatore a non creare. Si tratta, evidentemente, a prescindere dal merito, di un metodo scellerato che porterà un sistema penale sempre più ‘obeso’ al definitivo collasso».
Oltre che i partiti di destra e centro-destra, che hanno giudicato inutile la legge, ha espresso voto contrario anche il Movimento 5 Stelle. «Una legge inutile e sbagliata, fatta per recuperare un minimo di consenso elettorale ma che non deve trarre in inganno: i giudici avranno serie difficoltà ad infliggere pene perché in Italia esistono già due leggi molto serie e severe che potevano essere semplicemente migliorate, visto che sono già applicate – affermano i deputati del M5S presenti in Aula – Abbiamo proposto con grande serietà di aggiornare alle insidie del web e quindi rendere più severe le pene della legge Scelba, salvaguardando allo stesso tempo tutti i beni riconosciuti di carattere storico-culturale, artistico e architettonico. Proposta rifiutata perché fare marcia indietro, sarebbe stato riconoscere che questa è una legge propaganda fatta solo per dare visibilità a Fiano. Se non fosse stato per un emendamento del Movimento avremmo avuto pene minori, per quanto è scritta male la legge».
Come possiamo immaginare i partiti sono pronti a darsi battaglia e non è detto la il ddl Fiano passi tranquillamente il vaglio del Senato per poi diventare legge, viste le critiche sulla bontà di scrittura e i dubbi di costituzionalità paventati da più parti, anche importanti giuristi.
Lorenzo Maria Lucarelli