Caccia americani hanno colpito nella notte in Siria postazioni legate al Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche dell’Iran. Lo ha annunciato il Pentagono. L’operazione, nella zona orientale siriana, ha dichiarato il segretario alla Difesa Lloyd Austin, “è la risposta agli attacchi portati avanti da gruppi sostenuti dall’Iran nei confronti di personale americano in Iraq e in Siria”. Il Pentagono parla di “attacchi di precisione di autodifesa”.
Austin ha assicurato che gli Usa non cercano il conflitto. Né hanno «l’intenzione o il desiderio di partecipare ad ulteriori ostilità». Ma «se gli attacchi iraniani contro le forze statunitensi continueranno, non esiteremo a prendere le misure necessarie per proteggere il nostro popolo». Ha anche detto che gli attacchi non sono legati alla guerra tra Israele e Hamas. E ha chiesto a tutti i paesi di evitare di adottare misure che potrebbero contribuire alla diffusione della guerra in altre regioni. Nell’ultima settimana le truppe statunitensi hanno dovuto affrontare almeno 12 attacchi in Iraq e quattro in Siria da parte di gruppi associati all’Iran. Ieri, 26 ottobre, la base militare di Al-Shaddadi ad Al-Hasakah, in Siria, che ospita militari americani, è stata di un nuovo presa di mira da una fazione irachena chiamata “Resistenza islamica in Iraq”.
Gli attacchi arrivano dopo che il Pentagono ha confermato che almeno 21 soldati americani hanno subito ferite lievi in diversi attacchi di droni da parte delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria dal 17 ottobre. Inoltre, un appaltatore civile impiegato dagli Usa è morto di infarto mentre si riparava dagli attacchi filo-iraniani. Il Pentagono non ha fornito dettagli sulle possibili vittime dei suoi attacchi ma ha il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha assicurato che gli States non cercano il conflitto né hanno “l’intenzione o il desiderio di partecipare ad ulteriori ostilità”.
Ma “se gli attacchi iraniani contro le forze statunitensi continueranno, non esiteremo a prendere le misure necessarie per proteggere il nostro popolo”.
Sei persone sono rimaste ferite da un razzo caduto nella notte su Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele. Testimoni hanno riferito che il razzo è caduto sulla dependance di un ospedale in questa città sul Mar Rosso, situata all’estremità nord-orientale del Sinai. Le immagini trasmesse sui media locali o via social network mostrano un edificio e diversi veicoli danneggiati nella zona circostante.
L’Egitto, storico mediatore tra palestinesi e israeliani e che detiene l’unica apertura al mondo nella Striscia di Gaza che non sia in mano a Israele, dal 7 ottobre si trova in prima linea.