La cancelliera Angela Merkel giunge al suo quarto mandato. Consecutivo. Le urne decretano, nuovamente, la sua vittoria e quella della sua coalizione, la CDU/CSU. Ma è una vittoria amara, che porta con se nuove sfide, figlie dei tempi. Dall’instabilità alla crescita della destra populista e antieuropeista di Afd. Come se la caverà la “ragazza” Angela, ormai “signora” della politica tedesca?
La cancelliera Angela Merkel, da ieri ufficialmente al suo quarto mandato credits: primatonazionale.itLa prossima sfida di Angela Merkel si chiama Afd. Il successo movimento, figlio della reazione a destra che colpito un po’ tutta Europa, si è tradotto nel 12,6 % dei voti. Che significano: un accesso al Bundestag di tutto rispetto, e non da protagonisti di serie b.
Uno scenario instabile, che spazza via ogni ipotesi di rivedere la Grande Coalizione con Martin Shulz. L’ex presidente del Parlamento Europeo si è infatti chiamato fuori dopo il peggior risultato elettorale di sempre della sua Spd. Instabilità e confusione: questo lo stato dell’arte del sistema politico tradizionale di un Paese, la Germania, che sembrava non riservasse sorprese. Un Paese che ha votato e confermato le spie d’allarme che arrivavano da Bruxelles. Nella Germania democratica post-bellica esiste una destra forte, per molti versi estrema, che raccoglie e dà voce agli arrabbiati. E che non ha perdonato l’apertura della cancelliera verso gli immigrati.
Questo lo scenario in cui Angela Merkel, la ex das Madchen (ragazza) e Mutti (mamma) della politica tedesca, dovrà mettere insieme una coalizione di governo. Agendo con l’aplomb da Dame che l’ha sempre contraddistinta. Ce la farà?
Elezioni in Germania: i risultati
Ed ecco i risultati delle elezioni. Angela Merkel rimarrà cancelliera, ma a caro prezzo: il peggior risultato della sua Unione Cdu-Csu dalle elezioni del 1949. Che in numeri si traduce così: il 32,9% dei consensi e 246 seggi. Vittoria a metà, perché perde più di 8 punti percentuali rispetto a 4 anni fa. Stesso discorso, per Martin Schulz: l’avversario socialdemocratico ha ottenuto il peggior risultato di sempre. La Spd è al minimo storico, con il 20% delle preferenze.
I Liberali tornano in Parlamento con un ottimo risultato: la Fdp è al 10,7%, in netto recupero rispetto a quattro anni fa, quando non superò lo sbarramento del 5%. E rimase fuori dalla Camera. Tengono la sinistra della Linke e i verdi Gruenen, entrambe intorno al 9%.
Dunque, crollo dei due partiti storici, tradizionali e popolari, che nella legislatura appena conclusa hanno governato assieme: cristiano-democratici e socialdemocratici. La fine di un oligopolio politico.
Il vincitore vero delle elezioni è Alternative für Deutschland, il movimento nazionalista e anti-immigrati. Partito nato nel 2013 e cresciuto nella battaglia contro l’ondata di rifugiati arrivata in Europa nel 2015 e nel 2016. Afd è il sesto partito ad entrare nel Bundestag, fatto nuovo per la Germania. Il movimento di destra è anche un elemento destabilizzante: il suo successo influenzerà la formazione di ogni alleanza. Anche se nessuno degli altri partiti vuole allearsi con i nazionalisti.
Da qui deve ripartire Angela Merkel nel cercare una coalizione di governo che tenga.
Le alternative di Angela Merkel
Accantonato il momento del voto, per la cancelliera tedesca è il momento di formare una squadra di governo. La “dame” della politica tedesca dovrà fare i conti con una società mobile, che non premia più la fedeltà. E con la costante opposizione di Afd, con i suoi quasi 90 parlamentari.
Angela Merkel ha davanti a sé più di una possibilità. Nonostante la Spd si sia già tirata indietro dall’ipotesi di un’altra Grande Goalizione. Resta la possibilità della Coalizione Jamaica, con i Liberali e i Verdi, che però stanno già alzando la posta.
Futuro meno stabile e nuovi ostacoli. Angela Merkel non potrà continuare a governare senza cambiare nulla. Non potrà andare avanti senza analizzare cosa non ha funzionato nell’ultima legislatura. Eppure lei è ancora lì: la cancelliera che, siamo sicuri, traghetterà la sua Germania fuori anche da questo terremoto politico. Come una vera signora.
Federica Macchia