In occasione della Giornata Contro la Violenza sulle Donne, prevista per domani 25 novembre, ecco dei consigli su cosa fare in caso di violenza domestica.

25 novembre: numeri di telefono ai quali rivolgersi

Il primo contatto telefonico che si può avere è sicuramente il numero 1522. Il numero protegge le vittime di violenza e stalking. Inoltre, è attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco.

Le operatrici forniranno informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati presenti sul territorio nazionale ed inseriti nella mappatura ufficiale della Presidenza del Consiglio – Dipartimento Pari Opportunità. Il 1522, attraverso il supporto alle vittime, sostiene l’emersione della domanda di aiuto, con assoluta garanzia di anonimato. I casi di violenza che rivestono carattere di emergenza vengono accolti con una specifica procedura tecnico-operativa condivisa con le Forze dell’Ordine. (dal sito 1522.eu)

I maggiori centri anti violenza in Italia: un servizio di accoglienza

I Centri Antiviolenza sono degli enti che garantiscono la protezione delle donne che hanno subito o subiscono violenza, e cercano di scappare da delle situazioni di pericolo. Alla base del lavoro dei Centri c’è una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. La violenza alle donne deve essere considerata e analizzata tenendo conto del contesto storico, sociale e politico delle relazioni di genere. Il fenomeno nasce in Italia negli anni ’90, sulla scia dei Paesi Anglosassoni che, a seguito dei movimenti di ribellione e coscienza femminista anglosassoni, hanno iniziato a creare i primi centri già negli anni ’80.

Esiste, in media, un Centro Antiviolenza in ogni Regione d’Italia, con una mappatura costantemente aggiornata per ogni regione. Se sei vittima di violenza, conosci qualcuno che lo è e non sai come fare, in questo sito trovi l’elenco di Centri e Case Rifugio: https://www.1522.eu/mappatura-1522/. Basta cercare la propria regione di riferimento e si possono trovano orari, indirizzi e contatti per ogni Centro. È molto importante ricordarlo in occasione di questo 25 novembre.

Le Case Rifugio: una realtà ancora troppo sottovalutata

Dalla nascita della prime Casa delle donne in Italia nel 1989, in meno di un decennio nacquero 70 Centri Antiviolenza, che organizzarono per la prima volta a Ravenna nel 1988 un convegno nazionale. Fu infatti nei gruppi di autocoscienza femminista la prima presa di posizione nei confronti del fenomeno della violenza in famiglia da parte del partner. Ma non bastava: nacque così l’idea di istituire Case Rifugio dove le donne vittime potessero nascondersi e proteggersi per ricominciare una vita libera dalla violenza.

Le mogli che decidevano così di allontanarsi da casa, senza preavviso, per andare a vivere con gruppi di donne in case protette, gestite da sole donne, che in realtà attaccavano la struttura del patriarcato in ogni sua forma. Ad oggi, purtroppo, sono pochissime le Case Rifugio. Si stima infatti che le Case Rifugio per le donne maltrattate nel 2018 in Italia sono 272, pari a 0,04 Case per 10mila abitanti. Dati in aumento rispetto alle 232 del 2017. L’offerta è maggiore al Nord, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, e, al Centro, in Toscana. In media, i posti letto messi a disposizione sono 8,9 per Casa Rifugio, livello più elevato dei 7,4 autorizzati (pari 0,3 per 10mila abitanti). (Fonte: Istat)

Marianna Soru

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