La comunicazione istantanea è un fenomeno che fa parte del mondo di oggi. Da un punto di vista tecnologico, oggi siamo più interconnessi che mai; tuttavia, in un mondo in cui è possibile comunicare premendo appena un pulsante, sempre più persone si sentono isolate e prive di connessioni reali con gli altri. Alcuni parlano di “era della solitudine”.
Sentirsi soli è abbastanza comune, ma può arrivare a diventare una sensazione cronica che si fa fatica a scrollarsi di dosso. Quando questi sentimenti non vengono affrontati in maniera appropriata, si possono presentare degli schemi di coping sotto forma di problemi di dipendenza, disturbi del comportamento alimentare, ansia e stress.
Il Covid-19 ha appesantito ulteriormente il senso di solitudine di molte persone, a causa dell’isolamento e del lockdown. Secondo diversi studi condotti in diverse parti del mondo, lo stress provocato dalla pandemia ha provocato un aumento dei comportamenti di dipendenza: shopping compulsivo, abbuffate di cibo, abuso di sostanze, dipendenza dal gioco d’azzardo. Senza il sostegno della famiglia e degli amici, per molte persone è stato più facile soccombere a questi comportamenti dannosi.
Con l’allentamento delle restrizioni, alcuni di questi comportamenti sono rimasti integrati nella routine delle persone. Per esempio, chi ha bevuto troppo in quel periodo, difficilmente ha smesso di bere o ridotto le dosi all’improvviso; piuttosto, ha continuato a bere troppo. Dopo il Covid-19, molte persone si stanno ancora adattando al nuovo stile di vita casalingo, avendo a che fare con difficoltà economiche e dinamiche relazionali complicate, fattori che creano un terreno fertile per le dipendenze. Inoltre, un mancato accesso all’assistenza psicologica e ai servizi di tutela della salute mentale hanno esacerbato ulteriormente i problemi.
Analizziamo alcune di queste dipendenze e cerchiamo di capire che impatto abbia la solitudine su di esse.
Dipendenza da sostanze
Si parla di dipendenza da sostanze per indicare uno schema di comportamento in cui una sostanza viene utilizzata in quantità eccessive, provocando significativi problemi. Può trattarsi di sostanze illegali, alcol oppure farmaci da banco utilizzati con propositi diversi rispetto a quelli per cui vengono prescritti. Chi fa i conti con la solitudine ha spesso un rischio più elevato di sviluppare una dipendenza da queste sostanze.
Potenzialmente, solitudine e abuso di sostanze possono andare a braccetto generando un circolo vizioso. Non appena insorge una più forte sensazione di isolamento, in certe persone si fa vivo il bisogno di ricorrere ad alcol e droghe per mascherare queste emozioni. Per queste persone, le sostanze sono un mezzo per distrarsi, per attenuare il peso della solitudine. Tuttavia, l’abuso di alcol e droghe non fa che isolare ulteriormente le persone e allontanarle dagli altri; senza il giusto supporto, affrontare queste sensazioni diventa incredibilmente difficile, quindi il ciclo continua.
La dipendenza, insieme ai problemi economici, legali e personali che porta con sé, può generare risentimento, paura e mancanza di fiducia nelle relazioni. Cercare di fuggire dal senso di solitudine mediante l’abuso di sostanze si ritorce contro la persona, rendendola più sola di prima. Insomma, la solitudine è sia causa che conseguenza della dipendenza.
Dipendenza dal gioco d’azzardo
La maggiore disponibilità e accessibilità al gioco d’azzardo ha contribuito a un aumento dei casi di dipendenza. Ci sono persone che smettono di giocare senza problemi dopo poche partite e altre che non ce la fanno, per via di fattori psicologici, come il senso di ricompensa che si attiva continuando a giocare aspettandosi di vincere. Le slot machine, ad esempio, sfruttano proprio questo tipo di rinforzo psicologico. Sono strutturate in modo che i giocatori pensano di avere la vittoria sempre facilmente raggiungibile. Si pensa: uno spin quasi vincente non è una perdita, è una quasi vincita, quindi si continua a giocare.
Alcuni studi hanno dimostrato che c’è una forte correlazione tra solitudine e dipendenza. Una dipendenza può diventare un surrogato per la connessione interpersonale, un cuscinetto per attutire la solitudine. Offre compagnia, un senso di identità e qualcosa in cui perdersi per dimenticare l’isolamento. Le community online, come quella del mondo del gioco d’azzardo online, possono attirare chi prova insoddisfazione per le proprie relazioni nella vita reale. La tarda adolescenza e la prima età adulta presentano molte sfide, rendendo i giovani vulnerabili alla solitudine e ai rischi associati, come gli eccessi nel gioco d’azzardo.
Tuttavia, gli effetti a breve termine di questi tentativi di contrastare la solitudine danno una sensazione di benessere solo falsa e temporanea, al termine della quale si devono fare i conti con le conseguenze. Lo stress creato dall’andare alla ricerca di queste sensazioni positive diventa improvvisamente disperato e fuori controllo. In maniera simile a ciò che accade con l’abuso di sostanze, il gioco d’azzardo, visto come un rifugio dalla solitudine, finisce per alimentarla. Familiari e amici si allontanano, si perde il lavoro, si perdono opportunità e interessi; rimane solo il gioco d’azzardo.
Shopping compulsivo
Qualcuno potrebbe scherzare sul fatto che lo shopping è più economico della psicoterapia (il cosiddetto shopping terapeutico) e alcuni studi dimostrano che lo shopping può effettivamente aiutare a livello emotivo. Ma non è sempre il caso, soprattutto quando si fondono solitudine e consumismo. Il lato oscuro del materialismo usato come terapia è che le shopping bag non sono un ottimo sostituto delle amicizie.
L’acquisto compulsivo è uno schema cronico e ripetitivo che diventa la risposta primaria a eventi e sensazioni negative. Al giorno d’oggi lo shopping è un’attività estremamente accessibile, in tanti modi diversi, quindi diventa un’abitudine compulsiva facile da mantenere. Shopping e solitudine sembrano essere molto connessi tra loro: le persone sole tendono a sentire l’urgenza di acquistare oggetti materiali, per riempire un vuoto. La sensazione offerta dall’aver acquistato qualcosa di nuovo può sollevare temporaneamente il morale e occupare tempo e spazio.
Come tutte le altre dipendenze, lo shopping non risolve la solitudine, ma offre soltanto una consolazione temporanea. Può però contribuire a creare un circolo vizioso in cui il problema di fondo non viene risolto, ma anzi se ne crea uno maggiore, soprattutto a causa delle perdite economiche. Spesso, il loop negativo culmina nel pentimento per aver fatto degli acquisti, soprattutto al momento di pagare le bollette. È il loop della solitudine: sentirsi tristi porta a fare shopping, ma fare shopping rende tristi.
Abbuffate di cibo
Solitudine, noia, tristezza. Milioni di persone vivono queste emozioni e, non sapendo come migliorare il proprio stato d’animo, trasformano il cibo in soluzione. Si parla di fame emotiva, che non è altro che una ricerca di qualcosa che faccia sentire più sollevati e meno soli e che, secondo diversi studi, spesso porta a mangiare troppo.
Negli Stati Uniti, ad esempio, più di un terzo delle persone in età adulta si sono ritrovate a condurre questo tipo di comportamento alimentare su base regolare e un terzo degli adulti ha dichiarato di provare solitudine a livello cronico. Si tratta di un trend preoccupante, perché milioni di americani arrivano all’obesità nel tentativo di “saziarsi” emotivamente.order specialists already know – people overeat when th
Solitudine e disturbi del comportamento alimentare sono correlati, e spesso chi ha un disturbo alimentare cerca un nutrimento che il cibo non può offrire. Si pensa anche che la solitudine non porti semplicemente a mangiare troppo, ma a prediligere cibi che provocano un aumento di peso, come quelli con alti livelli di zuccheri. Anche qui, è un circolo vizioso: non stai bene, non mangi bene, stai ancora peggio.
Conclusione
Nonostante tutti gli avvertimenti relativi a questi comportamenti, molte persone li adottano, semplicemente perché non vedono una fine alla loro solitudine. Ci sono modi più sani di affrontare la solitudine, molte persone non hanno le conoscenze, la volontà, gli strumenti o la possibilità di cercarli. Per uscire dalla solitudine è bene impegnarsi a creare nuovi legami (oggi ci sono tante app che aiutano in questo) e curare quelli vecchi, nonché cercare aiuto professionale. Andando ad agire sulla solitudine si va ad agire anche sulla causa della dipendenza, riuscendo a sconfiggerla