Taiwan apre le urne per scegliere un nuovo presidente e un nuovo Parlamento, in un voto “ad alto rischio” che promette di irradiare i suoi effetti a livello globale. Le elezioni a Taiwan, in oltre 18mila seggi, determineranno la direzione delle relazioni con Pechino e la stabilità regionale, ma soprattutto l’equilibrio fra Cina e Usa. Le urne si sono aperte alle 8 locali (l’1 in Italia) e si chiudono alle 16, coi risultati che saranno chiari in serata. Le presidenziali sono un’inedita gara a tre: il favorito è William Lai Ching-te del Partito democratico progressista (Dpp), attuale vicepresidente. I suoi sfidanti sono Hou Yu-ih, il candidato dei nazionalisti del Kuomintang (Kmt, sostenuto dalla Cina), e Ko Wen-je, del Partito popolare (Tpp). Sono 19,5 milioni gli elettori chiamati a rinnovare anche il Parlamento, lo Yuan legislativo.
Saranno le ottave elezioni presidenziali libere del paese, dalle prime del 1996. Si svolgono ogni quattro anni e per vincere basta una maggioranza semplice. Non è previsto il ballottaggio. Il voto viene espresso di persona, apponendo un segno sul candidato preferito su un foglio di carta presso le scuole o, soprattutto nelle zone rurali, presso i templi taoisti o buddisti. Non esiste il voto elettronico. Questo significa che anche chi vive all’estero deve tornare al proprio villaggio d’origine per esprimere il voto.
Lo stesso giorno si vota anche per le elezioni legislative. In un sistema misto tra proporzionale e maggioritario ogni elettore ha due schede, una per il candidato del proprio distretto locale e l’altra per un partito a livello nazionale. Ci sono in totale 113 seggi nello Yuan legislativo (il parlamento unicamerale) di cui 73 sono eletti a maggioranza semplice in circoscrizioni definite; e 34 seggi “liberi”, assegnati proporzionalmente a ciascun partito. Un partito deve avere almeno il 5% dei voti totali per ottenere seggi nello Yuan legislativo. Solamente 6 seggi sono riservati alla popolazione indigena di Taiwan, vale a dire quella di etnia non han.
Circa 19,5 milioni di cittadini di Taiwan hanno diritto al voto su una popolazione di oltre 23 milioni di abitanti. Gli elettori devono avere almeno 20 anni: è stato bocciato, qualche anno fa, un referendum che mirava ad abbassare l’età per votare ai 18 anni. Durante le ultime elezioni presidenziali e parlamentari del 2020, l’affluenza alle urne è stata di circa il 75%, ma questa volta ci si aspetta un calo, probabilmente sotto il 70%. I risultati del voto sono solitamente disponibili entro la serata taiwanese del giorno stesso del voto. Il nuovo presidente entrerà in carica con l’insediamento del 20 maggio; lo Yuan legislativo tiene invece la prima seduta il 1° febbraio.
Verde contro blu contro bianco: la sfida elettorale di Taiwan è anche tra i colori
Verde contro blu contro bianco: la sfida elettorale di Taiwan è anche tra i colori che rappresentano gli schieramenti dei tre candidati. I sondaggi finali del 3 gennaio, ultimo giorno prima del blackout, hanno dato in testa Lai, con un vantaggio di poche percentuali di punto su Hou. Più staccato il terzo incomodo Ko, ex chirurgo ed ex popolare sindaco di Taipei, che punta sulle preferenze dei giovani. Secondo la Commissione elettorale centrale dell’isola, oltre il 30% degli elettori ha un’età compresa tra i 20 e i 39 anni: nelle ultime battute della campagna elettorale è stata la parte di popolazione più corteggiata in assoluto, dominando i titoli dei media e attirando molteplici impegni politici da parte di partiti e candidati. L’affluenza dei giovani alle elezioni, generalmente inferiore rispetto ad altri gruppi di età, ha avuto in passato un ruolo di peso, come nel caso del 2020, quando la mobilitazione massiccia con percentuali superiori al 70% fu decisiva per consentire alla presidente uscente Tsai Ing-wen di strappare il secondo mandato con percentuali record. Al di là del “grande gioco” con Cina e Usa, infine, gli elettori taiwanesi (soprattutto under 40) vedono nel voto un’occasione irrinunciabile per intervenire su vari temi molto caldi e sentiti: il rallentamento dell’economia, il costo delle case, gli stipendi, l’istruzione.
Cina blocca sui social media hashtag “elezioni di Taiwan”
E le cruciali elezioni presidenziali e parlamentari di Taiwan finiscono nelle maglie della censura del Great Firewall cinese. La popolare piattaforma mandarina di social media Weibo, l’X cinese, ha bloccato gli hashtag sul voto in corso a Taipei dopo che il tema era diventato uno degli argomenti di maggiore tendenza tra i netizen.
“In conformità con le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non viene visualizzato“, è il messaggio che appare ora, ad esempio, sulle ricerche dell’hashtag ‘elezioni di Taiwan’, a rimarcare la delicatezza della vicenda.
La Cina ha lanciato un avvertimento straordinario all’Australia in vista delle elezioni affermando che eventuali “errori di calcolo” nei legami di Canberra con il prossimo governo dell’isola ribelle vedrebbero il popolo australiano “spinto oltre l’orlo di un abisso“.
E’ quanto ha scritto l’ambasciatore cinese a Canberra, Xiao Qian, in un commento per l’Australian, precisando che “la salvaguardia dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale sono diritti sacri di tutti gli Stati sovrani”. Con l’avvicinarsi delle elezioni nella regione di Taiwan, “ho scoperto che alcune persone locali hanno malintesi sulla questione” e che “quel che è peggio è che alcuni diffondono addirittura disinformazione”, sostenendo che il governo centrale cinese “non ha mai veramente esercitato il controllo su Taiwan”, mentre altri descrivono il rapporto tra Taiwan e la terraferma come “democrazia contro autoritarismo”, simile all’epica battaglia tra il bene e il male descritta nella Bibbia. Altri ancora diffamano la Cina per il cambio di status quo attraverso lo Stretto di Taiwan e di mettere a repentaglio la pace e la stabilità regionale.
“Vorrei sottolineare qui che Taiwan è la Taiwan della Cina, una parte inalienabile del territorio cinese, e questo è il prerequisito che dobbiamo tenere presente quando comprendiamo la questione di Taiwan”, ha concluso Xiao.