La famiglia Florio ha riacquistato la gloria di un tempo grazie ai romanzi di Stefania Auci che ripercorrono la storia della prestigiosa e illustre famiglia siciliana ora protagonista di una serie Disney+. Una storia che ci ha aiutato a riscoprire molti luoghi bellissimi di Palermo come Villa Igea. la tonnara dell’Aranella e non solo. Luoghi che ci riportano con la memoria allo splendore siciliano del periodo che va dalla seconda metà dell’800′ ai primi del 900′

Florio, da via dei Materassai alla Palazzina dei Quattro Pizzi

Uno dei luoghi dei Florio e la Palazzina dei Quattro Pizzi, fonte stefanodamico.it
La Palazzina dei Quattro Pizzi, fonte stefanodamico.it

Cannella, pepe, cumino, anice, coriandolo, zafferano, sommacco, cassia. No, non servono solo per cucinare le spezie. Sono farmaci, sono cosmetici, sono veleni, sono profumi e memorie di terre lontane che in pochi hanno visto. Ricco è chi può acquistarle, ricco è chi riesce a venderle. Le spezie per la cucina – e ancor di più quelle per le cure mediche e per i profumi – sono cose per pochi eletti”. Cosi Stefania Auci descrive nel libro “I leoni di Sicilia” la prima attività di commercio delle spezie che I Florio aprirono a Palermo, in via dei Materassai n 53. Si tratta del primo luogo che ci fa addentrare nella storia di questa illustre famiglia siciliana di origine calabrese. Poco distante da qui c’è la bellissima chiesa di San Domenico dove c’è una lapide che ricorda Vincenzo Florio.

Fu proprio lui, il protagonista di “I leoni di Sicilia”, ad arricchire la famiglia affiancando al commercio di spezie altre attività come la pesca e la vendita di tonno lavorato. Traccie di questo attività si trovano all’antica tonnara dei Florio all’Aranella, il borgo dei pescatori palermitani. Qui Vincenzo Florio commissionò i lavori di riconversione dell’antica fabbrica all’architetto Carlo Giachery a cui fu anche affidato il compito di costruire una dimora degna della famiglia. Il risultato fu la Palazzina dei Quattro Pizzi ancora visibile tutt’oggi e chiamata cosi perchè si tratta di una di torre neogotica situata nella parte orientale della tonnare, terminante con quattro torrette a cuspide. La bellezza dei suoi interni con stucchi, affreschi e volte a crociere fece si che dentro vi fossero ospitati non solo ricchi industriali ma anche i regnanti di Europa come lo Zar Nicola I

La tonnara di Favignana e le ville dei Florio

L’attività del commercio di tonno fu poi proseguita da Ignazio, il figlio di Vincenzo, a cui si deve l’invenzione del tonno in scatola e del metodo di cottura e di conservazione sotto olio. Ignazio comprò la tonnara di Favignana facendone uno dei più grandi stabilimenti per la pesca e la produzione di tonno sott’olio del Mediterraneo. Oggi è un gioiello di archeologia industriale con i suo pavimenti in tufo, gli alti soffitti e e i maestosi archi realizzato dall’architetto Giuseppe Damiani Almeyda. Lo stesso architetto progettò il vicino Palazzo Florio, un gioiello liberty che fu la dimora delle vacanze della prestigiosa famiglia e che ospitò teste coronate e non solo in visita da Ignazio e dalla moglie Donna Franca.

A Ignazio si deve anche la costruzione di due monumentali ville in stile liberty. La prima è il villa Florio all’Olivuzza, una delle prime costruzioni liberty in Italia. Fu progettata dall’architetto Ernesto Basile che vi fuse elementi barocchi, rinascimentali, romanici e medievali lasciandosi contaminare dai viaggi dei Florio in tutta Europa. Ad oggi è considerata un capolavoro della Bella Epoque insieme all’altra celebre villa Igiea sul lungomare di Palermo. Questo luogo voluto inizialmente come sanatorio dai Florio divenne poi, come tutt’oggi, un prestigioso hotel di lusso dalle fattezze di un castello. Le sua sale finemente decorate come il salone degli Specchi hanno conquistato anche grandi star come Paul Newman, Sofia Loren e Maria Callas che li hanno soggiornato.

Stefano Delle Cave

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