Fare impresa in Italia è letteralmente un’impresa, ma la situazione sta rapidamente cambiando dopo l’avvento delle start up, cioè di attività con crescita rapidissima spesso finanziate da investitori.

Scegliere come costruire la propria azienda, però, può non essere sempre semplice. Eppure, con la metodologia del business model e prendendo spunto da aziende di successo, è possibile farsi un’idea più precisa!

Modello add-on

Il modello add-on è uno dei più conosciuti e utilizzati, e consiste nel dare vantaggi supplementari al cliente, nonostante l’offerta iniziale abbia un prezzo relativamente basso.

Pensiamo ad esempio alle compagnie aeree low-cost: sebbene il biglietto base possa costare pochi euro, sono bagagli extra, menu personalizzati, scelta dei posti a far aumentare il guadagno dell’azienda.

Lealtà e fidelizzazione

Hai mai ricevuto una promozione speciale dedicata al giorno del tuo compleanno, oppure hai ottenuto una tessera fedeltà insieme al tuo acquisto? Questi sistemi fanno parte dei business model legati alla fidelizzazione del cliente. Mettendo al centro del suo interesse sconti, promozioni o prodotti speciali si evita che possa rivolgersi ad un competitor e si conquista la sua lealtà, massimizzando i guadagni nel tempo.

Flat rate contro freemium

Flat rate e freemium sono due modelli di business opposti, e proprio per questo li analizziamo insieme.

Le piattaforme di streaming di film e serie TV, oppure gli operatori telefonici, prediligono oggi il modello flat rate: con un costo fisso mensile o annuale si ha accesso a tutto il catalogo o infinite sessioni di navigazione. Con un costo relativamente contenuto, il cliente ha una disponibilità praticamente illimitata del servizio, con un eccellento rapporto tra consumo e quantità.

Il modello freemium è invece usato spesso dai quotidiani: alcuni articoli si possono leggere in modo completamente gratuito (la parte free del nome del modello); altri invece richiedono un abbonamento (la parte -mium, diminutivo di premium). Pagare un abbonamento mette a disposizione l’intero catalogo, rendendo quasi sempre di fatto il modello freemium un flat rate. Ciononostante, è possibile usufruire del livello base del servizio anche gratuitamente, per esempio per farsi un’idea del prodotto e capire se si adatta alle nostre esigenze.

Razor and blade

Il nome dice tutto: le lamette per la barba in cui non si getta tutto l’oggetto ma si sostituisce solamente la parte tagliente sono esattamente un modello di prodotto razor and blade. Lo stesso vale per i toner delle stampanti, le testine intercambiabili degli spazzolini elettrici, il sapone per le mani venduto come ricarica anziché nella confezione originale.

Con questo business model si rende necessario l’acquisto regolare di ricariche o parti di ricambio per continuare ad usufruire del prodotto iniziale. Questo genera lealtà nel consumatore, che anziché spendere nuovamente la cifra necessaria all’acquisto del prodotto “intero”, tende a comprare nuove ricariche e parti di ricambio.

Come si sceglie il giusto business model?

Sono moltissimi i fattori da tenere in mente quando si sceglie il business model per la propria azienda. Anzitutto, bisogna valutare le esigenze del cliente, cioè conoscerne a fondo le necessità, le paure, i tentativi passati, le problematiche. Poi, bisogna studiare con attenzione cosa altre aziende propongono per risolvere un problema simile (magari per farsi ispirare positivamente). In più, alcuni business model si adattano meglio di altri a certi tipi di prodotto o di servizio.

Insomma: scegliere il business model corretto non è una cosa semplice, ma guardare ai grandi è sempre una fonte di ispirazione!