Perchè non si sente mai parlare di ebrei antisionisti? Eppure esistono, e in questo momento sarebbe importante ricordarlo.

Considerato il livello di escalation che il conflitto Israelo – Palestinese ha raggiunto (di cui parlo qui) diventa sempre più cruciale analizzare questa sanguinosa guerra attraverso punti di vista nuovi. Si tratta di un conflitto sempiterno, violento e impari: la narrazione mediatica attuale non dà giustizia ad un popolo (quello Palestinese) che vive una doppia violenza: quella mediatica e quella sul campo.

Allora ecco che diventa importante dare spazio qui di seguito a tre risposte degli ebrei anti-sionisti alla necessità di mobilitarsi per porre fine al massacro della popolazione di Gaza. Il massacro, come ben sappiamo, è operato dall’esercito di Israele sotto gli occhi di molte delle potenze occidentali. Abbiamo assistito a discorsi violentissimi da parte dell’ambasciatore di Israele in Italia e una continua riduzione a “bestie” del popolo palestinese. Ci sono tutte le premesse affinché questa violenza continui, sotto le spoglie di quella che Hannah Arendt chiamava “la banalità del male”. Su quella banalità l’occidente continua a dormir sonni tranquilli, mentre a Gaza non si dorme per il suono delle bombe.

Le risposte degli Ebrei antisionisti che si sono mobilitati

Alcuni ebrei anti-sionisti è la mobilitazione di una settimana fa che ha coinvolto alcune centinaia di ebrei cittadini statunitensi a Washington. Si tratta della più grande nel suo genere mai avvenuta negli Stati Uniti. Sembra (dice il “Pungolo Rosso”) che siano entrati nella Casa Bianca per invocare un “cessate il fuoco subito” e l’immediato stop al “genocidio contro i palestinesi”.

Tra gli altri striscioni presenti ci stavano “No alla guerra, no alla discriminazione”, “Il mio dolore non è la vostra arma” e “Fermate il genocidio a Gaza”. All’amministrazione Biden (che ha ottimi rapporti con Israele) è stato chiesto di finirla di “finanziare il genocidio” in corso in Palestina.

“Non c’è stato un momento nella mia vita in cui è stato più urgente per la nostra comunità ebraica sollevarsi, parlare apertamente, portare il nostro dolore, paura, dolore e indignazione – e mobilitarsi con tutto ciò che abbiamo”

ha detto la direttrice esecutiva di Jewish voice for peace Stefanie Fox, che ha organizzato la protesta insieme con IfNotNow.

“Ci siamo riuniti per impedire ai membri del Congresso di finanziare o sostenere altre bombe a Gaza, e per chiedere un cessate il fuoco e consentire gli aiuti umanitari a Gaza in modo che i palestinesi possano smettere di essere uccisi per crimini di guerra”

ha affermato Asher Firestone, rappresentante di Jewish Voice for Peace. Trecento di questi manifestanti sono stati arrestati.

L’auto-esilio dello storico Pappè

Contemporaneamente assistiamo ad una protesta “intellettuale” effettuata dallo storico Ilan Pappé, esiliatosi volontariamente da Israele. Lo storico ha compiuto questo atto proprio a causa delle sue posizioni anti-sioniste, e non è il solo.

Altri intellettuali ebrei si sono schierati senza esitazioni dalla parte dei palestinesi. Pappè non ha esitato a definire le operazioni militari israeliane in corso un

genocidio contro il popolo di Gaza

Pappè

e ad affermare che la radice ultima degli attuali avvenimenti è

la natura coloniale del sionismo

Pappè

Condivisibile è la sua previsione circa i governanti di Israele, per quante manipolazioni della realtà possano fare, la quale esprime che:

“non saranno in grado di rivendicare il ruolo di vittime”

Pappè

La posizione, condivisa dal Pungolo Rosso, è condivisa anche da chi scrive. Ormai è evidente che Israele sta commettendo un Genocidio. Ormai è chiara la volontà di sterminio del popolo Paelstinese. Questo significa, mi auguro, che la battaglia “per la conquista delle menti e dei cuori” dell’opinione pubblica internazionale è persa e Israele ne pagherà le conseguenze anche rispetto al diritto penale internazionale. Il sistema internazionale ha già fallito nella diplomazia preventiva, sta fallendo nella diplomazia effettiva, lascerà impunito Israele per i suoi crimini genocidari?

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine