È salito a 30 morti, tra cui due agenti di polizia, 4 dispersi e oltre una dozzina di feriti il bilancio degli attacchi che bande criminali stanno sferrando da giorni contro gli abitanti del quartiere Carrefour-Feuilles di Port-au-Prince d Haiti. Lo riferisce l’Ong Rete nazionale per la difesa dei diritti umani (Rnddh).

L’assalto è stato lanciato martedì scorso dalla banda guidata da Renel Destina, detto Ti Lapli, uno dei capi delle organizzazioni mafiose che controllano gran parte di Haiti, uno dei Paesi più poveri e insicuri del mondo. Obiettivo della strage è ristabilire il controllo su un quartiere chiave per i traffici illegali.

“Gli agenti di polizia che vivono nella zona non hanno più i mezzi per difenderci. E i criminali sono riusciti a prendere possesso delle nostre case”, ha detto Derisca, aggiungendo che gli uomini delle gang hanno saccheggiato e dato fuoco alle case del quartiere, facendo anche diversi morti.

Da allora cinquemila residenti sono fuggiti da Carrefour-Feuilles a piedi, in moto o stipati in auto, cercando di portare con loro effetti personali. I gangster di Ti Lapli hanno saccheggiato e bruciato case e ucciso alcune vittime con armi automatiche. 

Alcuni sfollati hanno trovato rifugio nelle scuole e nel centro sportivo. Altri sono rimasti in strada, a volte senza tende di fortuna per ripararsi. Le autorità hanno annunciato giovedì di aver iniziato a distribuire pasti caldi e acqua potabile alle vittime.

Un 15 agosto da dimenticare ad Haiti

Martedì il caos era palpabile nelle strade di Carrefour-Feuilles. Alcuni residenti portavano le valigie sulla testa, mentre altri accatastavano materassi e mobili sopra le loro auto.

Altri hanno cercato rifugio nelle piazze pubbliche e nelle scuole dei quartieri più sicuri, stando anche a quello che si può vedere nelle immagini pubblicate sui social.

Lunedì i residenti del quartiere assediato hanno manifestato chiedendo più sicurezza e la polizia nazionale haitiana è intervenuta per ristabilire l’ordine nell’area.

In una dichiarazione, la polizia ha promesso di contrastare le bande, ma tutto questo non è bastato a rassicurare gli animi e  la gente  continua a fuggire.

Haiti si trova impantanata da anni  in una crisi economica, politica e di sicurezza senza precedenti; l’assassinio del presidente Jovenel Moise nel 2021 ha drammaticamente peggiorato la situazione.

Le bande hanno preso possesso di alcune zone  e oggi controllano circa l’80% di Port-au-Prince.  Rapimenti, stupri, rapine e omicidi sono ormai all’ordine del giorno.