Emiliano Fittipaldi, noto giornalista di inchiesta, ora inviato speciale per “L’Espresso”, sta per fare uscire il suo nuovo libro “Gli impostori. Inchiesta sul potere” nel quale tra le tre inchieste sviluppate compare quella sulla sparizione di Emanuela Orlandi, suffragata da nuovi elementi fattuali basati su un misterioso dossier che racconta i bilanci del Vaticano tra il 1983 e 1997
Dopo anni di ricerche, buchi nell’acqua e nuove speranze si torna a parlare prepotentemente della sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana appena 15enne sparita nel nulla il 22 giugno 1983 in circostante ancora tutte da chiarire.
Da allora tante sono state le piste battute, tutte fermatesi poi bruscamente: il coinvolgimento di un’organizzazione criminale straniera che avesse a che fare con Mehmet Ali Agca, l’attentatore di Papa Giovanni Paolo II; lo scandalo che coinvolse lo Ior, la banca vaticana; i collegamenti presunti con la Banda della Magliana (e la Chiesa); la pista della pedofilia.
Negli anni tante sono state le informazioni contraddittorie e i tentativi di depistaggio, tutti accomunati però da un’inquietante presenza della Chiesa che ha ormai deciso di chiudere per sempre il caso Orlandi.
Potrebbe invece riaprirsi, anche se la Cassazione ha rigettato recentemente il ricorso della famiglia di Emanuela Orlandi, la ricerca della verità: Emiliano Fittipaldi, noto giornalista italiano che si occupa ormai da anni di inchieste, ha inserito nel suo libro “Gli impostori. Inchiesta sul potere”, alcuni documenti che se veri potrebbero rivelarsi decisivi sulla ricostruzione dei fatti riguardanti Emanuela Orlandi e, soprattutto, sul coinvolgimento della Santa Chiesa, fino ad ora negato.
Nel libro, Fittipaldi fa riferimento ad un misterioso fascicolo del quale sarebbe entrato in possesso e dove sono presenti alcuni fogli con su riportati dati delle spese effettuate dal Vaticano dal 1983 (data di sparizione di Emanuela Orlandi) al 1997. Tra le spese sarebbero riportate anche quelle riguardanti l’allontanamento domiciliare della cittadina Emanuela Orlandi, tali da far presumerne (se il documento fosse vero) con certezza il coinvolgimento diretto e materiale del Vaticano.
Da dove venga il documento non si sa molto ma è probabile che, se vero, possa essere stato trafugato dagli archivi vaticani da qualche “corvo” riuscito ad entrare in possesso del dossier secretato, oppure che sia un falso, prodotto in passato e poi dimenticato, o negli ultimi tempi, per depistare ancora le indagini (o farle riaprire con un fondo di verità).
Con questo post su Facebook Emiliano Fittipaldi ha preannunciato il documento segreto inserito nel suo libro “Gli impostori” in uscita a breveEmiliao Fittipaldi racconta in un articolo su “La Repubblica” la genesi della sua entrata in possesso di quei documenti: «Prima di consegnarmi i documenti, la fonte aveva tergiversato per settimane. Nei primi due incontri, durante i quali avevo chiesto consigli su come raggiungere l’obiettivo, aveva escluso con fermezza di avere le carte che cercavo. “Le ho solo lette, se le avessi te le darei, figurati” aveva chiarito seccamente di fronte alle mie insistenze. Non ero convinto che dicesse la verità, ma tentai le strade alternative che mi aveva indicato. Capii presto che era fatica sprecata, e dopo un po’ tornai alla carica.
Alla fine, al terzo appuntamento, la fonte ha ammesso di avere il dossier. “Te li do solo perché credo che sia venuto il momento di far luce sulla storia”. Al quarto incontro, avvenuto in un bar del centro di Roma, mi consegnò una cartellina verde. Me ne tornai a casa di corsa senza neanche guardarci dentro.
Appena varcata la porta del mio studio, la aprii. C’erano dei fogli: una lettera di cinque pagine, datata marzo 1998. È scritta al computer o, forse, con una telescrivente, ed è inviata (così leggo in calce) dal cardinale Lorenzo Antonetti, allora capo dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran» – racconta Fittipaldi.
Il documento, che non è stato protocollato (ma come racconta Fittipaldi perchè «alla fine, l’autore chiariva che non era stata nemmeno protocollata, “come da richiesta“») è stato pesantemente criticato dagli organi del Vaticano, primo tra tutti dalla Segreteria di Stato che in una nota sostiene: «Per il lancio di un libro d’imminente uscita due quotidiani italiani hanno pubblicato un presunto documento della Santa Sede che attesterebbe l’avvenuto pagamento di ingenti somme, da parte del Vaticano, per gestire la permanenza fuori Italia di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. La Segreteria di Stato smentisce con fermezza l’autenticità del documento e dichiara del tutto false e prive di fondamento le notizie in esso contenute. Soprattutto rattrista che con queste false pubblicazioni, che tra l’altro ledono l’onore della Santa Sede, si riacutizzi il dolore immenso della famiglia Orlandi, alla quale la Segreteria di Stato ribadisce la sua partecipe solidarietà».
Sulla bontà del documento saranno i fatti futuri a parlare, vedremo se riuscirà a fare riaprire il processo o per lo meno fornire nuovi stimoli per ritrovare Emanuela Orlandi o per ricostruirne il vissuto, da quella misteriosa sparizione alla verosimile morte.
Intanto, i familiari di Emanuela Orlandi hanno chiesto un incontro con il Vaticano attraverso il loro avvocato Laura Sgrò che all’ANSA afferma di voler organizzare un incontro con «il Segretario di Stato Vaticano, con serenità, non contro ma per cercare insieme la verità. Papa Francesco dice sempre che la verità non è negoziabile, vorremmo cercarla insieme».
Lorenzo Maria Lucarelli