Ebbene sì, anche la politica è diventata un’arma di seduzione: il wokefishing è una pratica sempre più diffusa, per cui letteralmente ci si finge più progressisti di quanto si è al solo scopo di rimorchiare.

Pare sia stato coniato da Serena Smith per Vice: il termine wokefishing descrive quando qualcuno finge di avere opinioni progressiste o “woke” per attirare un’altra persona.

In breve si tratta di una persona che potrebbe dichiararsi orgogliosamente femminista, aggiungere #BlackLivesMatter o #NOmeansNO alla sua biografia su Tinder e dire tutte le cose giuste quando si parla (diritti LGBTQIA+, miglioramento dell’accessibilità per le persone disabili etcetc…), ma poi qualcosa non congruisce con le sue parole. Si tratta non tanto di “fare” (o meglio, “essere) quanto di dire la cosa “giusta” per sembrare persone politicamente sensibili.

Se non fosse che una volta che li conosci in realtà sono sessisti, razzisti o hanno opinioni profondamente problematiche.

Cosa differenzia il wokefishing dalle altre manipolazioni relazionali?

La Love Coach Sophie Thomas afferma che, sebbene il termine sia nuovo, la manipolazione relazionale è “vecchia quanto l’umanità”. “I manipolatori tenderanno a ottenere il controllo fingendo di essere tutto ciò che hai sempre desiderato – questo include apparentemente allinearsi a ciò che ti interessa – fino a quando non ti avranno sotto il loro incantesimo e la facciata andrà in frantumi”. Cosmopolitan cita un sondaggio di OkCupid per spiegare un concetto. Visto che c’è stato un crescente aumento (+187%) delle menzioni politiche sui profili (iniziato nel 2017 – 2018): il wokefishing si può rivelare un’utile “bugia bianca” per sedurre. Ma è davvero una bugia bianca? Ovviamente la tendenza e è più comune nelle donne: il 72% degli intervistati che si identificano come donne ha dichiarato di non poter uscire con persone con forti opinioni politiche opposte alle proprie.

La lovecoach Kate Mansfield ce ne parla dicendo:

“Uno dei motivi per cui così tante relazioni falliscono è dovuto al fatto che le persone fingono di essere qualcuno che non sono, ma a lungo termine si rivelerà un’incompatibilità”

Inoltre le relazioni costruite sulla sfiducia falliranno. Sarah aggiunge che può avere danni psicologici a lungo termine anche per la vittima.

“Coloro che sono stati vittime della mascherata del wokefishing possono iniziare a dubitare di se stessi”

dice, paragonando la sensazione al gaslighting . Quindi, chissà, potremmo definirlo una sorta di micro-abuso? Ma soprattutto, perchè avviene?

Ovviamente è importante avere posizioni politicamente affini, tuttavia un recente studio pubblicato su Human Communication Research sostiene che la somiglianza o la differenza di opinioni politiche tra i partner è meno significativa della qualità della comunicazione e delle strategie di risoluzione dei conflitti (in questioni tanto umane quanto politiche). Il problema però non è solo di natura relazionale (quindi la sgradevole questione della “finzione” del sè nella seduzione dell’altro, che comunque ha tutte le carte in regola per essere criticata) ma anche politica.

Wokefishing e il problema politico del fingersi progressisti per rimorchiare:

C’è un motivo per cui questo fenomeno sta divagando che oltre a riguardare (come già detto) la pratica seduttiva riguarda anche una doverosa analisi sociale e politica del presente, ovvero che:

“Gli uomini stanno riconoscendo che molte donne, specialmente nelle città più liberali come New York, trovano poco attraenti le opinioni conservatrici”

come scritto su Instyle

Alle donne, ad oggi, non piace l’uomo reazionario. Insomma il “padre-padrone” sta perdendo mordente, anno dopo anno. Questo gli uomini lo capiscono e agiscono di conseguenza. E sai cosa? Non sarebbe nemmeno un male se credessero davvero nelle opinioni che professano per rimorchiare. Il problema è che purtroppo spesso fingono e questo ci porta a svelare un problema più grande: perchè gli uomini etero non ci prendono sul serio? Se una donna attraente fosse il motivo per cui un uomo etero mette le mani su un libro di Rosa Luxemburg o Angela Davis… Tanto di guadagnato! Se ci crede, ovviamente. Come esseri umani siamo nati per influenzare ed essere influenzati dai nostri simili: in un certo senso anche ogni forma di collaborazione deriva dalla reciproca influenza.

Non c’è niente di male nell’assorbire idee politiche di una persona (che ti attrae o che ammiri o meno), la criticità deriva dal fingere queste stesse. Non solo perchè svilisce la relazione umana che si vuol creare, ma svilisce anche l’istanza politica che si professa. Anche perchè forse, non un po’ di curiosità aperta, non servirà far finta di essere progressista… Magari si impara davvero qualcosa. Però prima dovete prenderci sul serio, non raggirarci.

Maria Paola Pizzonia, Autore presso Metropolitan Magazine