Nata in uno dei posti più belli del mondo, sembra un’invocazione disperata d’amore. Ma a Napoli, si sà, gioie e dolori hanno un peso diverso: sono fuoco e fiamme, genio e iniziativa. “Torna a Surriento“, è cantata la prima volta il 15 Settembre 1902: la storia di una canzone un po’ d’amore, un po’ di praticità napoletana.

Nata per amore, arrangiata per le Poste: Torna a Surriento

Composta ufficialmente, dai fratelli Gianbattista ed Ernesto De Curtis, “Torna a Surriento” pare una melodia appassionata, dedicata ad una donna fuggita, lasciando il suo innamorato a struggersi per lei. Giovan Battista era poeta e musicista, ma era stato assunto da Guglielmo Tramontano, proprietario dell’albergo omonimo a Sorrento. Dove effettuava dei lavori pittorici nelle camere e nei saloni dell’Hotel. Secondo lo storico del luogo Nino Cuomo, qui conobbe Carmela Maione, figlia di contadini affittuari del Tramontano. L’artista, se ne innamorò, e scrisse per lei la canzone “Carmela” (registrata alla SIAE nel 1890).Torna a Surriento” sarebbe stata depositata due anni dopo, nel 1892, senza essere ancora, mai eseguita pubblicamente.

Torna a Surriento, versione Elvis Presley, foto Radio Napoli
Torna a Surriento, versione di Elvis Presley, foto Radio Napoli

Nel 1902, l’allora Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Zanardelli, della sinistra, decide per onorare le promesse fatte l’anno precedente, di recarsi in visita nelle regioni meridionali, prima di metter mano al piano di interventi straordinari nel Mezzogiorno. Durante il viaggio che lo avrebbe portato in Basilicata, si ferma per una visita alla Costiera sorrentina. In quegli anni i problemi che affliggevano l’amministrazione cittadina erano molteplici. Dal cattivo stato delle strade, alla mancanza di una rete fognaria, e all’assenza di un ufficio postale che in una città, meta del turismo internazionale era mancanza gravissima. Sindaco di Sorrento era Guglielmo Tramontano, proprietario anche dell’omonimo Grand Hotel. Proprio lui, ha chiesto a Giambattista ed Ernesto De Curtis che ospitava, di comporre nel giro di qualche ora una canzone per rendere omaggio, e addolcire, l’eccellenza Giuseppe Zanardelli.

Torna a Surriento, colpa di Carmela e il bis del Presidente

Ingraziarselo per ottenere un ufficio postale e delle opere pubbliche utilissime. Questo l’intento del Sindaco, dietro la nobile e delicata idea della canzone in onore al Presidente. E i due fratelli Giovan Battista ed Ernesto, invece di comporre un pezzo ex novo, decidono di modificare la loro canzone, “Carmela” del 1892, mai pubblicata. (Il brano si intitolava originariamente “Duorme Carmé“, dalla risposta della prosperosa ragazza, che a sorpresa, disse al poeta, di dormire nel tempo libero). Limitandosi ad aggiungere al testo, due quartine, per renderlo più adatto all’occasione politica. Così, la sera del 15 Settembre 1902, in cui Zanardelli era a cena nel ristorante dell’Hotel, il proprietario annuncia che due cantanti, molto noti all’epoca, Giovanni Ambrosini e Maria Cappiello (alunna del Conservatorio San Pietro a Majello di Napoli), avrebbero eseguito un brano in onore dell’illustre ospite.

«Vide ‘o mare quant’è bello, spira tanto sentimento,
Comme tu a chi tiene mente, Ca scetato ‘o faje sunnà
». Leggenda vuole che Ernesto De Curtis avrebbe tratto ispirazione per il ritornello della canzone, dal canto di un usignolo mentre si trovava presso l’Hotel Tramontano. L’usignolo, con il proprio cinguettio, emetteva le cinque note che avrebbero dato poi forma al ritornello. Sarà per la velata malinconia, per le corde di un mandolino che fanno volare i pensieri, che Zanardelli apprezzò molto l’omaggio. Tanto da chiederne il bis. Dai giornali del mattino successivo, risulta che il Sindaco Tramontano, al brindisi, rivolgendosi verso il Presidente, dopo averlo ringraziato per l’onore concesso alla città di Sorrento, aggiunse: “Io non farò stasera allusioni a questioni amministrative o politiche. E’ troppa laboriosa e piena d’inquietudine e di pensieri la sua vita, perché io venga a turbarla con accenni ai bisogni delle nostre popolazioni. Noi desideriamo, invece, che Ella apprezzi tutta la bellezza della nostra contrada e la bontà dei suoi abitanti. Spero che il tempo non cancellerà in Voi il ricordo di Sorrento”.

Torna a Surriento, il vizio del Sindaco

Era fatta. Pochi mesi dopo, in segno di gratitudine l’On. Presidente, fece costruire il tanto sospirato ufficio postale e la rete fognaria cittadina. E l’autore Gianbattista De Curtis, presentò la sua canzone ‘complice’, alla successiva festa di Piedigrotta, decretandone il successo. Anche Ernesto si è distinto come artista. Diplomato al conservatorio di Napoli, ha scritto i capolavori “Voce ‘e notte” e “Tu ca nun chiagne“. In realtà, il Sindaco Tramontano, aveva già organizzato una serata con ‘tema musicale dedicato’: anni prima, nel 1873, in occasione dell’ospitalità nel suo albergo della Zarina di Russia. E l’incarico, fu affidato al poeta musicista metese, Camillo Paturzo, che compose una “serenata”.

Il testo di “Torna a Surriento” che ascoltiamo oggi, non è quello “rimaneggiato” del 1902 per il baffuto Zanardelli. Ma quello originale, ispirato a Carmela, depositato presso la Casa Discografica Bideri nel 1894 e pubblicato nel 1905 con la voce del tenore Mario Massa. “Torna a Surriento“, ha fatto il giro del mondo. Elvis Presley, l’ha cantata nella traduzione in inglese con il titoloSurrender; e Frank Sinatra intitolò la sua versione “Come back to Sorrento“. Grandi come Luciano Pavarotti, Placido Domingo, José Carreras, Andrea Bocelli e prima ancora Tito SchipaBeniamino GigliGiuseppe Di Stefano, l’hanno interpretata.

Federica De Candia

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