Nel 2019, sei anni dopo aver aperto il primo salone dedicato alla nail art, Olive & June a Beverly Hills, la fondatrice del marchio Sarah Gibson Tuttle ha fatto una scommessa rischiosa: ha iniziato a vendere online prodotti che avrebbero permesso alle clienti di acquistare e farsi le unghie a casa. Molti pensavano sarebbe stato un vero e proprio flop, e invece da lì è partito un vero e proprio business che è cresciuto sempre più.

I brand di nail art stanno esplodendo sempre più (grazie anche alla pandemia)

nail art

Mentre alcuni possono aver interpretato i kit per manicure da 50 dollari, completi di lime per unghie, tronchesine e un siero per cuticole, come un’operazione controproducente, che avrebbe potuto così nuocere alla salute dell’attività principale di Olive & June, Tuttle ci ha visto lungo, un vero e proprio mercato emergente. “Sapevamo di essere all’apice dell’evoluzione del fai-da-te per le unghie”, ha dichiarato a Business of Fashion. “La nostra missione è sempre stata quella di rendere possibile a tutti, ovunque, avere unghie perfette a un prezzo accessibile”.

Tutto cambia con la pandemia

Ma come tutte le scelte azzardate ma piene di potenziale, nessuno poteva prevedere che di lì a poco quella sarebbe stata la scelta più intelligente di tutte. Passa il tempo, e arriva la pandemia che chiude le porte dei saloni e rende le unghie fai da te una necessità. Nel corso dell’anno successivo, Olive & June crea altri prodotti per le unghie a casa e incrementa sempre più il suo e-commerce. Ha anche brevettato il suo “Poppy”, un manico per la boccetta dello smalto che migliora la presa delle persone che si dipingono le unghie con la mano non dominante (destra, per intenderci).

Tre anni dopo la pandemia, Olive & June ha chiuso definitivamente i suoi saloni e si è concentrata esclusivamente sul suo business di prodotti. Quanto ha fruttato tutto questo? Parecchio, visto che quest’anno l’azienda dovrebbe superare la soglia dei 100 milioni di dollari.

Per anni, i saloni per unghie e le spa hanno sviluppato i propri prodotti, soprattutto smalti, per aumentare le entrate e sostenere i servizi offerti. Ma come Olive & June, una serie di altri saloni e spa, tra cui Tenoverten, Chillhouse e Manucurist, hanno visto questi prodotti diventare una parte più consistente delle loro attività, riducendo i loro locali o chiudendoli del tutto.

Il settore della cura delle unghie fai da te a casa è di nicchia e le sue dimensioni attuali sono difficili da determinare, ma si colloca all’interno di un mercato di 2 miliardi di dollari per i prodotti generici per le unghie nei soli Stati Uniti, secondo le stime della società di ricerche di mercato Circana. Secondo gli esperti, i marchi di questo settore in espansione stanno registrando un’ottima crescita, poiché i consumatori post-pandemia adesso sono più abituati e più propensi a farsi le unghie a casa. Chillhouse e Manucurist, ad esempio, stanno per raddoppiare le vendite quest’anno.

Complice anche inflazioni e i costi in aumento, si prevede che i consumatori di prodotti per nail art a casa potrebbero essere ancora di più rispetto all’anno precedente. I grandi centri commerciali stanno aumentando sempre di più le aree dedicate a questi prodotti, si può notare Target in USA, ma anche esempi nostrani, come La Rinascente che sta inserendo sempre più corner adibiti a prodotti per unghie all’interno dei suoi negozi.

“Quello che sta accadendo è uno spostamento permanente verso il fai-da-te”, ha detto Tuttle. “Quando i consumatori si liberano del potere di fare da soli, con la pressatura o con lo smalto, si sblocca un cambiamento comportamentale”.

Seguici su Google News