Sarà probabilmente rinviato alla prossima legislatura il tentativo di approvare una legge che modifichi le modalità di acquisizione della cittadinanza, in concreto che preveda lo “Ius soli” principio sul quale si sta ormai dibattendo da diversi mesi senza alcun risultato positivo, se non stallo e divisione tra i partiti

Sono sempre più i partiti che hanno deciso di metterci una pietra sopra e rimandare la discussione sullo “ius soli”, a partire da Alternativa Popolare di Angelino Alfano che proprio ieri, attraverso il suo portavoce Maurizio Lupi ha chiarito la posizione del suo partito: «sullo Ius soli riteniamo che ci sono delle proposte necessarie di miglioramento da fare. A sei mesi dalla conclusione della legislatura è un errore creare la guerriglia in Parlamento. Per noi la questione è chiusa, se ne riparla alla prossima legislatura» – ha affermato Lupi.

Perché?
«Una cosa giusta fatta al momento sbagliato può diventare una cosa sbagliata che può essere uun favore alla Lega (Matteo Salvini ha già avuto occasione di gioire alla notizia, dopo che pochi giorni fa aveva minacciato la possibilità di bloccare le camere se si fosse nuovamente parlato di “ius soli”)» – afferma il leader di Alternativa Popolate Angelino Alfano. Il Ministro degli Esteri, pertanto, non si è detto contrario ad una legge che sia basata sullo ius soli ma sottolinea il bisogno di parlarne in un altro momento, quando il dibattito tra i parlamentari sarà maggiormente condiviso e più maturo, tale da riuscire efficacemente ad approvare la legge.

Anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sembra aver messo ormai nell’armadio la discussione sullo “ius soli”, in attesa di riaprirlo all’inizio della prossima legislatura.
Intervistata su Circo Massimo su Radio Capital la Lorenzin ha ribadito che «Servivano punti di trasformazione e una maggioranza più ampia. Quello che è passato nell’opinione pubblica è che tutti gli immigrati diventano italiani. Cosa non vera. Ma una norma così non sarebbe passata, sarebbe stata divisiva. Discorso chiuso? Va portato nella prossima legislatura, perché è una norma che deve agevolare percorso di integrazione. Bisognerebbe seguire la strada che ha portato al via libera al decreto vaccini: rinunciare alla fiducia per poter fare un percorso che apra a emendamenti, punti di trasformazione e a una maggioranza più ampia».

Il Pd sembra rimanere praticamente solo, tanto che il portavoce Matteo Richetti ha ritenuto fondamentale chiarire la posizione del suo partito in merito allo “ius soli”, affermando: «Noi non vogliamo mettere in difficoltà il governo, perché sappiamo cosa c’è davanti, dal Def alla Legge di stabilità. Ma sullo ius soli la posizione del Pd non si sposta di un millimetro. Io non trovo corretta la considerazione che questo non è il tempo giusto – continua Richetti – perché lo ius soli garantisce l’integrazione ed è quindi la risposta giusta in un tempo come questo di inquietudine e paure. Non c’è tempo migliore per approvare quello che è un diritto sacrosanto. Il nostro impegno di ieri, oggi e domani è per trovare una maggioranza parlamentare per approvare lo ius soli. La maggioranza parlamentare è la maggioranza parlamentare, e chi ci sta, lo approvi insieme a noi».

Oltre ai partiti nazionali ha avuto modo di esprimersi anche il Vaticano che in passato ha speso molte parole sulla necessità di varare una nuova legge che favorisca cittadinanza e integrazione, come la Santa Sede sottolinea ancora una volta attraverso le parole del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei: «penso che la costruzione di questo processo di integrazione possa passare anche attraverso il riconoscimento di una nuova cittadinanza, che favorisca la promozione della persona umana e la partecipazione alla vita pubblica di quegli uomini e donne che sono nati in Italia, che parlano la nostra lingua e assumono la nostra memoria storica, con i valori che porta con sé» – ha detto il Card. Bassetti in occasione della prima prolusione al Consiglio Episcopale Permanente, affrontando l’argomento senza espliciti riferimenti alla bagarre parlamentare.

Argomenti di maggiore interesse, attrito e dibattito, però, nei prossimi mesi saranno la legge elettorale (il “Rosatellum bis” proposto da Emanuele Fiano), il Def (il Documento di Economia e Finanza) e la Legge di Stabilità di cui si discuterà già ad Ottobre.

Lorenzo Maria Lucarelli