Lega ritorna a parlare dell’obbligo di esporre il crocifisso, non solo nelle scuole, ma praticamente in ogni luogo pubblico. Le nuove richieste del Carroccio arrivano con una proposta di legge, presentata alla Camera, a prima firma della deputata leghista Simona Bordonali. La proposta si propone di rendere obbligatoria l’esposizione del crocifisso, “in luogo elevato e ben visibile”, non solo nelle aule “delle scuole di ogni ordine e grado” e in quelle delle “università e accademie del sistema pubblico integrato d’istruzione”, ma anche negli uffici pubblici, negli uffici degli enti locali territoriali, nei seggi elettorali, “nelle aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane”. E ancora: negli uffici giudiziari, “nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere”, nelle stazioni, nei porti, negli aeroporti e nelle carceri. Prevista anche un’ammenda da 500 a 1.000 euro per chi vilipende il simbolo o chi “lo rimuove in odio ad esso”. Sanzioni anche per chi “ometta di ottemperare all’obbligo” di esporre la croce “o all’obbligo di vigilare” sul rispetto di tale norma, chiunque esso sia: “pubblico ufficiale”, “incaricato di un pubblico servizio” o chiunque “investito di responsabilità nella pubblica amministrazione”.
La Lega vuole l’obbligo di crocifisso e non solo nelle scuole
È questa la proposta della deputata leghista Simona Bordonali, prima firmataria della proposta di legge presentata alla Camera e denominata «Disposizioni concernenti l’esposizione del crocifisso nelle scuole e negli uffici delle pubbliche amministrazioni». La proposta – che prevede una sanzione da 500 a mille euro per chi rimuove il simbolo «in odio a esso» – è sostenuta dalla Lega e ha tra i suoi obiettivi elencati nei cinque articoli del testo «testimoniare, facendone conoscere i simboli, il permanente richiamo del Paese al proprio patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella civiltà e nella tradizione cristiana».
Simona Bordonali ritiene inaccettabile che “la decantata laicità della Costituzione repubblicana” possa essere interpretata come un invito alla rimozione del Crocifisso. La proposta di legge, strutturata in 5 articoli, mette in rilievo l’importanza di “testimoniare” e “far conoscere i simboli” che richiamano il patrimonio storico-culturale del Paese, radicato profondamente nella tradizione cristiana.
Cancellare i simboli della nostra identità collante indiscusso di una comunità, significa svuotare di significato i princìpi su cui si fonda la nostra società», spiega la deputata bresciana, riferendosi alle «polemiche relative alla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, documentate dalla stampa e dai mezzi di comunicazione nazionali». Se qualcuno dovesse richiedere la rimozione del crocifisso, in nome della libertà di religione, il gesto verrebbe considerato «inaccettabile per la storia e per la tradizione dei nostri popoli». «Se la decantata laicità della Costituzione repubblicana fosse malamente interpretata nel senso di introdurre un obbligo giacobino di rimozione del crocifisso», spiega dura la proposta.
L’art. 3 elenca i luoghi specifici in cui il Crocifisso dovrebbe essere esposto, sottolineando l’importanza della sua visibilità e della sua elevazione. Questo non solo in territorio italiano, ma anche nelle sedi diplomatiche e consolari italiane all’estero.
Interessante notare che la proposta prevede anche sanzioni pecuniarie. Chiunque rimuova o denigri il Crocifisso potrebbe incorrere in un’ammenda che varia da 500 a 1.000 euro. Simili sanzioni sono previste anche per i funzionari pubblici che rifiutano di esporre il simbolo cristiano nei loro uffici.