Il governo Meloni ha approvato un nuovo decreto sull’immigrazione con l’obiettivo di bloccare le partenze e rimpatriare chi arriva in Italia. Le misure prevedono un aumento dei voli di rimpatrio e il raddoppio dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR), che saranno costruiti in zone “non popolate” e facilmente sorvegliabili.
“Desidero esprimere grande soddisfazione per la compattezza e per il grande lavoro di squadra di tutto il Governo per far fronte all’emergenza immigrazione e per trovare soluzioni concrete alla forte pressione esercitata dai flussi di immigrati irregolari sulle nostre coste. È la conferma che, su questi temi, come su tantissimi altri, tutto il centrodestra ha la stessa visione e che tutti lavorano nella stessa direzione, a dispetto di quello che si legge e si tenta di raccontare in questi giorni”. Lo ha detto, a quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel Consiglio dei ministri cominciato intorno alle 13 e durato circa un’ora.
Le nuove norme saranno inserite direttamente all’interno del decreto Sud, che non è stato ancora bollinato. Non si tratterà dunque di un emendamento al provvedimento ma di quella che in gergo si chiama “ridelibera”.
Il Governo “seguirà con grande attenzione, passo dopo passo, gli impegni che l’Europa si è assunta con l’Italia, a partire dall’impegno per sbloccare in tempi rapidi le risorse previste dal Memorandum con la Tunisia”, ha detto Meloni. “Al prossimo Consiglio europeo informale di ottobre l’Italia chiederà agli altri Stati membri di assumere le decisioni necessarie e conseguenti, soprattutto in tema di blocco delle partenze illegali dal Nord Africa”
Limite di trattenimento per chi chiede asilo per un massimo di 18 mesi
Il governo ha deciso di incrementare da 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento nei Cpr. Che attualmente sono soltanto 9 e ospitano appena 493 persone. Perché il decimo (quello di Torino) è ancora chiuso. La rete dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio sarà potenziata dal Genio Militare. Che dovrà realizzare le strutture in località «a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili». E senza creare «ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane». Poi c’è l’accelerazione sui rimpatri. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani convocherà gli ambasciatori delle nazioni maggiormente rappresentate tra gli immigrati per spingerli a riaccoglierli. Al momento in testa c’è la Guinea (15.138 sbarcati nel 2023), seguita da Costa d’Avorio (14.282), Tunisia (11.694) ed Egitto (8.422). L’ultima finanziaria ha stanziato 42,5 milioni di euro per i prossimi tre anni proprio per l’ampliamento della rete.
“Porteremo una modifica del termine di trattenimento nei Centri di permanenza per i rimpatri di chi entra illegalmente in Italia, che verrà alzato al limite massimo consentito dalle attuali normative europee: 6 mesi, prorogabili per ulteriori 12, per un totale di 18 mesi. Quindi tutto il tempo necessario, non solo per fare gli accertamenti dovuti, ma anche per procedere con il rimpatrio di chi non ha diritto alla protezione internazionale”, ha detto Meloni.
“Il limite di trattenimento per i richiedenti asilo è già oggi di 12 mesi e non verrà modificato, ma diventerà effettivo grazie alla realizzazione dei necessari centri di permanenza per chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi”.
decreto sull’immigrazione: Nuovi Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr)
La costruzione dei nuovi Cpr avrà un costo. Oggi il bilancio del ministero prevede una spesa di 32 milioni nel 2023. Mentre 46 sono già previsti per il 2024. Ma non basteranno se la missione è quella di costruire 10 nuovi Cpr. La spesa ragionevolmente da preventivare è attorno ai 100 milioni. Poi ci sono quelle per la polizia e per gli addetti ai centri. Infine, i costi dei voli. Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha quantificato il costo medio di un rimpatrio in 2.365 euro. I costi sono aumentati del 30% rispetto al 2022. Nel 2020 il ministero ha speso 8 milioni e 334 mila euro. In totale il budget attualmente ammonta a 80 milioni di euro. Con le nuove norme, e immaginando che la strategia funzioni, ne serviranno il doppio. Almeno.
“Inoltre, daremo oggi – ha proseguito la premier – mandato al Ministero della Difesa di realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali. Anni di politiche immigrazioniste hanno fatto sì che oggi, in Italia, siano pochissimi i posti disponibili nei Cpr. I nuovi Cpr che verranno realizzati dovranno essere in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili. Non si creerà ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane. Due proposte che saranno inserite nel Dl Sud per renderle immediatamente efficaci”, ha concluso.
I nuovi Centri saranno creati lontani dai centri cittadini
D’altro canto i rimpatri al 31 agosto erano 2.293 da gennaio. Ovvero in linea con il 2022, quando in totale ne riuscirono un migliaio in più. In Tunisia sono tornate 1.441 persone, in Albania 362 e in Egitto 212. In media soltanto la metà dei trattenuti torna nel paese di provenienza. Gli altri vengono rilasciati perché scadono i termini di detenzione.