Qualcuno può averne già sentito parlare, per altri può essere un concetto del tutto nuovo, ma molte delle macchine e degli strumenti che utilizziamo quotidianamente funzionano grazie all’uso di un riduttore planetario.

Si tratta, all’effettivo, di uno strumento progettato per ridurre la velocità di rotazione e aumentare la coppia tra l’ingresso e l’uscita, risultando fondamentale in una vasta gamma di applicazioni industriali, tra cui, principalmente, il settore automobilistico.

La loro caratteristica distintiva è principalmente la capacità di raggiungere rapporti di riduzione molto elevati, persino fino a 10 milioni di Nm, rendendoli ideali anche per settori ad alta intensità di coppia come l’industria pesante e il settore minerario.

Il funzionamento dei riduttori è da attribuire, soprattutto, ad ingranaggi con dentatura interna che vengono ampiamente utilizzati nell’industria automobilistica, nei sistemi di trazione integrale, nei veicoli commerciali, nell’edilizia e nell’agricoltura.

Come funziona un riduttore planetario

I riduttori planetari, noti anche come riduttori epicicloidali, costituiscono un dispositivo meccanico di fondamentale importanza grazie alla loro struttura ingegnosa. Sono composti da tre elementi chiave: la ruota solare, la corona dentata esterna e gli ingranaggi satelliti, tutti disposti coassialmente.

L’ingegnosa disposizione degli ingranaggi satelliti attorno alla ruota solare li fa somigliare ai pianeti che orbitano intorno al sole, ed è da questo che deriva il suo nome. Per finire, la corona dentata interna completa l’assemblaggio esterno del riduttore.

L’ingranaggio centrale, la ruota solare, è collegato poi all’albero di ingresso, mentre la corona dentata esterna costituisce l’ultima parte del meccanismo e i satelliti sono mantenuti equidistanti tra loro grazie al porta satelliti.

Questo design a “planetario” consente la trasmissione di potenza attraverso più ingranaggi in modo simultaneo, creando così rapporti di riduzione notevoli e ottenendo la capacità di gestire potenze estremamente elevate.

Tutto questo permette ai macchinari in cui viene installato il riduttore di ottenere una capacità di rallentamento notevole, perfetto per i macchinari industriali con sistemi di sicurezza o per autoveicoli, anche pesanti.

L’importanza degli ingranaggi con dentatura interna

Il funzionamento di un riduttore planetario si aggrappa in maniera intrinseca a quello degli ingranaggi con dentatura interna, che sorreggono l’intera struttura e permettono il collegamento tra i suoi diversi componenti.

Viene da sé quindi che questo genere di utensili sono a dir poco fondamentali e la loro produzione deve essere eseguita con attenzione e un’impeccabile professionalità.

Alcune aziende, specializzate nella produzione di strumenti di metallurgia, utilizzano la tecnica delle polveri per creare componenti su misura fin dalla fase di progettazione in collaborazione con il cliente, riuscendo a rispondere a tutte le esigenze.

Questo approccio personalizzato consente di ottenere particolari meccanici complessi e adatti alle esigenze specifiche del cliente. La scelta del mix di polveri influisce sulle proprietà tecniche e fisiche degli ingranaggi sinterizzati, garantendo un’elevata adattabilità.

Ingranaggi prodotti in questo modo offrono un gran numero di vantaggi, tra cui una superficie liscia e levigata dopo il trattamento di burattatura, cosa che riduce i tempi di rodaggio.

Per finire, la microporosità interna contribuisce a ridurre il rumore e le vibrazioni. Gli ingranaggi sinterizzati possono anche avere proprietà magnetiche personalizzate e offrono una notevole ripetibilità nella produzione di grandi serie.