Il furto è un caso: una donna anziana derubata a Roma ma non riesce a ottenere i soldi finchè il giudice di pace non le dà ragione.

Una donna anziana è stata derubata della propria carta di credito, ma la banca non vuole restituirle i soldi. Il caso è finito nelle mani del Giudice di Pace di Roma, che lo ha risolto obbligando la banca a risarcire l’anziana. La sentenza, infatti, riconosce la responsabilità del personale dell’istituto di credito, il quale non ha agito per tempo, causando il danno economico alla vittima del furto.

Il furto ai danni dell’anziana e i soldi

Un’anziana signora è stata derubata della propria borsa da un gruppo di ladri. Secondo quanto riportato nella sentenza dell’11 ottobre 2023, la banda si era organizzata con una strategia ben oliata per sottrarre alle persone, in questo caso l’anziana, la borsa e tutto il suo contenuto.

La donna avrebbe reagito in maniera immediata per il blocco della carta, consapevole di avere nella borsa non solo la carta di credito, ma anche il pin ad essa associato.

La banca nega il risarcimento

Proprio la presenza del pin avrebbe indotto la banca a negare il risarcimento alla vittima del furto. Secondo l’istituto bancario, infatti, i prelievi successivi al furto erano stati causati dalla stessa signora, poiché aveva tenuto insieme al bancomat il codice pin.

Il tentativo di negare il rimborso però mancava di motivazioni reali, infatti ai sensi dell’art. 8 della direttiva 2007/64/CE, il prestatore di servizi di pagamento deve impedire qualsiasi utilizzo della carta in seguito alla comunicazione dell’utilizzatore. “Pertanto – si legge – l’utente non è responsabile delle perdite derivanti dall’utilizzo dello strumento di pagamento smarrito, sottratto o utilizzato indebitamente”.

Il furto si conclude con una sentenza a favore dell’anziana

Il Giudice di Pace di Roma ha stabilito che la banca dovrà risarcire l’anziana della somma sottratta, così facendo ha affermato “importanti principi in materia di rischio legato all’utilizzo indebito della carta di credito oggetto di furto o smarrimento”, come si legge nel documento allegato dal Prof. Avv. Antonio Preteroti che ha seguito la vittima.

Preteroti ha individuato nel personale della banca una condotta incongrua ed inappropriata, ritardando del tutto ingiustificatamente l’avvio delle procedure finalizzate alla disattivazione della carta di pagamento. Una posizione sottolineata anche da Giudice di Pace, che ha quindi disposto il rimborso della somma.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine