A cuba assistiamo alla fine dell’ embargo e vi mostriamo nel dettaglio voti e dichiarazioni ONU.

L’assemblea generale dell’Onu ha approvato nuovamente oggi a larghissima maggioranza una risoluzione cruciale. Essa vota la fine dell’embargo economico e commerciale degli Usa contro Cuba. L’embargo dura da oltre sess’antanni.

I voti della risoluzione su Cuba e embargo ONU

La risoluzione è stata votata con il solo voto contrario di Stati Uniti e Israele. Più precisamente, la mozione ha ottenuto 184 voti a favore, 2 contrari (Stati Uniti e Israele). Si sono astenuti Brasile, Ucraina e Colombia. Non hanno votato Myanmar, Repubblica Centroafricana, Somalia e Moldavia.

La risoluzione si rinnova ormai annualmente da 31 anni. Oggi ha ricevuto 187 voti a favore, i due contrari sopradetti e una sola astensione, quella dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodriguez, intervenuto prima del voto, ha denunciato il blocco. Questo poiché

“viola il diritto alla vita, alla salute, all’istruzione e al benessere di tutte le cubane e cubani (…) è un atto di guerra in tempo di pace”. 

Continuando:

Una volta di più dalle Nazioni Unite il mondo ha detto no all’aggressione e alla fallimentare politica degli Usa contro Cuba”

ha commentato il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez. Egli ha definito questa votazione come “grande vittoria del popolo dell’isola” e come “un trionfo della giustizia e della verità”.

L’unione Europea

L’Unione Europea, inclusa l’Italia, si e’ espressa compatta. I voti dell’Organizzazione internazionale sono stati prevalentemente contro l’embargo.

“L’Emgargo ha un effetto dannoso sulla situazione economica del Paese e influenza negativamente gli standard di vita del popolo cubano”.

Cinque giorni fa l’Italia aveva votato contro una risoluzione presentata al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu per chiedere lo stop delle sanzioni economiche di alcuni paesi nei confronti di altri, tra cui Cuba. Quindi aveva votato “no” alla fine delle sanzioni economiche a Cuba. Riguardo “blocco” economico da parte degli Stati Uniti il discorso era quindi aperto.

Il documento si chiamava “The negative impact of unilateral coercive measures on the enjoyment of human rights“. Si tratta di un documento di produzione della Cina, Azerbaigian e Stato di Palestina. La relazione esprimeva, tra le altre cose,

“grave preoccupazione per l’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sui diritti umani”

mettendo in relazione diretta le sanzioni economiche con la sopravvivenza e il benessere di milioni di esseri umani. Il senso del documento è semplice: lo sviluppo dei diritti umani non può avvenire in modo pieno e totale. Non può esistere laddove le persone non hanno accesso a beni e servizi di prima necessità a causa delle sanzioni economiche imposte da alcuni paesi. I voti rispetto a queste due misure sono eloquenti.

Possiamo quindi dire, citando Contropiano, che oggi il mondo ha rifiutato il blocco che gli Usa impongono da decenni all’isola che ha avuto il coraggio di ribellarsi alla loro egemonia e che guida i processi di emancipazione in tutta l’America Latina.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine