Periodicamente, soprattutto tra gli addetti ai lavori, riemerge il tema degli adolescenti e della loro scarsa passione per la lettura.
Eppure, a guardare i dati recentemente pubblicati dall’AIE (Associazione Italiana Editori), la fascia di età 6-19 anni ha guadagnato quasi un +1%.
Anche le vendite dei libri sono tornate positive, dopo anni di segno meno, sia pur in percentuale molto modesta. Eppure si continua a discutere di mezzi per invogliare i ragazzi a leggere, vengono girati spot (orribili) e gli scrittori, a turno, elargiscono su giornali, riviste e blog i loro consigli di lettura per i ragazzi. E se alla radice del problema ci fossero proprio i libri?
Mi spiego meglio: immaginiamo di essere un adolescente che debba scegliere un libro da leggere in quei momenti in cui non vuole o può uscire. Cosa faremmo? Smartphone o computer alla mano, cercheremmo su Google dei suggerimenti di lettura. All’istante ci apparirebbero decine di articoli in cui scrittori più o meno noti consigliano libri che li hanno fatti innamorare della lettura dalle prime pagine.
Solitamente, tutti questi articoli hanno un denominatore comune: i libri consigliati sono dei classici.
Scorrendo i titoli consigliati, lo sconforto aumenta esponenzialmente. Il nome della rosa, Cime tempestose, Il buio oltre la siepe. Mi chiedo a quali adolescenti si stia approcciando visto che si tratta di libri impegnativi già per un lettore medio, figuriamoci per qualcuno che voglia iniziare!.
Intendiamoci, se io personalmente dovessi consigliare un libro direi Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ma – per quanto io ami visceralmente Conrad – non lo consiglierei minimamente ad un adolescente o a qualcuno che si stia approcciando alla lettura.
Questo perché, appunto, non è tra i libri (come gli altri indicati in precedenza) che ritengo adatti per quella fascia di lettori, perché mancano gli strumenti per comprenderli fino in fondo e (diciamolo chiaramente) perché sono scritti in maniera complicata, in alcuni casi con un linguaggio antico e fastidioso.
Inoltre, a scorrere le varie liste, solo raramente si trovano dei fumetti. I classici vengono sempre indicati, i fumetti (e ce ne sono di altissimo livello, per niente inferiori ai migliori romanzi) vivono in un universo parallelo, come se non fossero libri a loro volta.
Quello che sembra mancare, in chi compila queste liste di “consigli per gli acquisti”, è la volontà di fare uno sforzo in più per uscire dal proprio orticello e sbirciare in quelli vicini.
Quanti, sinceramente, hanno consigliato a chi volesse approfondire alcuni aspetti sulla guerra in Siria di leggere Kobane Calling di Zerocalcare? Oppure, per raccontare la corsa allo spazio durante la guerra fredda, quanti pensano a Da quassù la terra è bellissima di Toni Bruno? E quanti, per far comprendere il valore della democrazia e l’importanza di una società informata e partecipe della vita pubblica, hanno consigliato V per vendetta di Alan Moore?
Oppure, uscendo dall’ambito dei fumetti, quanti hanno mai consigliato Starship Troopers (Heinlein), La saga del Mondo Disco (Terry Pratchett), Atletico Minaccia Football Club (Marsullo), Fight Club (Palahniuk), Altai (Wu Ming), L’uomo che metteva in ordine il mondo (Backman)? Libri bellissimi, adatti anche a chi si sta approcciando alla lettura, eppure colpevolmente ignorati (e questi sono solo uno zero virgola dei libri adatti a chi inizia).
Anche La fattoria degli animali di Orwell (uno dei più grandi classici della letteratura e capolavoro) viene spesso consigliata ai ragazzi, ma se non gli si spiega bene che è una parodia amara del comunismo staliniano – e, soprattutto, cosa sia stato il comunismo staliniano – la capirebbero fino in fondo? Certo che no, rimarrebbe una storia di animali e basta.
Ecco, forse il problema sta tutto qui, nel consigliare senza cercare di comprendere se il libro sia effettivamente adatto a chi riceve il consiglio. Forse, chi compila queste liste di consigli, dovrebbe tornare più spesso in libreria ad ampliare i propri orizzonti. Non necessariamente libri nuovi, anche i vecchi libri possono essere ottimi maestri.
Sempre che li si conosca, ovviamente.
Lorenzo Spizzirri